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ATLETICO SAN LUIS - Joao Pedro: "Il Cagliari la mia seconda pelle, la retrocessione è stata più dolorosa della vicenda doping"
03.10.2025 00:14 di Napoli Magazine
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Joao Pedro, attaccante dell'Atletico San Luis, ha rilasciato un'intervista a L'Unione Sarda. Ecco un estratto: "Tutto bello e speciale, ma il Cagliari è il Cagliari. Solo la mia famiglia sa cosa vuol dire. E ci sto male quando leggo certi commenti: troppi malintesi, troppe cose passate sopra la testa. Ma quando sono andato via ho preferito rimanere in silenzio. Per quella maglia, comunque, ho dato tutto e la sento addosso". Il Cagliari è la mia storia e la mia seconda pelle. Non ci sono ancora tornato, ma prima o poi lo farò. Non basterebbe un'intervista per elencare tutto ciò che mi manca. La mia compagna mi ripete in continuazione che devo tornarci, solo per provare di nuovo certe emozioni. E vi avviso che andrò di nascosto allo stadio, non mi vedrà nessuno. Ad Asseminello ci sono 8 anni di vita. Se fossi ancora a Cagliari, sarebbe una storia d'amore epica. Quest'estate vedendo Sinner seduto e battuto da Alcaraz dopo aver avuto più di un match point, pensavo: gli bastava un punto come a noi un gol quel giorno. Anche se poi da lì il Cagliari è potuto ripartire giocando una Serie B pazzesca con un gol di Pavo al 94'. E quel gol, forse, è stato più bello ed emozionante per chi ama il Cagliari di un eventuale nostro gol a Venezia. Detto questo, ero pronto a parlare e a metterci la faccia, ma non mi hanno fatto parlare. E lì ancora di più ho capito che il mio ciclo a Cagliari era finito. Ed è stata più dolorosa la retrocessione della vicenda doping, dove sapevo di non aver fatto niente di sbagliato".

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ATLETICO SAN LUIS - Joao Pedro: "Il Cagliari la mia seconda pelle, la retrocessione è stata più dolorosa della vicenda doping"

di Napoli Magazine

03/10/2025 - 00:14

Joao Pedro, attaccante dell'Atletico San Luis, ha rilasciato un'intervista a L'Unione Sarda. Ecco un estratto: "Tutto bello e speciale, ma il Cagliari è il Cagliari. Solo la mia famiglia sa cosa vuol dire. E ci sto male quando leggo certi commenti: troppi malintesi, troppe cose passate sopra la testa. Ma quando sono andato via ho preferito rimanere in silenzio. Per quella maglia, comunque, ho dato tutto e la sento addosso". Il Cagliari è la mia storia e la mia seconda pelle. Non ci sono ancora tornato, ma prima o poi lo farò. Non basterebbe un'intervista per elencare tutto ciò che mi manca. La mia compagna mi ripete in continuazione che devo tornarci, solo per provare di nuovo certe emozioni. E vi avviso che andrò di nascosto allo stadio, non mi vedrà nessuno. Ad Asseminello ci sono 8 anni di vita. Se fossi ancora a Cagliari, sarebbe una storia d'amore epica. Quest'estate vedendo Sinner seduto e battuto da Alcaraz dopo aver avuto più di un match point, pensavo: gli bastava un punto come a noi un gol quel giorno. Anche se poi da lì il Cagliari è potuto ripartire giocando una Serie B pazzesca con un gol di Pavo al 94'. E quel gol, forse, è stato più bello ed emozionante per chi ama il Cagliari di un eventuale nostro gol a Venezia. Detto questo, ero pronto a parlare e a metterci la faccia, ma non mi hanno fatto parlare. E lì ancora di più ho capito che il mio ciclo a Cagliari era finito. Ed è stata più dolorosa la retrocessione della vicenda doping, dove sapevo di non aver fatto niente di sbagliato".