I "puristi" dell'Nba, cresciuti con le schiacciate di Michael Jordan e i numeri di Kobe Bryant, l'aveva bocciata con un po' di presunzione: una "americanata". Ma la nuova formula dell'All Star Game andata in scena a San Francisco ha entusiasmato il pubblico e divertito anche i giocatori. Il tentativo di rinnovare il vecchio format della tradizionale sfida tra i migliori atleti della stagione è stato un successo. Per la prima volta - oltre le tradizionali gare del tiro da tre e delle schiacciate che non sono state toccate - la gara tra le stelle del campionato più ricco e importante di basket al mondo si è trasformata in un mini-torneo a quattro squadre. Quindi tre partite, le due semifinali e la finale, senza limiti di tempo dove a vincere è il quintetto capace di segnare per primo i 40 punti: più giocate in attacco e meno difesa. Per la cronaca - ma nello sport Usa spesso il risultato è secondario rispetto allo spettacolo - la vittoria è andata alla squadra guidata in panchina da una vecchia gloria come Shaquille O'Neal che ha schierato in campo, tra gli altri, Jayson Tatum e Stephen Curry. L'ex stella dei Magic e dei Lakers aveva di fatto nel suo roster quasi il Dream Team di Parigi 2024: Curry, beniamino di casa e stella dei Golden State Warriors, è stato votato come Mvp. In finale il team allenato da "Big Diesel" ha battuto 41-25 i Global Stars, la squadra con stelle internazionali messa insieme da Charles Barkley, in cui ha brillato l'asso francese Victor Wembanyama. In semifinale i Global Stars avevano battuto 41-32 (12 punti di Shai Gilgeous-Alexander) il Team Young Stars che vedeva in panchina Kenny Smith. Nell'altra semifinale, la squadra di Shaquille aveva superato le Rising Stars di Candace Parker, una delle migliori giocatrici di ogni tempo, che si erano qualificate venerdì in un ulteriore minitorneo riservato a rookie, vip come attori e cantanti e atleti di altri sport. Il programma, sulla carta molto confuso, alla fine ha raggiunto i propri obiettivi: pubblico in delirio e ascolti tv alti. Anche i giocatori hanno espresso parare positivo per la nuova formula più "competitiva". Unica nota stonata il forfait di Lebron James, il primo in 20 anni, a poche ore dal suo debutto in campo agli All Star Games 2025 a causa di un leggere infortunio, a una caviglia.
di Napoli Magazine
17/02/2025 - 13:14
I "puristi" dell'Nba, cresciuti con le schiacciate di Michael Jordan e i numeri di Kobe Bryant, l'aveva bocciata con un po' di presunzione: una "americanata". Ma la nuova formula dell'All Star Game andata in scena a San Francisco ha entusiasmato il pubblico e divertito anche i giocatori. Il tentativo di rinnovare il vecchio format della tradizionale sfida tra i migliori atleti della stagione è stato un successo. Per la prima volta - oltre le tradizionali gare del tiro da tre e delle schiacciate che non sono state toccate - la gara tra le stelle del campionato più ricco e importante di basket al mondo si è trasformata in un mini-torneo a quattro squadre. Quindi tre partite, le due semifinali e la finale, senza limiti di tempo dove a vincere è il quintetto capace di segnare per primo i 40 punti: più giocate in attacco e meno difesa. Per la cronaca - ma nello sport Usa spesso il risultato è secondario rispetto allo spettacolo - la vittoria è andata alla squadra guidata in panchina da una vecchia gloria come Shaquille O'Neal che ha schierato in campo, tra gli altri, Jayson Tatum e Stephen Curry. L'ex stella dei Magic e dei Lakers aveva di fatto nel suo roster quasi il Dream Team di Parigi 2024: Curry, beniamino di casa e stella dei Golden State Warriors, è stato votato come Mvp. In finale il team allenato da "Big Diesel" ha battuto 41-25 i Global Stars, la squadra con stelle internazionali messa insieme da Charles Barkley, in cui ha brillato l'asso francese Victor Wembanyama. In semifinale i Global Stars avevano battuto 41-32 (12 punti di Shai Gilgeous-Alexander) il Team Young Stars che vedeva in panchina Kenny Smith. Nell'altra semifinale, la squadra di Shaquille aveva superato le Rising Stars di Candace Parker, una delle migliori giocatrici di ogni tempo, che si erano qualificate venerdì in un ulteriore minitorneo riservato a rookie, vip come attori e cantanti e atleti di altri sport. Il programma, sulla carta molto confuso, alla fine ha raggiunto i propri obiettivi: pubblico in delirio e ascolti tv alti. Anche i giocatori hanno espresso parare positivo per la nuova formula più "competitiva". Unica nota stonata il forfait di Lebron James, il primo in 20 anni, a poche ore dal suo debutto in campo agli All Star Games 2025 a causa di un leggere infortunio, a una caviglia.