Antivigilia di campionato per il Genoa, che domenica sera al Ferraris ospiterà l’Inter di Cristian Chivu. Prima di una serie di sfide dall’alto coefficiente di difficoltà, alle quali i rossoblù arrivano dopo cinque risultati utili consecutivi e l’importante vittoria di Udine. Momento e gara che dalla sala stampa del signorini di Pegli De Rossi ha introdotto così.
“Arriviamo alla partita un po’ meglio visti gli ultimi risultati, ma con la consapevolezza che incontreremo una squadra molto forte. L’Inter se non trova una squadra perfetta di fronte rischia di umiliarti. Col Como sono riusciti a fare tanti gol, sarà una squadra arrabbiata perché contro il Liverpool non meritava di perdere ed è successo con un episodio brutto. Dovremo essere perfetti. Cosa ho detto alla squadra per cercare di trovare l’impresa? Non c’è bisogno che dica che l’Inter è migliore di noi, c’è la classifica a ricordarlo. Contro il Verona, per esempio, ho detto che per me siamo più forti ma puoi perdere se non sei all’altezza. Io ho giocato per 20 anni con una squadra forte, ma abbiamo perso contro le ultime e battuto squadre che erano più forti. Ogni partita si può vincere, anche contro le squadre forti puoi vivere una serata magica. Ogni squadra forte ha una sua lettura e se sbaglieremo lettura la responsabilità sarà mia. Ma i nostri ragazzi dovranno essere perfetti per pensare di battere una squadra pronta e consapevole“.
Sui risultati ottenuti dal suo arrivo al Genoa. “Sorpreso? Speravo di entrare dentro alla testa dei ragazzi, troppe volte facciamo condizione su meriti e strumenti che hanno a disposizione gli allenatori. Spesso si dà una percentuale altissima di importanza al lavoro tattico, che mi piace ma che ha un peso maggiore quando hai tanto tempo a disposizione: la risposta è stata incredibile non perché io sia entrato nella loro testa, ma perché hanno deciso di darci tutto”.
Capitolo infortunati. “Østigard non ci sarà, non ha un infortunio grave ma non abbiamo il tempo tecnico per farlo allenare e vedere se ha qualche minuto nelle gambe”. Al suo posto come a Udine giocherà Otoa. “Può fare tanti passi avanti, è un ragazzo giovanissimo. Ero già consapevole delle sue qualità anche prima di metterlo in campo, é un giocatore moderno, alto e veloce, tecnico e freddo. È anche molto attento, ogni tanto lo stimolo, vorrei parlasse di più ma non so se parla bene italiano, ma è importante nello spogliatoio parlare lingua italiana. Aspetto sottovalutato ma ora non posso anche fare il professore. Vista anche l’età ha un potenziale incredibile. Forse la terza partita di seguito non gliel’avrei fatta giocare, ma l’infortunio di Leo, e il fatto di volere centimetri in più mi porta a confermare i tre dietro”.
Sull’ex compagno di squadra alla Roma Chivu: “Eravamo molto giovani quando giocavamo insieme, eravamo tutti e due che in campo avevamo sempre qualcosa da dire, dal punto di vista tattico e motivazionale: ho il ricordo di un ragazzo tanto intelligente, sono felice dei suoi successi e non è così per tutti, spero non domenica. Merita il successo che sta avendo, le considerazioni positive che sta avendo, sono contento di riabbracciarlo anche fuori dal campo, per le disamine che fa anche post gara è un vantaggio per tutti quanti avere una persona come Cristian. C’è poi anche Kolarov che per me è un fratello. Non ho sentito nessuno dei due per non creare imbarazzo, ma sono contento di ritrovarli”.
Sui tanti tabù sfatati e quelli ancora da sfatare. “Tabù grandi? Nelle prossime cinque partite incontriamo il Pisa a gennaio, poi Inter, Atalanta, Roma e Milan. Speriamo di fare punti, penso che i piccoli traguardi (i tabù sfatati dal suo arrivo, ndr) diventino grandi all’interno di un risultato positivo finale. I risultati fanno tanto, danno l’autostima di cui ha bisogno una squadra per battere una big. Una cosa che, non che mi spaventa ma che non mi va, è parlare di tranquillità. Che se perdiamo non è un dramma. Se perdiamo invece è un problema grande, roviniamo una striscia positiva, non dobbiamo perdere: poi siamo consapevoli che non è un dramma, che é sport, ma se perdiamo é un problema. E poi abbiamo 14 punti, non così tanti quindi dobbiamo fare bene”.
