A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Beppe Galli, agente Fifa.
Il lavoro svolto finora da Conte al Napoli è estremamente positivo, non trova?
“Certo, anzi, secondo me va oltre l'immaginabile. Non pensavo che già al primo anno potesse portare la squadra a certi livelli, sta andando oltre ogni più rosea aspettativa. Al primo anno, di solito, si costruisce una squadra per vincere il campionato l'anno successivo, invece il Napoli si trova già a competere adesso. Non me lo aspettavo. Ecco perché dico sempre che Conte sia un valore aggiunto. Un valore aggiunto che ha portato il Napoli a competere per lo scudetto dopo un decimo posto nella passata stagione.”
Ora, però, c'è questa sfida al Milan, una delle grandi deluse di questa stagione. Che insidie può nascondere la squadra di Conceição per quella di Conte?
"Ora ogni partita è complicata. Si dice sempre che il girone di ritorno sia un altro campionato, e infatti si gioca con un'intensità diversa. Ogni gara è difficile, soprattutto nelle ultime giornate, quando c’è chi lotta per la salvezza e chi per un piazzamento europeo. Quindi, come si suol dire, sono tutte finali.”
Le chiedo ancora: vede l'Inter favorita per lo scudetto?
"Sì, è la squadra più attrezzata. Qualcuno sostiene che avere tanti impegni possa creare problemi, ma io credo che, al contrario, possano rappresentare una motivazione in più. L'Inter è la candidata principale alla vittoria."
E subito dopo chi metterebbe? Napoli o Atalanta?
"Napoli, sebbene l'Atalanta, con Gasperini, sia una mina vagante, quindi il discorso scudetto è ancora apertissimo.”
Era prevedibile la situazione che si è creata in casa Juventus, con l'esonero di Thiago Motta e l’arrivo di Tudor?
"Quando resterà Tudor, non lo so, perché gli accordi interni li conoscono solo loro. Quello che posso dire è che nessuno, tra giornalisti e addetti ai lavori, aveva messo in discussione l'acquisto di Thiago Motta da parte della Juventus. Oggi, però, si scontra con una realtà diversa. Come diceva un allenatore di cui non farò il nome, guidare una grande squadra significa essere sotto osservazione a 360 gradi."
Si parla di un Napoli che nella prossima stagione avrà un tesoretto di 150 milioni di euro da investire sul mercato. Dal punto di vista dei ruoli, se la rosa attuale fosse confermata, dove dovrebbe intervenire la società?
"Non voglio entrare nel merito, perché non mi piace dire dove e come intervenire. Questo spetta all'allenatore e al direttore sportivo. L'unica cosa certa è che, se c'è un tesoretto, bisogna investirlo bene. Nel calcio non si vive d'aria. De Laurentiis è un imprenditore capace, non l'ho mai conosciuto di persona, ma penso sia uno dei più bravi imprenditori del calcio italiano. È uno che sa fare calcio. Non è però noto per essere di manica larga… Anzi! Il tesoretto, se arriverà, dovrà essere speso, non si dovrà pensare a farlo crescere ancor di più. Però gli va riconosciuto di aver provato a trattenere Osimhen e Kvaratskhelia, non accettando l’offerta di 200 milioni per entrambi. È stato un errore, col senno di poi, ma in quel momento il presidente ha dimostrato di avere forza economica. Purtroppo, quando arrivano offerte importanti, bisogna vendere. I giocatori non sono eterni e, come si è visto, spesso sono loro stessi a voler andare via per ambire a palcoscenici più prestigiosi. È una dinamica inevitabile nel calcio di oggi. A quel punto, se c’è un accordo tra club e giocatore, si può reinvestire su nuovi talenti. Di giocatori forti ce ne sono tanti nel mondo."