Calcio
CORONAVIRUS - Screening totale, stanze singole, ripresa graduale: cosa prevede il protocollo FIGC
20.04.2020 21:36 di Napoli Magazine

Quarantasette pagine per definire la ripresa degli allenamenti, senza riferimenti concreti alla disputa delle partite. È questo il contenuto del protocollo che ieri la FIGC ha inoltrato al governo, e che sarà oggetto di discussione nel vertice di mercoledì 22 aprile con il ministro dello Sport, Spadafora.

Prima parte.
Sono 35 pagine, tutte dedicate al lato medico, agli esami da effettuarsi per organizzare il ritiro che dovrebbe accompagnare ciascuna squadra alla ripresa. Premesso che il mondo del calcio sa di non poter essere a “rischio zero”, al loro arrivo tutti i giocatori e lo staff tecnico attivo sul campo (cioè coloro che devono necessariamente lavorare con il gruppo squadra) dovrebbero sottoporsi a una serie di esami per dividerli in tre gruppi: guariti da Coronavirus dopo malattia conclamata e dopo malattia liete, mai positivi al contagio. A tal fine, nelle 72-96 ore precedenti al ritiro si procederà a uno screening completo, con anamnesi, visite cliniche, tamponi e test sierologici. Al tampone non saranno sottoposti i guariti, cioè coloro che dopo aver contratto il virus siano risultati due volte negativi ad altri tamponi. In aggiunta a questi esami, tutti si sottoporranno ad ECG a riposo, spirografia ed emocromo.

In caso di dubbi o sospetti del contagio, i soggetti saranno immediatamente allontanati. Tutti i guariti si dovranno poi sottoporre a ulteriori esami per escludere danni permanenti o complicazioni a livello polmonare e cardiaco.

Seconda parte.
Le altre 12 pagine, quelle più propriamente “sportive” perché dedicate alla gestione del ritiro. Tre settimane in tutto: nella prima non allenamenti ma preparazione atletica e tecnica individuale. Allenamenti solo in piccoli gruppi, e sono dettate anche regole sulle distanze delle postazioni negli spogliatoi: almeno 2 metri tra una e l’altra. Le stesse regole sul distanziamento andranno seguite anche a tavola. I giocatori dovrebbero poi alloggiare in stanze singole, dove faranno anche la doccia per evitare i rischi legati a una zona ricca di vapore acqueo. Nelle settimane successive si procederà a una lenta ripresa, con graduale ritorno a un lavoro tecnico “normale”. Restano in piedi le indicazioni su zone comuni, spogliatoi e docce. Per i calciatori che rientreranno dall’estero sarà necessario un periodo di 14 giorni di isolamento prima dello screening, allungando di fatto ulteriormente i tempi della ripresa.

Cosa succede in caso di positività? Oltre all’isolamento del soggetto e alla richiesta di pronto soccorso intervento, si interromperebbe l’allenamento del gruppo, sottoponendo tutti i giocatori del gruppo di riferimento a nuovi test.

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CORONAVIRUS - Screening totale, stanze singole, ripresa graduale: cosa prevede il protocollo FIGC

di Napoli Magazine

20/04/2024 - 21:36

Quarantasette pagine per definire la ripresa degli allenamenti, senza riferimenti concreti alla disputa delle partite. È questo il contenuto del protocollo che ieri la FIGC ha inoltrato al governo, e che sarà oggetto di discussione nel vertice di mercoledì 22 aprile con il ministro dello Sport, Spadafora.

Prima parte.
Sono 35 pagine, tutte dedicate al lato medico, agli esami da effettuarsi per organizzare il ritiro che dovrebbe accompagnare ciascuna squadra alla ripresa. Premesso che il mondo del calcio sa di non poter essere a “rischio zero”, al loro arrivo tutti i giocatori e lo staff tecnico attivo sul campo (cioè coloro che devono necessariamente lavorare con il gruppo squadra) dovrebbero sottoporsi a una serie di esami per dividerli in tre gruppi: guariti da Coronavirus dopo malattia conclamata e dopo malattia liete, mai positivi al contagio. A tal fine, nelle 72-96 ore precedenti al ritiro si procederà a uno screening completo, con anamnesi, visite cliniche, tamponi e test sierologici. Al tampone non saranno sottoposti i guariti, cioè coloro che dopo aver contratto il virus siano risultati due volte negativi ad altri tamponi. In aggiunta a questi esami, tutti si sottoporranno ad ECG a riposo, spirografia ed emocromo.

In caso di dubbi o sospetti del contagio, i soggetti saranno immediatamente allontanati. Tutti i guariti si dovranno poi sottoporre a ulteriori esami per escludere danni permanenti o complicazioni a livello polmonare e cardiaco.

Seconda parte.
Le altre 12 pagine, quelle più propriamente “sportive” perché dedicate alla gestione del ritiro. Tre settimane in tutto: nella prima non allenamenti ma preparazione atletica e tecnica individuale. Allenamenti solo in piccoli gruppi, e sono dettate anche regole sulle distanze delle postazioni negli spogliatoi: almeno 2 metri tra una e l’altra. Le stesse regole sul distanziamento andranno seguite anche a tavola. I giocatori dovrebbero poi alloggiare in stanze singole, dove faranno anche la doccia per evitare i rischi legati a una zona ricca di vapore acqueo. Nelle settimane successive si procederà a una lenta ripresa, con graduale ritorno a un lavoro tecnico “normale”. Restano in piedi le indicazioni su zone comuni, spogliatoi e docce. Per i calciatori che rientreranno dall’estero sarà necessario un periodo di 14 giorni di isolamento prima dello screening, allungando di fatto ulteriormente i tempi della ripresa.

Cosa succede in caso di positività? Oltre all’isolamento del soggetto e alla richiesta di pronto soccorso intervento, si interromperebbe l’allenamento del gruppo, sottoponendo tutti i giocatori del gruppo di riferimento a nuovi test.