Dal campo alla città che lo ha accolto al suo arrivo al Genoa. “Genova mi ha dato tanto rispetto, l’ho percepito da subito. Ha dimenticato quanto fossi fastidioso, quanto ero ostico e ostile in campo. Non parlo ora di essere tifoso del Genoa, oggi faccio il mio lavoro qui e domani potrei farlo altrove, il mio atteggiamento però è questo, è spigoloso. Questo spirito è simile al loro ed è per loro piacevole. Io sono felice di questo, non sono freddo, vivo di queste cose: anche all’apertura dello store abbiamo respirato aria rossoblù e ne vivo poca. Entro qui alle 7.20/30 e finisco alle 18 a volte anche dopo, mi sono accorto di non aver mai visto casa mia con la luce. Poi questo amore arriva anche per via dei risultati, se non ci sono torna indietro con altra forma”. Tornando al risultato di Udine. “Il cambio azzeccato Malinovskyi-Messias? Non c’è bisogno di tenere in mano uno spogliatoio serio, sono i giocatori a rendere un mio cambio geniale: ho messo un giocatore di qualità, Malinovskyi era stanco, Messias si era allenato benissimo in queste settimane. Gli allenatori dipendono dai loro giocatori e io ho la fortuna che entrino bene in campo”.
Tornando alla gara di domenica, passo indietro alla sua prima sfida all’Inter da allenatore della Roma. “Con la Roma difendevamo a quattro e abbassavamo El Shaarawy come quinto. Qui noi partiamo a cinque come loro, saremo già più schiantati addosso a loro, dovremo essere bravi a non concedergli palleggio interno. Sono fiducioso, non per quello che ho in mente che farò nel mondo di affrontare l’Inter, ma perché ho una squadra forte, giochiamo in casa, con un ambiente carico. Spero sia una grande serata, il mio obiettivo, il mio incubo ricorrente é fare punti per il Genoa”.
di Napoli Magazine
12/12/2025 - 15:18
Antivigilia di campionato per il Genoa, che domenica sera al Ferraris ospiterà l’Inter di Cristian Chivu. Prima di una serie di sfide dall’alto coefficiente di difficoltà, alle quali i rossoblù arrivano dopo cinque risultati utili consecutivi e l’importante vittoria di Udine. Momento e gara che dalla sala stampa del signorini di Pegli De Rossi ha introdotto così.
“Arriviamo alla partita un po’ meglio visti gli ultimi risultati, ma con la consapevolezza che incontreremo una squadra molto forte. L’Inter se non trova una squadra perfetta di fronte rischia di umiliarti. Col Como sono riusciti a fare tanti gol, sarà una squadra arrabbiata perché contro il Liverpool non meritava di perdere ed è successo con un episodio brutto. Dovremo essere perfetti. Cosa ho detto alla squadra per cercare di trovare l’impresa? Non c’è bisogno che dica che l’Inter è migliore di noi, c’è la classifica a ricordarlo. Contro il Verona, per esempio, ho detto che per me siamo più forti ma puoi perdere se non sei all’altezza. Io ho giocato per 20 anni con una squadra forte, ma abbiamo perso contro le ultime e battuto squadre che erano più forti. Ogni partita si può vincere, anche contro le squadre forti puoi vivere una serata magica. Ogni squadra forte ha una sua lettura e se sbaglieremo lettura la responsabilità sarà mia. Ma i nostri ragazzi dovranno essere perfetti per pensare di battere una squadra pronta e consapevole“.
Sui risultati ottenuti dal suo arrivo al Genoa. “Sorpreso? Speravo di entrare dentro alla testa dei ragazzi, troppe volte facciamo condizione su meriti e strumenti che hanno a disposizione gli allenatori. Spesso si dà una percentuale altissima di importanza al lavoro tattico, che mi piace ma che ha un peso maggiore quando hai tanto tempo a disposizione: la risposta è stata incredibile non perché io sia entrato nella loro testa, ma perché hanno deciso di darci tutto”.
