Francesco Pezone, amico di Marek Hamsik, ha parlato di lui ai microfoni di CalcioNapoli24.
Francesco, me lo racconti il tuo rapporto con Marek?
“È un rapporto che ormai dura dal secondo giorno forse che Marek è venuto a Napoli. Io l'ho conosciuto qui a Castel Volturno. È un rapporto costruito sulla fiducia, sul rispetto e sulla condivisione. Ne abbiamo condivisi tanti di momenti belli insieme, qualcuno anche brutto, qualche sconfitta, però sono stati veramente tanti momenti belli trascorsi insieme che ancora trascorriamo perché ci vediamo spesso”.
Marek arriva a Napoli, viene presentato, cresta alta, un ragazzo di 20 anni, timido, gracilino. Cosa hai pensato quando l'hai visto per la prima volta?
“In quel periodo c'erano anche altri calciatori che vivevano qui a Castel Volturno e che io conoscevo. Mi fu presentato da uno di loro: un ragazzo semplice, l'ho conosciuto forse il secondo giorno, come ho detto, che era venuto qui a Napoli. Un ragazzo molto semplice e timido. Poi se il nostro rapporto è durato, si è rafforzato sempre di più è perché io non lo vedevo più come calciatore, ma come l'amico della porta accanto”.
Marek ha fatto una scelta di vita, è venuto qui a Castelvolturno: ci è rimasto, Castelvolturno è diventata casa sua
“Marek ha sempre detto che già dal primo giorno che si è trasferito a Castel Volturno, era concentrato a far sì che quella diventasse una scelta di vita. Lui non voleva vivere lontano dal centro sportivo ed essendo che il centro sportivo qui a Castel Volturno, voleva arrivarci nel minor tempo possibile senza stress, senza traffico, senza fare ore di auto”.
In campo lo conosciamo tutti, nella vita privata Marek com'è?
“Un ragazzo semplice, buono, sensibile, ha tanti pregi, forse anche timido, molte volte può sembrare un po' chiuso ma è un simpaticone: è affettuoso, ha veramente tantissimi pregi”.
Non vuole mai perdere…
“Non vuole mai perdere, anche se gioca con noi a sasso, carta, forbici: non finisce di giocare finché non vince. Anni fa facevamo dei tornei a casa di mio fratello con la Wii: la prima sera che ci riunimmo, incominciamo a giocare e lui non vinse, forse arrivò secondo, terzo, ma non gli bastò. Il giorno dopo andò a comprarsi tutto l'occorrente e per quattro cinque giorni non organizzò niente. Poi decise di organizzare un torneo e notammo subito la trasformazione e capimmo che si era esercitato”.
I tatuaggi... Ne avrai sicuramente tanti di aneddoti, raccontacene qualcuno.
“Sono tanti e tanti rimarranno dentro di me perché sono rapporti personali. Però ti dico che il primo mio tatuaggio l'ho fatto per una scommessa con lui e anche il secondo. Il primo facciamo una scommessa io… bancarella che vendeva bandiere e sciarpe. Abbassò il finestrino e disse: "La sciarpa più bella è quella che hai con quel ragazzo con la cresta”. Il ragazzo si girò, restò incredulo e gli regalò la sciarpa”.
Hai mai temuto che potessi andare via? Lui ha sempre rifiutato ogni destinazione.
“Nei 12 anni e mezzo che è stato a Napoli, ogni anno suonavano sirene e ti dico che ci sono state squadre come il Milan che veramente è stato molto vicino e se non è successo è perché lui non ha avuto mai intenzione di andare via. Ricordo che a Dimaro, quando tutti cantavano 'chi non salta è milanista’, lui iniziò a saltare come un pazzo. Anche la Juve e altre squadre ci hanno provato, ma sempre senza successo”.
Il tuo saluto…
“Io con Marek quasi mi sento quotidianamente ma non vedo l’ora di raggiungerlo il 2 luglio. Il 5 tutti a Bratislava per questo bellissimo evento, dove rivedremo tantissimi compagni di squadra. Sarà l’occasione giusta per rivedersi dopo un po’ di tempo”.
di Napoli Magazine
04/07/2025 - 15:48
Francesco Pezone, amico di Marek Hamsik, ha parlato di lui ai microfoni di CalcioNapoli24.
