Calcio
C21 - Chiariello: "Vendere Allan subito per essere competitivi"
22.01.2019 00:06 di Napoli Magazine

Umberto Chiariello, giornalista, scrive su Rispettalosport.com: "Mi si accusa di accettare senza batter ciglio un’eventuale cessione di Allan a gennaio. Lo confermo: per Barella subito lo farei immediatamente (e ci restano pure tanti soldi). Ed aggiungo pure altro. Non mi farebbe specie manco continuare la stagione senza il brasiliano attendendo l’arrivo di Barella (ed anche Chiesa, Lozano, Lobotka, tanto per fare dei nomi molto gettonati) a giugno. Magari rivalutando Rog, invece di mandarlo altrove. Perché tanto la Champions League è in cassaforte e gli obiettivi di coppe minori (per me l’Europa League resta una coppa di consolazione) non mi scaldano il cuore anche se è sempre piacevole vincerne una per il gusto di aver vinto qualcosa. Non mi farebbe specie anche se mi piacerebbe tanto tenere tutti i più forti, sia chiaro, e magari aggiungere altri pezzi importanti all’organico. Ma sarei solo un sognatore, ed aggiungo perfino ingenuo e male informato, non avendo o volendo capire la realtà del calcio attuale e la specificità napoletana. Anche perché a certe cifre e certe piazze, il calciatore non lo puoi più tenere se decide di cambiare. Ed aggiungo di più: sono disposto ad accettare anche qualche anno di sacrificio tecnico non reivestendo tutto il ricavato dalle plusvalenze pur di dedicarlo alle strutture (e non mi riferisco solo allo stadio ma anche ad un Centro Sportivo e annesso Museo), con la consapevolezza che a gioco medio-lungo il ritorno economico sarebbe ancor più forte e renderebbe la squadra competitiva (sull’esempio di Atletico Bilbao e Atletico Madrid, per dire). Perché aumenterebbe i ricavi strutturali, il vero nodo del Napoli. Mi scrive una persona, peraltro colta e tutt’altro che sprovveduta: “Il Dott. Chiariello ha sposato la politica presidenziale, ieri sera era contento come una Pasqua per i 15 punti di vantaggio accumulati nei confronti della quinta, ormai ADL ha contagiato tutti”. Che io abbia sposato la politica presidenziale in quanto filosofia gestionale (non nei comportamenti ed in alcuni fatti spesso da me aspramente criticati) non è da oggi, per il semplice fatto che – avendo esperienza di direzione aziendale – la ritengo l’unica possibile e praticabile a Napoli. D’altronde i risultati di questi anni danno abbondantemente ragione al produttore romano. Il fatto che fossi contento (felicità è altro, si è felici se si vince) è ovvio perché voglio il bene della mia squadra del cuore e so con cognizione di causa che fallire un anno di Champions League comporta una perdita secca di bilancio di oltre 60 milioni che può essere coperta o depauperando le riserve o più facilmente depauperando il patrimonio tecnico con cessoni importanti che abbasserebbero il livello di competitività della squadra. Cedere per crescere e non per ripianare buchi di bilancio invece è politica giusta e doverosa, ed in questi anni si è sempre fatto bene, pur sapendo che non tutte le ciambelle riescono col buco e quindi non tutti i prospetti sfonderanno. Ma operazioni tipo Jorginho a 65 milioni in uscita (solo un buon giocatore) e Ruiz a 30 in entrata (gran giocatore) ci possono portare a competere per la vittoria. Sapendo che vincere contro chi fattura il doppio o il triplo ed ha un potere enorme è impresa titanica".

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C21 - Chiariello: "Vendere Allan subito per essere competitivi"

di Napoli Magazine

22/01/2024 - 00:06

Umberto Chiariello, giornalista, scrive su Rispettalosport.com: "Mi si accusa di accettare senza batter ciglio un’eventuale cessione di Allan a gennaio. Lo confermo: per Barella subito lo farei immediatamente (e ci restano pure tanti soldi). Ed aggiungo pure altro. Non mi farebbe specie manco continuare la stagione senza il brasiliano attendendo l’arrivo di Barella (ed anche Chiesa, Lozano, Lobotka, tanto per fare dei nomi molto gettonati) a giugno. Magari rivalutando Rog, invece di mandarlo altrove. Perché tanto la Champions League è in cassaforte e gli obiettivi di coppe minori (per me l’Europa League resta una coppa di consolazione) non mi scaldano il cuore anche se è sempre piacevole vincerne una per il gusto di aver vinto qualcosa. Non mi farebbe specie anche se mi piacerebbe tanto tenere tutti i più forti, sia chiaro, e magari aggiungere altri pezzi importanti all’organico. Ma sarei solo un sognatore, ed aggiungo perfino ingenuo e male informato, non avendo o volendo capire la realtà del calcio attuale e la specificità napoletana. Anche perché a certe cifre e certe piazze, il calciatore non lo puoi più tenere se decide di cambiare. Ed aggiungo di più: sono disposto ad accettare anche qualche anno di sacrificio tecnico non reivestendo tutto il ricavato dalle plusvalenze pur di dedicarlo alle strutture (e non mi riferisco solo allo stadio ma anche ad un Centro Sportivo e annesso Museo), con la consapevolezza che a gioco medio-lungo il ritorno economico sarebbe ancor più forte e renderebbe la squadra competitiva (sull’esempio di Atletico Bilbao e Atletico Madrid, per dire). Perché aumenterebbe i ricavi strutturali, il vero nodo del Napoli. Mi scrive una persona, peraltro colta e tutt’altro che sprovveduta: “Il Dott. Chiariello ha sposato la politica presidenziale, ieri sera era contento come una Pasqua per i 15 punti di vantaggio accumulati nei confronti della quinta, ormai ADL ha contagiato tutti”. Che io abbia sposato la politica presidenziale in quanto filosofia gestionale (non nei comportamenti ed in alcuni fatti spesso da me aspramente criticati) non è da oggi, per il semplice fatto che – avendo esperienza di direzione aziendale – la ritengo l’unica possibile e praticabile a Napoli. D’altronde i risultati di questi anni danno abbondantemente ragione al produttore romano. Il fatto che fossi contento (felicità è altro, si è felici se si vince) è ovvio perché voglio il bene della mia squadra del cuore e so con cognizione di causa che fallire un anno di Champions League comporta una perdita secca di bilancio di oltre 60 milioni che può essere coperta o depauperando le riserve o più facilmente depauperando il patrimonio tecnico con cessoni importanti che abbasserebbero il livello di competitività della squadra. Cedere per crescere e non per ripianare buchi di bilancio invece è politica giusta e doverosa, ed in questi anni si è sempre fatto bene, pur sapendo che non tutte le ciambelle riescono col buco e quindi non tutti i prospetti sfonderanno. Ma operazioni tipo Jorginho a 65 milioni in uscita (solo un buon giocatore) e Ruiz a 30 in entrata (gran giocatore) ci possono portare a competere per la vittoria. Sapendo che vincere contro chi fattura il doppio o il triplo ed ha un potere enorme è impresa titanica".