Luigi Di Biagio, ex compagno di squadra di Marek Hamsik, ha parlato di lui ai microfoni di CalcioNapoli24: “Ricordo il primo allenamento di Hamsik. Mi ricordo che guardai a mister De Biasi dicendogli: “Non lo mandare più di là (Primavera ndr) ma lascialo qua”. La prima palla che toccò fece un gol incredibile, aveva 17 anni. Quando lo vidi, ebbi subito la percezione di un ragazzo molto intelligente in campo e fuori. A 17 anni aveva già equilibrio e la tranquillità con la quale si allenava. Sembra glaciale, sempre d’un pezzo, ma è un ragazzo intelligentissimo. Lui mi dice sempre che sono stato il suo primo capitano, volevo essere qui a Bratislava perché voglio un grande bene Marek. Hamsik fu gestito benissimo da mister De Biasi, dalla società e non solo. Onore a chi lo portò al Brescia e chi lo ha preso poi con il Napoli. Hamsik è stato, a mio avviso, il primo prototipo del centrocampista moderno. Dopo gli anni 2000, quel ruolo è cambiato nell’interpretazione. Lui, pur essendo una grande mezzala, sapeva giocare a tutto campo. Rispetto a lui non avevo questo, la costanza di ricoprire tutto il campo come Marek. Forse questa è la dote che gli avrei rubato. Lo slovacco era silenzioso, ma apprendeva molte cose da tutti. Credo anche dal sottoscritto. Non a caso è rimasto un grande calciatore, parliamo di un professionista serio. Conte ha portato a casa un risultato inaspettato, alzerà anche quest’anno l’asticella. Vedo molto bene il Napoli anche se sarà un campionato diverso perché ci saranno più impegni per gli azzurri. Complimenti a tutto il Napoli che ha fatto qualcosa di straordinario”.
di Napoli Magazine
04/07/2025 - 15:42
Luigi Di Biagio, ex compagno di squadra di Marek Hamsik, ha parlato di lui ai microfoni di CalcioNapoli24: “Ricordo il primo allenamento di Hamsik. Mi ricordo che guardai a mister De Biasi dicendogli: “Non lo mandare più di là (Primavera ndr) ma lascialo qua”. La prima palla che toccò fece un gol incredibile, aveva 17 anni. Quando lo vidi, ebbi subito la percezione di un ragazzo molto intelligente in campo e fuori. A 17 anni aveva già equilibrio e la tranquillità con la quale si allenava. Sembra glaciale, sempre d’un pezzo, ma è un ragazzo intelligentissimo. Lui mi dice sempre che sono stato il suo primo capitano, volevo essere qui a Bratislava perché voglio un grande bene Marek. Hamsik fu gestito benissimo da mister De Biasi, dalla società e non solo. Onore a chi lo portò al Brescia e chi lo ha preso poi con il Napoli. Hamsik è stato, a mio avviso, il primo prototipo del centrocampista moderno. Dopo gli anni 2000, quel ruolo è cambiato nell’interpretazione. Lui, pur essendo una grande mezzala, sapeva giocare a tutto campo. Rispetto a lui non avevo questo, la costanza di ricoprire tutto il campo come Marek. Forse questa è la dote che gli avrei rubato. Lo slovacco era silenzioso, ma apprendeva molte cose da tutti. Credo anche dal sottoscritto. Non a caso è rimasto un grande calciatore, parliamo di un professionista serio. Conte ha portato a casa un risultato inaspettato, alzerà anche quest’anno l’asticella. Vedo molto bene il Napoli anche se sarà un campionato diverso perché ci saranno più impegni per gli azzurri. Complimenti a tutto il Napoli che ha fatto qualcosa di straordinario”.