Attualità
LO STUDIO - Italiani sempre più virtuosi: calano i protesti
16.11.2018 16:34 di Napoli Magazine

Napoli è terza per numero di cambiali non pagate e di assegni scoperti

 

Cala in modo significativo il numero di protesti in Italia: nel 2017 sono stati solo 513.000 gli effetti protestati, per un controvalore di 829 milioni di euro. Forse a qualcuno può sembrare comunque una cifra spropositata di ‘pagherò’ insoluti, ma è giusto sottolineare che due anni fa il totale, in termini di capitale, di cambiali e assegni non pagati aveva superato la quota di 1,3 miliardi di euro.

 

Ciò è quanto emerge da un’Indagine di Unioncamere e InfoCamere: gli italiani stanno diventando sempre più responsabili sotto il profilo finanziario, a dispetto dei luoghi comuni e della tanto odiata crisi economica che da un decennio ha messo in ginocchio il paese.

 

In termini percentuali il calo si traduce nel 31% per quanto riguarda il numero di protesti e nel quasi 40%, 39,5% per l’esattezza, in termini di valore.

 

Analisi territoriale

 

Sul gradino più alto del podio delle regioni più virtuose si piazzano le Marche, seguite da due capisaldi del nordest italiano, ossia il Trentino Alto Adige e il Veneto. La nostra regione conquista, invece, il terzo posto nella classifica opposta, quella delle regioni che registrano il maggior numero di titoli non pagati, con 76.062 effetti protestati, dietro a Lombardia, seconda con 77.627, e il Lazio, che vince la medaglia d’oro in negativo con 88.690 pagherò non saldati.

 

Assolutamente sovrapponibile a quella regionale, l’analisi relativa alle città meno affidabili, che vede Roma in testa, con 67.648 protesti, seguita da Milano, con 43.669, e la nosra Napoli, con 36.643.

 

Un titolo su dieci è una cambiale

 

Dei 513 mila titoli iscritti nel Registro Informatico dei Protesti, ben 413.971 sono cambiali, ossia l’81% del totale, dato che conferma anche un’altra tendenza del consumatore nazionale, il quale sembra faccia sempre meno ricorso all’assegno, strumento di pagamento ormai considerato obsoleto.

 

Conto corrente per protestati: si può

 

Nonostante il fragoroso calo di pagherò non pagati, però, resta difficile la vita economica di chi, volente o nolente, si ritrova iscritto nel database dei protestati; gli istituti di credito tradizionali, infatti, continuano a mostrare una certa resistenza nel dare fiducia ai cattivi pagatori, i quali corrono il rischio di non poter aprire neanche un conto corrente standard.

 

Per fortuna la tecnologia applicata alla finanza viene in aiuto di chi si trova in questa situazione. Sono, infatti, ormai numerosi i conti correnti online o le carte di pagamento, spesso collegate ad un IBAN (maggiori dettagli su http://www.migliorcontocorrente.org/protestati.htm), a cui i protestati si possono rivolgere per rientrare in possesso di quella operatività bancaria necessaria per vivere il quotidiano e per riacquisire quella credibilità finanziaria perduta con l’iscrizione nel Registro dei Protesti.

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LO STUDIO - Italiani sempre più virtuosi: calano i protesti

di Napoli Magazine

16/11/2024 - 16:34

Napoli è terza per numero di cambiali non pagate e di assegni scoperti

 

Cala in modo significativo il numero di protesti in Italia: nel 2017 sono stati solo 513.000 gli effetti protestati, per un controvalore di 829 milioni di euro. Forse a qualcuno può sembrare comunque una cifra spropositata di ‘pagherò’ insoluti, ma è giusto sottolineare che due anni fa il totale, in termini di capitale, di cambiali e assegni non pagati aveva superato la quota di 1,3 miliardi di euro.

 

Ciò è quanto emerge da un’Indagine di Unioncamere e InfoCamere: gli italiani stanno diventando sempre più responsabili sotto il profilo finanziario, a dispetto dei luoghi comuni e della tanto odiata crisi economica che da un decennio ha messo in ginocchio il paese.

 

In termini percentuali il calo si traduce nel 31% per quanto riguarda il numero di protesti e nel quasi 40%, 39,5% per l’esattezza, in termini di valore.

 

Analisi territoriale

 

Sul gradino più alto del podio delle regioni più virtuose si piazzano le Marche, seguite da due capisaldi del nordest italiano, ossia il Trentino Alto Adige e il Veneto. La nostra regione conquista, invece, il terzo posto nella classifica opposta, quella delle regioni che registrano il maggior numero di titoli non pagati, con 76.062 effetti protestati, dietro a Lombardia, seconda con 77.627, e il Lazio, che vince la medaglia d’oro in negativo con 88.690 pagherò non saldati.

 

Assolutamente sovrapponibile a quella regionale, l’analisi relativa alle città meno affidabili, che vede Roma in testa, con 67.648 protesti, seguita da Milano, con 43.669, e la nosra Napoli, con 36.643.

 

Un titolo su dieci è una cambiale

 

Dei 513 mila titoli iscritti nel Registro Informatico dei Protesti, ben 413.971 sono cambiali, ossia l’81% del totale, dato che conferma anche un’altra tendenza del consumatore nazionale, il quale sembra faccia sempre meno ricorso all’assegno, strumento di pagamento ormai considerato obsoleto.

 

Conto corrente per protestati: si può

 

Nonostante il fragoroso calo di pagherò non pagati, però, resta difficile la vita economica di chi, volente o nolente, si ritrova iscritto nel database dei protestati; gli istituti di credito tradizionali, infatti, continuano a mostrare una certa resistenza nel dare fiducia ai cattivi pagatori, i quali corrono il rischio di non poter aprire neanche un conto corrente standard.

 

Per fortuna la tecnologia applicata alla finanza viene in aiuto di chi si trova in questa situazione. Sono, infatti, ormai numerosi i conti correnti online o le carte di pagamento, spesso collegate ad un IBAN (maggiori dettagli su http://www.migliorcontocorrente.org/protestati.htm), a cui i protestati si possono rivolgere per rientrare in possesso di quella operatività bancaria necessaria per vivere il quotidiano e per riacquisire quella credibilità finanziaria perduta con l’iscrizione nel Registro dei Protesti.