Francesco, me lo racconti il tuo rapporto con Marek?
“È un rapporto che ormai dura dal secondo giorno forse che Marek è venuto a Napoli. Io l'ho conosciuto qui a Castel Volturno. È un rapporto costruito sulla fiducia, sul rispetto e sulla condivisione. Ne abbiamo condivisi tanti di momenti belli insieme, qualcuno anche brutto, qualche sconfitta, però sono stati veramente tanti momenti belli trascorsi insieme che ancora trascorriamo perché ci vediamo spesso”.
Marek arriva a Napoli, viene presentato, cresta alta, un ragazzo di 20 anni, timido, gracilino. Cosa hai pensato quando l'hai visto per la prima volta?
“In quel periodo c'erano anche altri calciatori che vivevano qui a Castel Volturno e che io conoscevo. Mi fu presentato da uno di loro: un ragazzo semplice, l'ho conosciuto forse il secondo giorno, come ho detto, che era venuto qui a Napoli. Un ragazzo molto semplice e timido. Poi se il nostro rapporto è durato, si è rafforzato sempre di più è perché io non lo vedevo più come calciatore, ma come l'amico della porta accanto”.
Marek ha fatto una scelta di vita, è venuto qui a Castelvolturno: ci è rimasto, Castelvolturno è diventata casa sua
“Marek ha sempre detto che già dal primo giorno che si è trasferito a Castel Volturno, era concentrato a far sì che quella diventasse una scelta di vita. Lui non voleva vivere lontano dal centro sportivo ed essendo che il centro sportivo qui a Castel Volturno, voleva arrivarci nel minor tempo possibile senza stress, senza traffico, senza fare ore di auto”.
In campo lo conosciamo tutti, nella vita privata Marek com'è?
“Un ragazzo semplice, buono, sensibile, ha tanti pregi, forse anche timido, molte volte può sembrare un po' chiuso ma è un simpaticone: è affettuoso, ha veramente tantissimi pregi”.
Non vuole mai perdere…
“Non vuole mai perdere, anche se gioca con noi a sasso, carta, forbici: non finisce di giocare finché non vince. Anni fa facevamo dei tornei a casa di mio fratello con la Wii: la prima sera che ci riunimmo, incominciamo a giocare e lui non vinse, forse arrivò secondo, terzo, ma non gli bastò. Il giorno dopo andò a comprarsi tutto l'occorrente e per quattro cinque giorni non organizzò niente. Poi decise di organizzare un torneo e notammo subito la trasformazione e capimmo che si era esercitato”.
I tatuaggi... Ne avrai sicuramente tanti di aneddoti, raccontacene qualcuno.
“Sono tanti e tanti rimarranno dentro di me perché sono rapporti personali. Però ti dico che il primo mio tatuaggio l'ho fatto per una scommessa con lui e anche il secondo. Il primo facciamo una scommessa io… bancarella che vendeva bandiere e sciarpe. Abbassò il finestrino e disse: "La sciarpa più bella è quella che hai con quel ragazzo con la cresta”. Il ragazzo si girò, restò incredulo e gli regalò la sciarpa”.
Hai mai temuto che potessi andare via? Lui ha sempre rifiutato ogni destinazione.
“Nei 12 anni e mezzo che è stato a Napoli, ogni anno suonavano sirene e ti dico che ci sono state squadre come il Milan che veramente è stato molto vicino e se non è successo è perché lui non ha avuto mai intenzione di andare via. Ricordo che a Dimaro, quando tutti cantavano 'chi non salta è milanista’, lui iniziò a saltare come un pazzo. Anche la Juve e altre squadre ci hanno provato, ma sempre senza successo”.
Il tuo saluto…
“Io con Marek quasi mi sento quotidianamente ma non vedo l’ora di raggiungerlo il 2 luglio. Il 5 tutti a Bratislava per questo bellissimo evento, dove rivedremo tantissimi compagni di squadra. Sarà l’occasione giusta per rivedersi dopo un po’ di tempo”.