Domenica scorsa, durante la partita Fiorentina-Inter, il giovane calciatore Edoardo Bove, 22 anni, è crollato improvvisamente sul campo da gioco, destando grande preoccupazione tra compagni, dirigenti e tifosi. Dopo essere stato prontamente soccorso e defibrillato sul terreno di gioco, il giocatore è stato trasportato d'emergenza all'Ospedale Careggi di Firenze. Attualmente, è in condizioni stabili e verrà presto trasferito dal reparto di terapia intensiva a quello di cardiologia.
Nel corso della diretta di "Casa Serie A", per fare luce su quanto accaduto e comprendere meglio la natura e le possibili cause di un evento tanto drammatico, abbiamo intervistato il Dott. Michele De Grandi, medico dello sport, che ci ha offerto un'analisi approfondita sul caso:
Dottore, com'è possibile che un giovane atleta come Bove, in perfette condizioni fisiche, subisca un malore così grave?
"Al momento, non possiamo dare una risposta definitiva. Servirà del tempo, anche mesi, per completare tutti gli accertamenti necessari e avere un quadro chiaro. Ci sono alcune patologie che possono portare all'arresto cardiaco negli sportivi e che vengono stimolate dallo sforzo fisico. Tra queste, la displasia aritmogena del ventricolo destro è una delle più rilevanti. Questa è una malattia genetica in cui il muscolo cardiaco viene progressivamente sostituito dal tessuto fibroadiposo, aumentando il rischio di aritmia. Un'altra possibile causa potrebbe essere una miocardite, ossia un'infiammazione del muscolo cardiaco, spesso dovuta a infezioni virali. Purtroppo, le infezioni virali possono essere paucisintomatiche, cioè presentare sintomi molto lievi come un semplice mal di gola o una lieve gastroenterite. In alcuni casi, però, l'infezione può colpire direttamente il cuore e portare a conseguenze gravi, soprattutto durante uno sforzo fisico intenso come quello richiesto nel calcio professionistico".
In Italia i calciatori sono sottoposti a rigorosi controlli medici. Com'è possibile che un'eventuale patologia non sia stata individuata?
"È vero, i protocolli di idoneità sportiva in Italia sono tra i più rigorosi al mondo. Ogni atleta professionista viene sottoposto a controlli regolari, inclusi esami del sangue, elettrocardiogrammi e test sotto sforzo. Tuttavia, alcune patologie possono essere in una fase talmente iniziale da non essere rilevabili. Per esempio, la displasia aritmogena può essere presente in forma subclinica e sfuggire ai controlli. Purtroppo, in alcuni casi, la prima manifestazione della patologia è proprio un evento drammatico, come un'aritmia grave o un arresto cardiaco. È una rara condizione, ma è una possibilità da considerare".
Quanto è stato importante l'intervento tempestivo sul campo?
"L'intervento immediato è stato cruciale. In casi di arresto cardiaco, ogni minuto conta. Studi scientifici indicano che per ogni minuto che passa senza defibrillazione, le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 10%. Grazie alla rapidità dei soccorsi, Edoardo Bove è stato defibrillato sul campo e trasportato in ospedale in tempi brevissimi. Questo probabilmente ha salvato la sua vita e ridotto al minimo il rischio di danni cerebrali irreversibili".
Cosa si può dire sul recupero e sul futuro agonistico di Bove? Tornerà a giocare?
"È troppo presto per fare previsioni. Prima di tutto, bisogna stabilire con certezza la causa del malore, un processo che richiederà ulteriori accertamenti. Se la causa fosse qualcosa di relativamente semplice, come un' ipopotassiemia (bassi livelli di potassio nel sangue), i tempi di recupero potrebbero essere brevi e il ritorno all'attività agonistica probabile. tuttavia, ritengo improbabile che il problema sia esclusivamente legato a un livello di potassio basso, considerando il monitoraggio costante a cui sono sottoposti i calciatori professionisti. Se invece si trattasse di una patologia cardiaca più complessa, la priorità sarà sempre la salute del ragazzo. Solo una diagnosi chiara permetterà di valutare se e quando potrà tornare a giocare".
Quali insegnamenti si possono trarre da un caso come questo?
"Questi eventi ci ricordano quanto sia importante la prevenzione e la rapidità dei soccorsi. Fortunatamente, in Italia i controlli di idoneità sportiva sono molto accurati, ei protocolli per la gestione delle emergenze sono ben definiti. Tuttavia, nessun sistema è perfetto, e dobbiamo continuare a migliorare.Potrebbe essere utile implementare test ancora più avanzati, come risonanze magnetiche cardiache, anche se questo comporterebbe costi elevati. Un'altra lezione importante riguarda la presenza di defibrillatori negli impianti sportivi. Il caso di Bove dimostra che avere i giusti strumenti e personale formato sul posto può fare la differenza tra la vita e la morte".
Qual è il messaggio per i giovani atleti e per le loro famiglie?
"Il messaggio è di continuare a praticare sport in sicurezza, affidandosi ai medici e seguendo i controlli prescritti. Anche se episodi come quello di Bove sono drammatici, rimangono rari e non devono incoraggiare i giovani dalla pratica attività fisica. Lo sport, se praticato con attenzione, è un toccasana per la salute. Per le famiglie, invece, è importante capire che dietro ogni atleta c'è un sistema di controllo medico rigoroso e che, in Italia, possiamo contare su uno dei migliori sistemi di monitoraggio sportivo al mondo".
di Napoli Magazine
04/12/2024 - 16:12
Domenica scorsa, durante la partita Fiorentina-Inter, il giovane calciatore Edoardo Bove, 22 anni, è crollato improvvisamente sul campo da gioco, destando grande preoccupazione tra compagni, dirigenti e tifosi. Dopo essere stato prontamente soccorso e defibrillato sul terreno di gioco, il giocatore è stato trasportato d'emergenza all'Ospedale Careggi di Firenze. Attualmente, è in condizioni stabili e verrà presto trasferito dal reparto di terapia intensiva a quello di cardiologia.
