Il giornalista Carlo Alvino è intervenuto ai microfoni di Teleclub Italia nel corso di ‘Dillo ad Alvino’ con il suo editoriale: "E’ inutile nasconderlo, non mettiamo certamente la polvere sotto al tappeto, ma sono giorni difficili. Sono giorni difficili, perché Napoli perde a Bologna e perde in malo modo, dopodiché da quel momento in poi si scatena un putiferio. Un putiferio di dichiarazioni, di inciuci, di fake news ed una lettura particolare di quello che accade attorno al mondo Napoli impregnata, lasciatemi dire, da sentimenti non di vera napoletanità. Sono giorni difficili, perché escono fuori improvvisamente delle voci, poi vengono smentite. Ma la smentita a qualcuno non fa piacere e quindi si alimenta la voce in origine. Penso a quello che è successo per esempio per Lobotka, con dichiarazioni vecchie, riproposte e poi smentite dal procuratore. Penso a quello che sta succedendo con Antonio Conte, oggi assente agli allenamenti, in permesso, riprenderà lunedì insieme all'arrivo dei nazionali. Però naturalmente, questo comunicato del Napoli comunque viene, non dico mal interpretato, ma quasi quasi non creduto, come se Conte fosse chissà dove a meditare chissà che cosa. Sono giorni difficili perché sento che dall'Olanda Koeman, il commissario tecnico degli Orange, dice che Noa Lang per 28 giorni in ritiro non ha visto il pallone. E allora dico ma in che mondo viviamo? Tra Dimaro e Castel di Sangro avrà giocato 28 mila partitine Noa Lang, ufficiali e semi ufficiali di allenamento. Lo abbiamo visto, era lui o era un sosia? E poi il Napoli non ha fatto 28 giorni di allenamento tra Dimaro e Castel di Sangro. Allora capisco che c'è un gioco al massacro, capisco che ogni cosa che esce fuori viene interpretata a seconda del proprio modo di declinare quello che accade attorno al Napoli. Questo gioco al massacro a me non piace. Da tifoso del Napoli io non ci parteciperò mai al gioco al massacro, perché sono animato da veri sentimenti di napoletanità. Lascio agli altri partecipare a questo gioco al massacro, me ne guardo bene dal parteciparvi. Però osservo i partecipanti, li osservo, perché poi come spesso accade il tempo è galantuomo e io ho una memoria di elefante. Quindi guardo dall'esterno i partecipanti a questo gioco al massacro in attesa che la ruota giri, perché la ruota girerà e girerà ancora una volta a favore del Napoli. E se questi di oggi sono giorni difficili quelli saranno giorni di divertimento”.
di Napoli Magazine
12/11/2025 - 22:02
Il giornalista Carlo Alvino è intervenuto ai microfoni di Teleclub Italia nel corso di ‘Dillo ad Alvino’ con il suo editoriale: "E’ inutile nasconderlo, non mettiamo certamente la polvere sotto al tappeto, ma sono giorni difficili. Sono giorni difficili, perché Napoli perde a Bologna e perde in malo modo, dopodiché da quel momento in poi si scatena un putiferio. Un putiferio di dichiarazioni, di inciuci, di fake news ed una lettura particolare di quello che accade attorno al mondo Napoli impregnata, lasciatemi dire, da sentimenti non di vera napoletanità. Sono giorni difficili, perché escono fuori improvvisamente delle voci, poi vengono smentite. Ma la smentita a qualcuno non fa piacere e quindi si alimenta la voce in origine. Penso a quello che è successo per esempio per Lobotka, con dichiarazioni vecchie, riproposte e poi smentite dal procuratore. Penso a quello che sta succedendo con Antonio Conte, oggi assente agli allenamenti, in permesso, riprenderà lunedì insieme all'arrivo dei nazionali. Però naturalmente, questo comunicato del Napoli comunque viene, non dico mal interpretato, ma quasi quasi non creduto, come se Conte fosse chissà dove a meditare chissà che cosa. Sono giorni difficili perché sento che dall'Olanda Koeman, il commissario tecnico degli Orange, dice che Noa Lang per 28 giorni in ritiro non ha visto il pallone. E allora dico ma in che mondo viviamo? Tra Dimaro e Castel di Sangro avrà giocato 28 mila partitine Noa Lang, ufficiali e semi ufficiali di allenamento. Lo abbiamo visto, era lui o era un sosia? E poi il Napoli non ha fatto 28 giorni di allenamento tra Dimaro e Castel di Sangro. Allora capisco che c'è un gioco al massacro, capisco che ogni cosa che esce fuori viene interpretata a seconda del proprio modo di declinare quello che accade attorno al Napoli. Questo gioco al massacro a me non piace. Da tifoso del Napoli io non ci parteciperò mai al gioco al massacro, perché sono animato da veri sentimenti di napoletanità. Lascio agli altri partecipare a questo gioco al massacro, me ne guardo bene dal parteciparvi. Però osservo i partecipanti, li osservo, perché poi come spesso accade il tempo è galantuomo e io ho una memoria di elefante. Quindi guardo dall'esterno i partecipanti a questo gioco al massacro in attesa che la ruota giri, perché la ruota girerà e girerà ancora una volta a favore del Napoli. E se questi di oggi sono giorni difficili quelli saranno giorni di divertimento”.