Il virus del razzismo continua a infettare il calcio italiano. Stavolta il palcoscenico non è uno di quelli scintillanti della serie A, ma è un campo di provincia, il comunale di Santa Teresa Riva, in provincia di Messina, durante un incontro del campionato di Eccellenza. Domenica pomeriggio il colombiano Jairo Alegria, attaccante della squadra di casa, lo Jonica, è stato preso di mira da insulti razzisti e da versi che nulla hanno a che vedere con lo sport. Il calciatore ha sopportato a lungo d'essere il bersaglio di alcuni tifosi ospiti, la cui squadra, il Città di Avola, oltretutto vinceva 3-0. Fino a quando, stanco di essere dileggiato con insulti e versi della scimmia, si è prima seduto sul terreno di gioco e poi ha deciso di abbandonare il campo, insieme ai compagni di squadra che, inizialmente, volevano convincerlo a proseguire l'incontro. Match sospeso a cinque minuti dalla fine dall'arbitro, Luigi Canicattì di Agrigento, che passa la palla al giudice sportivo: sarà decisivo quello che il direttore di gara ha scritto sul referto; l'esito dell'incontro potrebbe anche essere ribaltato.
Protagonista suo malgrado, l'attaccante colombiano, ventiseienne, dopo una domenica da dimenticare oggi ha provato a sbollire la rabbia visitando il centro di Messina, con un compagno di squadra e con il direttore sportivo dello Jonica, Salvatore Micari. "In otto anni di carriera calcistica - sottolinea Alegria, che ha giocato, oltre che nel proprio Paese, anche in Perù, Bolivia, Repubblica Dominicana e Calabria, prima di approdare in Sicilia - non mi era mai capitato qualcosa del genere, non ce l'ho fatta a restare in campo. Mi sembra assurdo nel 2024, che in Italia ci siano ancora episodi di razzismo. Mi insultavano e continuavano a fare buuu, hanno iniziato al ventesimo del primo tempo. Cose come questa non dovrebbero mai succedere nel calcio, non me la sono sentita di continuare, non capisco la ragione di questo odio".
Lo Jonica si è stretto attorno al proprio tesserato: "La società - si legge in una nota - stigmatizza e condanna i cori razzisti, continuati e percepiti da tutto lo stadio, provenienti in maniera inequivocabile dal settore ospiti, nei confronti del nostro tesserato Jairo Allegria, al quale esprimiamo la nostra solidarietà. Invitiamo tutti gli addetti ai lavori ad abbassare i toni ed eviteremo di partecipare a baruffe social". Le replica del Città di Avola è affidata a un comunicato ufficiale, in cui si dubita degli attacchi a sfondo razziale subiti dall'attaccante della formazione avversaria: "Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo, per mascherare responsabilità e sconfitta, è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile".
di Napoli Magazine
14/10/2024 - 19:50
Il virus del razzismo continua a infettare il calcio italiano. Stavolta il palcoscenico non è uno di quelli scintillanti della serie A, ma è un campo di provincia, il comunale di Santa Teresa Riva, in provincia di Messina, durante un incontro del campionato di Eccellenza. Domenica pomeriggio il colombiano Jairo Alegria, attaccante della squadra di casa, lo Jonica, è stato preso di mira da insulti razzisti e da versi che nulla hanno a che vedere con lo sport. Il calciatore ha sopportato a lungo d'essere il bersaglio di alcuni tifosi ospiti, la cui squadra, il Città di Avola, oltretutto vinceva 3-0. Fino a quando, stanco di essere dileggiato con insulti e versi della scimmia, si è prima seduto sul terreno di gioco e poi ha deciso di abbandonare il campo, insieme ai compagni di squadra che, inizialmente, volevano convincerlo a proseguire l'incontro. Match sospeso a cinque minuti dalla fine dall'arbitro, Luigi Canicattì di Agrigento, che passa la palla al giudice sportivo: sarà decisivo quello che il direttore di gara ha scritto sul referto; l'esito dell'incontro potrebbe anche essere ribaltato.
Protagonista suo malgrado, l'attaccante colombiano, ventiseienne, dopo una domenica da dimenticare oggi ha provato a sbollire la rabbia visitando il centro di Messina, con un compagno di squadra e con il direttore sportivo dello Jonica, Salvatore Micari. "In otto anni di carriera calcistica - sottolinea Alegria, che ha giocato, oltre che nel proprio Paese, anche in Perù, Bolivia, Repubblica Dominicana e Calabria, prima di approdare in Sicilia - non mi era mai capitato qualcosa del genere, non ce l'ho fatta a restare in campo. Mi sembra assurdo nel 2024, che in Italia ci siano ancora episodi di razzismo. Mi insultavano e continuavano a fare buuu, hanno iniziato al ventesimo del primo tempo. Cose come questa non dovrebbero mai succedere nel calcio, non me la sono sentita di continuare, non capisco la ragione di questo odio".
Lo Jonica si è stretto attorno al proprio tesserato: "La società - si legge in una nota - stigmatizza e condanna i cori razzisti, continuati e percepiti da tutto lo stadio, provenienti in maniera inequivocabile dal settore ospiti, nei confronti del nostro tesserato Jairo Allegria, al quale esprimiamo la nostra solidarietà. Invitiamo tutti gli addetti ai lavori ad abbassare i toni ed eviteremo di partecipare a baruffe social". Le replica del Città di Avola è affidata a un comunicato ufficiale, in cui si dubita degli attacchi a sfondo razziale subiti dall'attaccante della formazione avversaria: "Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo, per mascherare responsabilità e sconfitta, è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile".