Una nuova vita per Carlo Ancelotti. Dopo tanti anni da allenatore, l’ex Real Madrid ha deciso di provare l’esperienza sulla panchina della Nazionale brasiliana. Con l’obiettivo, come sempre fatto nella lunga carriera dell’allenatore classe ’59, di vincere: “Ci chiedono di vincere il Mondiale e quello proveremo a fare. Il digiuno per il Brasile dura da troppo tempo, giustamente vogliono la sesta coppa“.
Il lavoro di Ancelotti è cambiato con il nuovo ruolo: “Ora devo osservare di più” – spiega il commissario tecnico del Brasile – “Vivo in diretta il campionato brasiliano e a distanza quelli europei visto che abbiamo una serie di collaboratori sparsi per il nostro continente. In questi mesi abbiamo seguito una sessantina di giocatori, è un lavoro diverso. E mi piace“.
L’allenatore di Reggiolo ha parlato del gruppo verdeoro: “L’ambiente è completamente diverso da quello di un club: in ritiro si gioca a carte, si sta insieme, si chiacchiera, i telefoni sono in secondo o terzo piano, c’è molta disciplina. I veterani tirano il gruppo e i giovani si adeguano non solo senza problemi ma con entusiasmo. C’è veramente una bella atmosfera. Non voglio sembrare romantico o nostalgico ma mi sembra di essere tornato indietro ai tempi della mia Roma, quando ci spostavamo in treno perché Liedholm non amava gli aerei. Penso sia una questione di cultura condivisa, e poi tutti parlano la stessa lingua, cosa fondamentale che aiuta a unire il gruppo. Non c’ero più abituato ed è molto bello, una lieta sorpresa“.
Non poteva mancare un riferimento all’esperienza di Davide Ancelotti, allenatore del Botafogo: “Soffro tanto a vedere le partite del Botafogo, esattamente come soffrono tutti i genitori. È un’esperienza particolare, però è bello averlo qui, siamo in famiglia“.
Carlo Ancelotti ha parlato della sua lunga carriera: “Ci penso spesso, che bel giro che ho fatto dietro al pallone. Sono stato un uomo fortunato, ho conosciuto tante culture. Ora sto scoprendo il Brasile dove non ero mai stato, ed è un Paese molto molto interessante. Mi chiedono sempre di disegnare l’11 con i calciatori che ho allenato, ed è impossibile. Qualche giorno fa mi hanno mandato una lista di giocatori divisi per ruolo e non se ne esce, troppi nomi, troppo talento, troppa qualità. Beh, anche per le città nelle quali ho vissuto vale lo stesso: impossibile scegliere“.
Verso il Mondiale, invece: “Le favorite sono le solite. Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Argentina, Portogallo. Ma occhio, con 48 squadre ci saranno sicuramente sorprese. Domani giochiamo con il Senegal che ha battuto 3-1 l’Inghilterra, sono fortissimi. Così come il Marocco che sta facendo benissimo. Bisogna essere pronti e preparati“.
Ancelotti ha parlato anche della situazione dell’Italia di Gattuso, che dovrà passare di nuovo dai playoff per spezzare il tabù Mondiali: “Spero che riesca a qualificarsi. Deve qualificarsi. E sinceramente penso che ce la farà“. Con un augurio speciale: “Poi ci diamo appuntamento in finale: saremmo tutti felici, gli italiani, i brasiliani e io in particolare. A livello emozionale per me sarebbe meraviglioso“.
Non poteva mancare un commento all’approccio di Modric con la maglia del Milan: “Sono contentissimo che stia rimanendo sui suoi altissimi livelli, e la cosa per me non è assolutamente sorprendente. Sapevo che avrebbe fatto bene perché ha l’obiettivo del Mondiale, gioca una volta a settimana e l’anno scorso nel mio Madrid è stato l’unico giocatore che non ha saltato un solo allenamento“. E sul derby, invece: “Equilibrato come la Serie A. L’Inter ha mantenuto la stessa struttura e Chivu sta seguendo la stessa linea di Inzaghi. L’Inter è una squadra molto solida, come il Milan. Per questo mi aspetto una partita bloccata. In più sull’Inter va detto che è la squadra più europea che abbiamo: sta facendo benissimo in Champions dove ha vinto tutte le partite e viene dalle due finali in 3 anni. Mantiene il suo livello con grande continuità, Marotta è veramente un dirigente capace e ha fatto un grande lavoro“.
Nonostante l’addio, continua il rapporto speciale tra Ancelotti e il Real Madrid: “Lo seguo perché lì ci sono Vinicius, Rodrygo, Militao ed Endrick, quindi ho anche un occhio interessato oltre che un legame affettivo. Xabi Alonso ha iniziato molto bene, ha vinto quasi tutte le partite perdendo con l’Atletico in Liga, dove comunque è primo, e a Liverpool in Champions. Di più non poteva fare. Sono arrivati giocatori nuovi, ha trovato solidità difensiva coi rientri di Militao, Huijsen e Carreras, mi sembra molto competitivo“.
Sulla Champions League, invece: “Si deciderà in primavera. Ora è difficile dire qualcosa di definitivo, la prima fase non è granché indicativa. Lo scorso anno il Paris Saint Germain si è qualificato all’ultima giornata e poi ha vinto il trofeo. L’idea di rendere più interessante la fase di gruppo è riuscita solo parzialmente: ci sono partite molto belle ma anche tante altre che finiscono 7-0 o 8-1. Diciamo che è contraddittorio: l’idea era positiva ma si è fermata un po’ lì e oggi come due anni fa l’interesse vero arriva con gli scontri diretti“.
di Napoli Magazine
14/11/2025 - 12:22
Una nuova vita per Carlo Ancelotti. Dopo tanti anni da allenatore, l’ex Real Madrid ha deciso di provare l’esperienza sulla panchina della Nazionale brasiliana. Con l’obiettivo, come sempre fatto nella lunga carriera dell’allenatore classe ’59, di vincere: “Ci chiedono di vincere il Mondiale e quello proveremo a fare. Il digiuno per il Brasile dura da troppo tempo, giustamente vogliono la sesta coppa“.
