Gigi Cagni, allenatore, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport soffermandosi sui fratelli Inzaghi: "Due bravissimi ragazzi. Simone dotato di qualità tecniche che Pippo non aveva ma era più… giocherellone. Pippo un fenomeno, mai vista una ferocia simile. Hanno il calcio nel sangue e nella testa. E meritano i successi che oggi raccolgono. Simone però mi fa inca*zare, dai, non può stare sempre sulla riga per tutta la partita… La mia carriera? Almeno due retrocessioni non sono mie. Mi esoneravano, poi mi richiamavano quando la situazione era disastrosa, è successo a Empoli e Vicenza. Alla Salernitana mi hanno esonerato e richiamato in una settimana, mi sa che è un record. E a Catanzaro mi sono dimesso: non mi piaceva un certo ambiente. Alla Samp, dopo un ottimo campionato di B, Mantovani mi ha dato il ben servito alla quarta partita. Ma furono i calciatori a mandarmi via. Avevo imposto la dieta a zona. L’anno prima era andata bene, ma per loro era troppo rigida. Non lavoro da otto anni, non per mia volontà. Non ho il procuratore, non sono dentro al sistema. A Brescia nel 2017 in tre mesi abbiamo conquistato una salvezza inimmaginabile. Ho pensato: 'Se lavori bene una panchina arriva'. Mi sbagliavo. Questo mondo non è più il mio".
di Napoli Magazine
18/05/2025 - 12:46
Gigi Cagni, allenatore, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport soffermandosi sui fratelli Inzaghi: "Due bravissimi ragazzi. Simone dotato di qualità tecniche che Pippo non aveva ma era più… giocherellone. Pippo un fenomeno, mai vista una ferocia simile. Hanno il calcio nel sangue e nella testa. E meritano i successi che oggi raccolgono. Simone però mi fa inca*zare, dai, non può stare sempre sulla riga per tutta la partita… La mia carriera? Almeno due retrocessioni non sono mie. Mi esoneravano, poi mi richiamavano quando la situazione era disastrosa, è successo a Empoli e Vicenza. Alla Salernitana mi hanno esonerato e richiamato in una settimana, mi sa che è un record. E a Catanzaro mi sono dimesso: non mi piaceva un certo ambiente. Alla Samp, dopo un ottimo campionato di B, Mantovani mi ha dato il ben servito alla quarta partita. Ma furono i calciatori a mandarmi via. Avevo imposto la dieta a zona. L’anno prima era andata bene, ma per loro era troppo rigida. Non lavoro da otto anni, non per mia volontà. Non ho il procuratore, non sono dentro al sistema. A Brescia nel 2017 in tre mesi abbiamo conquistato una salvezza inimmaginabile. Ho pensato: 'Se lavori bene una panchina arriva'. Mi sbagliavo. Questo mondo non è più il mio".