Nel corso della diretta di "Casa Serie A", per fare luce su quanto accaduto e comprendere meglio la natura e le possibili cause di un evento tanto drammatico, abbiamo intervistato il Dott. Michele De Grandi, medico dello sport, che ci ha offerto un'analisi approfondita sul caso:
Dottore, com'è possibile che un giovane atleta come Bove, in perfette condizioni fisiche, subisca un malore così grave?
"Al momento, non possiamo dare una risposta definitiva. Servirà del tempo, anche mesi, per completare tutti gli accertamenti necessari e avere un quadro chiaro. Ci sono alcune patologie che possono portare all'arresto cardiaco negli sportivi e che vengono stimolate dallo sforzo fisico. Tra queste, la displasia aritmogena del ventricolo destro è una delle più rilevanti. Questa è una malattia genetica in cui il muscolo cardiaco viene progressivamente sostituito dal tessuto fibroadiposo, aumentando il rischio di aritmia. Un'altra possibile causa potrebbe essere una miocardite, ossia un'infiammazione del muscolo cardiaco, spesso dovuta a infezioni virali. Purtroppo, le infezioni virali possono essere paucisintomatiche, cioè presentare sintomi molto lievi come un semplice mal di gola o una lieve gastroenterite. In alcuni casi, però, l'infezione può colpire direttamente il cuore e portare a conseguenze gravi, soprattutto durante uno sforzo fisico intenso come quello richiesto nel calcio professionistico".
In Italia i calciatori sono sottoposti a rigorosi controlli medici. Com'è possibile che un'eventuale patologia non sia stata individuata?
"È vero, i protocolli di idoneità sportiva in Italia sono tra i più rigorosi al mondo. Ogni atleta professionista viene sottoposto a controlli regolari, inclusi esami del sangue, elettrocardiogrammi e test sotto sforzo. Tuttavia, alcune patologie possono essere in una fase talmente iniziale da non essere rilevabili. Per esempio, la displasia aritmogena può essere presente in forma subclinica e sfuggire ai controlli. Purtroppo, in alcuni casi, la prima manifestazione della patologia è proprio un evento drammatico, come un'aritmia grave o un arresto cardiaco. È una rara condizione, ma è una possibilità da considerare".
Quanto è stato importante l'intervento tempestivo sul campo?
"L'intervento immediato è stato cruciale. In casi di arresto cardiaco, ogni minuto conta. Studi scientifici indicano che per ogni minuto che passa senza defibrillazione, le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 10%. Grazie alla rapidità dei soccorsi, Edoardo Bove è stato defibrillato sul campo e trasportato in ospedale in tempi brevissimi. Questo probabilmente ha salvato la sua vita e ridotto al minimo il rischio di danni cerebrali irreversibili".
Cosa si può dire sul recupero e sul futuro agonistico di Bove? Tornerà a giocare?
"È troppo presto per fare previsioni. Prima di tutto, bisogna stabilire con certezza la causa del malore, un processo che richiederà ulteriori accertamenti. Se la causa fosse qualcosa di relativamente semplice, come un' ipopotassiemia (bassi livelli di potassio nel sangue), i tempi di recupero potrebbero essere brevi e il ritorno all'attività agonistica probabile. tuttavia, ritengo improbabile che il problema sia esclusivamente legato a un livello di potassio basso, considerando il monitoraggio costante a cui sono sottoposti i calciatori professionisti. Se invece si trattasse di una patologia cardiaca più complessa, la priorità sarà sempre la salute del ragazzo. Solo una diagnosi chiara permetterà di valutare se e quando potrà tornare a giocare".
Quali insegnamenti si possono trarre da un caso come questo?
"Questi eventi ci ricordano quanto sia importante la prevenzione e la rapidità dei soccorsi. Fortunatamente, in Italia i controlli di idoneità sportiva sono molto accurati, ei protocolli per la gestione delle emergenze sono ben definiti. Tuttavia, nessun sistema è perfetto, e dobbiamo continuare a migliorare.Potrebbe essere utile implementare test ancora più avanzati, come risonanze magnetiche cardiache, anche se questo comporterebbe costi elevati. Un'altra lezione importante riguarda la presenza di defibrillatori negli impianti sportivi. Il caso di Bove dimostra che avere i giusti strumenti e personale formato sul posto può fare la differenza tra la vita e la morte".
Qual è il messaggio per i giovani atleti e per le loro famiglie?
"Il messaggio è di continuare a praticare sport in sicurezza, affidandosi ai medici e seguendo i controlli prescritti. Anche se episodi come quello di Bove sono drammatici, rimangono rari e non devono incoraggiare i giovani dalla pratica attività fisica. Lo sport, se praticato con attenzione, è un toccasana per la salute. Per le famiglie, invece, è importante capire che dietro ogni atleta c'è un sistema di controllo medico rigoroso e che, in Italia, possiamo contare su uno dei migliori sistemi di monitoraggio sportivo al mondo".