Il lavoro di Ancelotti è cambiato con il nuovo ruolo: “Ora devo osservare di più” – spiega il commissario tecnico del Brasile – “Vivo in diretta il campionato brasiliano e a distanza quelli europei visto che abbiamo una serie di collaboratori sparsi per il nostro continente. In questi mesi abbiamo seguito una sessantina di giocatori, è un lavoro diverso. E mi piace“.
L’allenatore di Reggiolo ha parlato del gruppo verdeoro: “L’ambiente è completamente diverso da quello di un club: in ritiro si gioca a carte, si sta insieme, si chiacchiera, i telefoni sono in secondo o terzo piano, c’è molta disciplina. I veterani tirano il gruppo e i giovani si adeguano non solo senza problemi ma con entusiasmo. C’è veramente una bella atmosfera. Non voglio sembrare romantico o nostalgico ma mi sembra di essere tornato indietro ai tempi della mia Roma, quando ci spostavamo in treno perché Liedholm non amava gli aerei. Penso sia una questione di cultura condivisa, e poi tutti parlano la stessa lingua, cosa fondamentale che aiuta a unire il gruppo. Non c’ero più abituato ed è molto bello, una lieta sorpresa“.
Non poteva mancare un riferimento all’esperienza di Davide Ancelotti, allenatore del Botafogo: “Soffro tanto a vedere le partite del Botafogo, esattamente come soffrono tutti i genitori. È un’esperienza particolare, però è bello averlo qui, siamo in famiglia“.
Carlo Ancelotti ha parlato della sua lunga carriera: “Ci penso spesso, che bel giro che ho fatto dietro al pallone. Sono stato un uomo fortunato, ho conosciuto tante culture. Ora sto scoprendo il Brasile dove non ero mai stato, ed è un Paese molto molto interessante. Mi chiedono sempre di disegnare l’11 con i calciatori che ho allenato, ed è impossibile. Qualche giorno fa mi hanno mandato una lista di giocatori divisi per ruolo e non se ne esce, troppi nomi, troppo talento, troppa qualità. Beh, anche per le città nelle quali ho vissuto vale lo stesso: impossibile scegliere“.
Verso il Mondiale, invece: “Le favorite sono le solite. Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Argentina, Portogallo. Ma occhio, con 48 squadre ci saranno sicuramente sorprese. Domani giochiamo con il Senegal che ha battuto 3-1 l’Inghilterra, sono fortissimi. Così come il Marocco che sta facendo benissimo. Bisogna essere pronti e preparati“.
Ancelotti ha parlato anche della situazione dell’Italia di Gattuso, che dovrà passare di nuovo dai playoff per spezzare il tabù Mondiali: “Spero che riesca a qualificarsi. Deve qualificarsi. E sinceramente penso che ce la farà“. Con un augurio speciale: “Poi ci diamo appuntamento in finale: saremmo tutti felici, gli italiani, i brasiliani e io in particolare. A livello emozionale per me sarebbe meraviglioso“.
Non poteva mancare un commento all’approccio di Modric con la maglia del Milan: “Sono contentissimo che stia rimanendo sui suoi altissimi livelli, e la cosa per me non è assolutamente sorprendente. Sapevo che avrebbe fatto bene perché ha l’obiettivo del Mondiale, gioca una volta a settimana e l’anno scorso nel mio Madrid è stato l’unico giocatore che non ha saltato un solo allenamento“. E sul derby, invece: “Equilibrato come la Serie A. L’Inter ha mantenuto la stessa struttura e Chivu sta seguendo la stessa linea di Inzaghi. L’Inter è una squadra molto solida, come il Milan. Per questo mi aspetto una partita bloccata. In più sull’Inter va detto che è la squadra più europea che abbiamo: sta facendo benissimo in Champions dove ha vinto tutte le partite e viene dalle due finali in 3 anni. Mantiene il suo livello con grande continuità, Marotta è veramente un dirigente capace e ha fatto un grande lavoro“.
Nonostante l’addio, continua il rapporto speciale tra Ancelotti e il Real Madrid: “Lo seguo perché lì ci sono Vinicius, Rodrygo, Militao ed Endrick, quindi ho anche un occhio interessato oltre che un legame affettivo. Xabi Alonso ha iniziato molto bene, ha vinto quasi tutte le partite perdendo con l’Atletico in Liga, dove comunque è primo, e a Liverpool in Champions. Di più non poteva fare. Sono arrivati giocatori nuovi, ha trovato solidità difensiva coi rientri di Militao, Huijsen e Carreras, mi sembra molto competitivo“.
Sulla Champions League, invece: “Si deciderà in primavera. Ora è difficile dire qualcosa di definitivo, la prima fase non è granché indicativa. Lo scorso anno il Paris Saint Germain si è qualificato all’ultima giornata e poi ha vinto il trofeo. L’idea di rendere più interessante la fase di gruppo è riuscita solo parzialmente: ci sono partite molto belle ma anche tante altre che finiscono 7-0 o 8-1. Diciamo che è contraddittorio: l’idea era positiva ma si è fermata un po’ lì e oggi come due anni fa l’interesse vero arriva con gli scontri diretti“.