Alessandro Gabrielloni, attaccante del Como, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali del club: "Non ricordo cosa è successo dopo il primo gol in Serie A. Sono orgoglioso di aver segnato in tutte le categorie col Como, di averlo fatto sotto la curva e averlo festeggiato così. La vicinanza col pubblico è stata sempre il mio motore, quello che mi ha spinto a restare per tutti questi anni. Ancora mi ricordo il ritorno in Serie C col Como, non volevo fallire. Sarebbe stata la mia terza esperienza in Serie C, ma stavolta l'ho vissuta diversamente. Non potevo sbagliare. I primi mesi in B sono stati duri, non pensavo che sarei partito titolare ma neanche di essere la quarta scelta. È stato difficile capirlo, ma piano piano ho trovato più spazio e ho fatto gol importanti. È stato un anno fondamentale per la mia crescita. Fabregas? Quando è arrivato, ho pensato: 'O mio Dio, costa sta succedendo?' C'era quasi imbarazzo, io Fabregas lo prendevo alla play. Diciamo che l'evoluzione del Como ha avuto un'impennata proprio da quando è arrivato Cesc, prima come giocatore e poi come allenatore. Cesc ci ha dato una mentalità vincente e ci ha permesso di salire di categoria. Da parte sua ho sentito subito la fiducia, il fatto di essere stati compagni di squadra poi gli ha fatto capire subito cosa posso dare alla squadra. I primi passi in uno stadio come l'Allianz Stadium son stati emozionanti, quei momenti ti fanno sentire un giocatore. Oggi sono orgoglioso di essere simbolo del gruppo Como e di trasmettere ai nuovi arrivati cosa rappresenta questa maglia. Il primo gol in Serie A? Eravamo nel momento più difficile della stagione, per quello ho aspettato tanti mesi prima di segnare (ride, ndr)".
di Napoli Magazine
19/06/2025 - 21:59
Alessandro Gabrielloni, attaccante del Como, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali del club: "Non ricordo cosa è successo dopo il primo gol in Serie A. Sono orgoglioso di aver segnato in tutte le categorie col Como, di averlo fatto sotto la curva e averlo festeggiato così. La vicinanza col pubblico è stata sempre il mio motore, quello che mi ha spinto a restare per tutti questi anni. Ancora mi ricordo il ritorno in Serie C col Como, non volevo fallire. Sarebbe stata la mia terza esperienza in Serie C, ma stavolta l'ho vissuta diversamente. Non potevo sbagliare. I primi mesi in B sono stati duri, non pensavo che sarei partito titolare ma neanche di essere la quarta scelta. È stato difficile capirlo, ma piano piano ho trovato più spazio e ho fatto gol importanti. È stato un anno fondamentale per la mia crescita. Fabregas? Quando è arrivato, ho pensato: 'O mio Dio, costa sta succedendo?' C'era quasi imbarazzo, io Fabregas lo prendevo alla play. Diciamo che l'evoluzione del Como ha avuto un'impennata proprio da quando è arrivato Cesc, prima come giocatore e poi come allenatore. Cesc ci ha dato una mentalità vincente e ci ha permesso di salire di categoria. Da parte sua ho sentito subito la fiducia, il fatto di essere stati compagni di squadra poi gli ha fatto capire subito cosa posso dare alla squadra. I primi passi in uno stadio come l'Allianz Stadium son stati emozionanti, quei momenti ti fanno sentire un giocatore. Oggi sono orgoglioso di essere simbolo del gruppo Como e di trasmettere ai nuovi arrivati cosa rappresenta questa maglia. Il primo gol in Serie A? Eravamo nel momento più difficile della stagione, per quello ho aspettato tanti mesi prima di segnare (ride, ndr)".