Calcio
IL COMMENTO - Antonella Leardi: "Ciro? Morire per una partita di calcio è una follia"
21.11.2024 15:25 di Napoli Magazine

Antonella Leardi, madre del tifoso azzurro ucciso nel 2014 Ciro Esposito e fondatrice dell'associazione "Ciro Vive", creata per diffondere un messaggio contro la violenza nel mondo del calcio, ha parlato a Il Mattino.

Sul compleanno: "Le feste per i compleanni di Ciro erano bellissime, piene di allegria, parenti e amici: ne venivano almeno duecento ogni anno e saranno molti di più stavolta".

Ricordando la tanta attenzione mediatica ricevuta all'epoca dei fatti: "Un fuoco di paglia quelle attenzioni. Con il passare del tempo sono rimasta da sola. Ma sono credente: ricordo quelle settimane e ancora ringrazio chi ha dedicato un solo giorno a Ciro".

Sui tifosi della Roma e i cori offensivi: "Di loro non mi curo, non valgono niente. Purtroppo ci sono anche napoletani che non hanno compreso il sacrificio di mio figlio".

Parlando di Daniele De Santis, l'uomo che sparò e uccise suo figlio: "Mi chiamò una giornalista per riferirmi che quell'uomo diceva di pensare ogni notte a Ciro... Ma continuava a dire che lui era stato aggredito. Mi arrabbiai perchè non si era pentito e non raccontava la verità di quel pomeriggio".

Intanto a Napoli si muore sempre più spesso per armi da fuoco: "Perchè è l'uomo che è malvagio. Morire per una partita di calcio o per aver calpestato un paio di scarpe griffate: questa è follia. Ragazzi di 16-17 anni che non sono uomini ma bambini: io ho una nipote di 21 anni e la chiamo ancora nennella... Nel profondo del cuore di certe persone dovrebbe accendersi la luce divina. Troppa violenza in giro, io sono nonna e controllando i cellulari dei miei nipoti vedo di tutto".

La fede ha sorretto Antonella in questi dieci anni: "Mi dà una grande forza. Ma quando metto i piedi a terra non posso più abbracciare mio figlio". 

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IL COMMENTO - Antonella Leardi: "Ciro? Morire per una partita di calcio è una follia"

di Napoli Magazine

21/11/2024 - 15:25

Antonella Leardi, madre del tifoso azzurro ucciso nel 2014 Ciro Esposito e fondatrice dell'associazione "Ciro Vive", creata per diffondere un messaggio contro la violenza nel mondo del calcio, ha parlato a Il Mattino.

Sul compleanno: "Le feste per i compleanni di Ciro erano bellissime, piene di allegria, parenti e amici: ne venivano almeno duecento ogni anno e saranno molti di più stavolta".

Ricordando la tanta attenzione mediatica ricevuta all'epoca dei fatti: "Un fuoco di paglia quelle attenzioni. Con il passare del tempo sono rimasta da sola. Ma sono credente: ricordo quelle settimane e ancora ringrazio chi ha dedicato un solo giorno a Ciro".

Sui tifosi della Roma e i cori offensivi: "Di loro non mi curo, non valgono niente. Purtroppo ci sono anche napoletani che non hanno compreso il sacrificio di mio figlio".

Parlando di Daniele De Santis, l'uomo che sparò e uccise suo figlio: "Mi chiamò una giornalista per riferirmi che quell'uomo diceva di pensare ogni notte a Ciro... Ma continuava a dire che lui era stato aggredito. Mi arrabbiai perchè non si era pentito e non raccontava la verità di quel pomeriggio".

Intanto a Napoli si muore sempre più spesso per armi da fuoco: "Perchè è l'uomo che è malvagio. Morire per una partita di calcio o per aver calpestato un paio di scarpe griffate: questa è follia. Ragazzi di 16-17 anni che non sono uomini ma bambini: io ho una nipote di 21 anni e la chiamo ancora nennella... Nel profondo del cuore di certe persone dovrebbe accendersi la luce divina. Troppa violenza in giro, io sono nonna e controllando i cellulari dei miei nipoti vedo di tutto".

La fede ha sorretto Antonella in questi dieci anni: "Mi dà una grande forza. Ma quando metto i piedi a terra non posso più abbracciare mio figlio".