Capitolo infortunati. “Østigard non ci sarà, non ha un infortunio grave ma non abbiamo il tempo tecnico per farlo allenare e vedere se ha qualche minuto nelle gambe”. Al suo posto come a Udine giocherà Otoa. “Può fare tanti passi avanti, è un ragazzo giovanissimo. Ero già consapevole delle sue qualità anche prima di metterlo in campo, é un giocatore moderno, alto e veloce, tecnico e freddo. È anche molto attento, ogni tanto lo stimolo, vorrei parlasse di più ma non so se parla bene italiano, ma è importante nello spogliatoio parlare lingua italiana. Aspetto sottovalutato ma ora non posso anche fare il professore. Vista anche l’età ha un potenziale incredibile. Forse la terza partita di seguito non gliel’avrei fatta giocare, ma l’infortunio di Leo, e il fatto di volere centimetri in più mi porta a confermare i tre dietro”.
Sull’ex compagno di squadra alla Roma Chivu: “Eravamo molto giovani quando giocavamo insieme, eravamo tutti e due che in campo avevamo sempre qualcosa da dire, dal punto di vista tattico e motivazionale: ho il ricordo di un ragazzo tanto intelligente, sono felice dei suoi successi e non è così per tutti, spero non domenica. Merita il successo che sta avendo, le considerazioni positive che sta avendo, sono contento di riabbracciarlo anche fuori dal campo, per le disamine che fa anche post gara è un vantaggio per tutti quanti avere una persona come Cristian. C’è poi anche Kolarov che per me è un fratello. Non ho sentito nessuno dei due per non creare imbarazzo, ma sono contento di ritrovarli”.
Sui tanti tabù sfatati e quelli ancora da sfatare. “Tabù grandi? Nelle prossime cinque partite incontriamo il Pisa a gennaio, poi Inter, Atalanta, Roma e Milan. Speriamo di fare punti, penso che i piccoli traguardi (i tabù sfatati dal suo arrivo, ndr) diventino grandi all’interno di un risultato positivo finale. I risultati fanno tanto, danno l’autostima di cui ha bisogno una squadra per battere una big. Una cosa che, non che mi spaventa ma che non mi va, è parlare di tranquillità. Che se perdiamo non è un dramma. Se perdiamo invece è un problema grande, roviniamo una striscia positiva, non dobbiamo perdere: poi siamo consapevoli che non è un dramma, che é sport, ma se perdiamo é un problema. E poi abbiamo 14 punti, non così tanti quindi dobbiamo fare bene”.
Dal campo alla città che lo ha accolto al suo arrivo al Genoa. “Genova mi ha dato tanto rispetto, l’ho percepito da subito. Ha dimenticato quanto fossi fastidioso, quanto ero ostico e ostile in campo. Non parlo ora di essere tifoso del Genoa, oggi faccio il mio lavoro qui e domani potrei farlo altrove, il mio atteggiamento però è questo, è spigoloso. Questo spirito è simile al loro ed è per loro piacevole. Io sono felice di questo, non sono freddo, vivo di queste cose: anche all’apertura dello store abbiamo respirato aria rossoblù e ne vivo poca. Entro qui alle 7.20/30 e finisco alle 18 a volte anche dopo, mi sono accorto di non aver mai visto casa mia con la luce. Poi questo amore arriva anche per via dei risultati, se non ci sono torna indietro con altra forma”. Tornando al risultato di Udine. “Il cambio azzeccato Malinovskyi-Messias? Non c’è bisogno di tenere in mano uno spogliatoio serio, sono i giocatori a rendere un mio cambio geniale: ho messo un giocatore di qualità, Malinovskyi era stanco, Messias si era allenato benissimo in queste settimane. Gli allenatori dipendono dai loro giocatori e io ho la fortuna che entrino bene in campo”.
Tornando alla gara di domenica, passo indietro alla sua prima sfida all’Inter da allenatore della Roma. “Con la Roma difendevamo a quattro e abbassavamo El Shaarawy come quinto. Qui noi partiamo a cinque come loro, saremo già più schiantati addosso a loro, dovremo essere bravi a non concedergli palleggio interno. Sono fiducioso, non per quello che ho in mente che farò nel mondo di affrontare l’Inter, ma perché ho una squadra forte, giochiamo in casa, con un ambiente carico. Spero sia una grande serata, il mio obiettivo, il mio incubo ricorrente é fare punti per il Genoa”.