Federico Monga, direttore de Il Mattino di Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione sportiva Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": “Champions a Barcellona? Non è tanto andare a giocare al Camp Nou, ma sono i trasferimenti che possono creare problemi. Comunque in ogni caso si sta in un luogo che dove i contagi sono alti. Non è tanto lo stadio in sé il problema. L’UEFA ha garantito che ci saranno le condizioni per giocare, quindi si andrà a giocare a Barcellona. Pubblico agli stadi? Il calcio senza spettatori, non è calcio. L’appassionato di calcio deve poter gridare, cantare. Il calcio è questo. Almeno allo stadio ci si può lasciare andare, già facciamo una vita troppo formale. Io temo che non si riuscirà. Io voglio abbracciare i miei amici quando la squadra del cuore segna. Razzismo in campo? Posso capire che il giocatore stanco, che ha preso le botte in campo, dica cose brutte, ma è inqualificabile che si parli ancora di queste cose. So bene che la fatica e lo stress agonistico possono far dire cose sbagliate, è successo, e sempre succederà. Ci sono cose però che non capisco. Cosa voleva ottenere quella persona rivolgendosi in quel modo a Gattuso. Rimango a bocca aperta. Serve un segnale forte".
di Napoli Magazine
04/08/2020 - 15:06
Federico Monga, direttore de Il Mattino di Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione sportiva Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": “Champions a Barcellona? Non è tanto andare a giocare al Camp Nou, ma sono i trasferimenti che possono creare problemi. Comunque in ogni caso si sta in un luogo che dove i contagi sono alti. Non è tanto lo stadio in sé il problema. L’UEFA ha garantito che ci saranno le condizioni per giocare, quindi si andrà a giocare a Barcellona. Pubblico agli stadi? Il calcio senza spettatori, non è calcio. L’appassionato di calcio deve poter gridare, cantare. Il calcio è questo. Almeno allo stadio ci si può lasciare andare, già facciamo una vita troppo formale. Io temo che non si riuscirà. Io voglio abbracciare i miei amici quando la squadra del cuore segna. Razzismo in campo? Posso capire che il giocatore stanco, che ha preso le botte in campo, dica cose brutte, ma è inqualificabile che si parli ancora di queste cose. So bene che la fatica e lo stress agonistico possono far dire cose sbagliate, è successo, e sempre succederà. Ci sono cose però che non capisco. Cosa voleva ottenere quella persona rivolgendosi in quel modo a Gattuso. Rimango a bocca aperta. Serve un segnale forte".