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VIDEO - Napoli, il Palargento da rudere è diventato una discarica
31.05.2019 15:23 di Napoli Magazine Fonte: Paolo Barbuto per Il Mattino

La visita al Palabarbuto che rinasce si conclude con un pugno allo stomaco. Esci e vai a sbattere con lo sguardo sulle macerie del Palargento, la casa del basket d'un tempo, quella che ha avvicinato alla palla a spicchi generazioni di napoletani. La voglia di tornare dentro quel luogo è troppo forte, il cancello del parcheggio è spalancato, il richiamo è inesorabile, in un attimo ti ritrovi dentro al Palargento. Solo chi ha vissuto quel luogo può capire il magone che ti assale mentre ti avvicini a quelle pietre crollate; solo chi lì dentro s'è mosso, nelle palestre sottoposte al parquet, può comprendere perché infilarsi fra le macerie e sentirsi inspiegabilmente a casa è tutt'uno. Solo che la sensazione di casa vanisce dietro la prima colonna del gigante ridotto in macerie. Riesci a penetrare attraverso la vegetazione, ti avvii verso i resti delle palestre e scopri che non ci sono più, seppellite da tonnellate di macerie, rifiuti edili, scarichi di lavori di giardinaggio, sacchetti d'immondizia comune. E in quel momento la rabbia monta a dismisura: non basta aver devastato il tempio antico della pallacanestro napoletana abbattendolo per metà e lasciandolo, nudo, esposto alla vergogna della città; c'è pure chi viene a violentarlo trasformandolo in una discarica, a costo zero, di qualunque schifezza.

 

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VIDEO - Napoli, il Palargento da rudere è diventato una discarica

di Napoli Magazine

31/05/2024 - 15:23

La visita al Palabarbuto che rinasce si conclude con un pugno allo stomaco. Esci e vai a sbattere con lo sguardo sulle macerie del Palargento, la casa del basket d'un tempo, quella che ha avvicinato alla palla a spicchi generazioni di napoletani. La voglia di tornare dentro quel luogo è troppo forte, il cancello del parcheggio è spalancato, il richiamo è inesorabile, in un attimo ti ritrovi dentro al Palargento. Solo chi ha vissuto quel luogo può capire il magone che ti assale mentre ti avvicini a quelle pietre crollate; solo chi lì dentro s'è mosso, nelle palestre sottoposte al parquet, può comprendere perché infilarsi fra le macerie e sentirsi inspiegabilmente a casa è tutt'uno. Solo che la sensazione di casa vanisce dietro la prima colonna del gigante ridotto in macerie. Riesci a penetrare attraverso la vegetazione, ti avvii verso i resti delle palestre e scopri che non ci sono più, seppellite da tonnellate di macerie, rifiuti edili, scarichi di lavori di giardinaggio, sacchetti d'immondizia comune. E in quel momento la rabbia monta a dismisura: non basta aver devastato il tempio antico della pallacanestro napoletana abbattendolo per metà e lasciandolo, nudo, esposto alla vergogna della città; c'è pure chi viene a violentarlo trasformandolo in una discarica, a costo zero, di qualunque schifezza.

 

Fonte: Paolo Barbuto per Il Mattino