A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuta Celeste Maione, giornalista e direttrice di calcioNapoli1926. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come sta, oggi, un tifoso partenopeo?
“Io sono agitata come quando ero in attesa di fare l’esame di Stato. Alla fine tutti lo abbiamo superato brillantemente, ma l’evento ha portato ansia anticipatoria. Tra l’altro, dopo non aver seguito il Napoli ad Udine nello scudetto di due anni fa, stasera mi incamminerò verso Parma…”
A chi si affiderà, Conte, dal primo minuto contro il Parma?
“Lobotka a parte, sarà la stessa formazione che ha affrontato il Genoa. Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Spinazzola; Politano, Gilmour, Anguissa, McTominay; Lukaku ed il jolly Raspadori che, spesso, in questa stagione ci ha tolto le castagne dal fuoco. Sarà il solito 4-4-2 degli ultimi tempi, con Conte che dovrà fare di necessità virtù".
Mi ha fornito un assist: Raspadori è l’uomo che, spesso in questa stagione, ha tolto le castagne dal fuoco al Napoli. Come giudica la sua sostituzione con Billing nella sfida contro il Genoa?
“Male. Male, sono sincera. Non sono riuscita a comprenderla. Raspadori era ancora in partita, secondo me. Sicuramente si voleva cercare di difendere il 2-1, ma il materiale a disposizione non era, diciamo, di livello. Non voglio essere cattiva, però credo che lo stesso Conte abbia esternato perplessità… Quella sostituzione poteva restituire un po’ di serenità, un po’ di tranquillità al Napoli, e invece non è stato così. Purtroppo è iniziato tutto a gennaio, quando non è stato sostituito adeguatamente Kvaratskhelia. Pensavamo di avere una soluzione già in casa con Neres, ma per il resto sono state messe delle pezze con Billing ed Okafor. Chiaramente anche gli infortuni di Neres hanno inciso, e Conte ha dovuto spesso reinventarsi, riorganizzando continuamente la squadra in base a chi aveva a disposizione. Aprire questo discorso sarebbe lungo… Però io dico: se a 180 minuti dalla fine del campionato ci stiamo giocando lo scudetto, l’80% è grazie all’organizzazione e al lavoro di Antonio Conte. Con ciò che avevamo a disposizione, non credo che tanti altri sarebbero riusciti ad arrivare fin qui. In pochi si aspettavano che il Napoli potesse giocarsi il titolo fino all’ultima parte di stagione: siamo partiti con l’idea che questa sarebbe stata una stagione di transizione, di costruzione, per raggiungere al massimo un piazzamento in Champions. E invece ci stiamo giocando lo scudetto. Conte non lascia nulla al caso: sta studiando tutto, soprattutto il modo per entrare nella testa dei suoi calciatori e fargli capire che il Parma, in questo momento, va affrontato come se fosse l’Inter, con le stesse motivazioni, con il sangue agli occhi".
Ha descritto Conte come l’uomo che avrebbe portato l’80% del merito di un eventuale trionfo. In che percentuale, secondo lei, Conte resterà al Napoli anche nella prossima stagione?
“Secondo me c’è un 50 e 50. Molto dipenderà dal finale di stagione. Penso – e spero, anche se non ne sono sicura – che, se il Napoli dovesse vincere lo scudetto, Conte possa restare. Perché da lì si può programmare la prossima stagione. Pare che ci si stia già muovendo, e questa volta in anticipo. I nomi che circolano non sono solo i soliti giovani di prospettiva, ma anche giocatori di esperienza come De Bruyne, e questo è importante. L’esperienza serve in campo, può essere trascinante per i giovani. Il Napoli quindi si sta avviando a costruire in grande, almeno per quello che ci ha fatto intendere in queste settimane di mercato, anche se il mercato ancora non è ufficialmente iniziato. E questo è anche merito di Conte, che stimola certi pensieri in Aurelio De Laurentiis. Avere un allenatore che sa programmare è fondamentale. Questo potrebbe convincerlo a rimanere. Conte ha detto più volte di trovarsi benissimo a Napoli, si è legato molto alla piazza. Ama la città, i tifosi. Gli manca solo capire se, per la prossima stagione, avrà la squadra che desidera. Certo, ci sono limiti economici, ma con una giusta programmazione si possono superare. Altrimenti potrebbe andare alla Juve, ma anche qui ho una sensazione: bisogna capire se a decidere sarà Giuntoli o Chiellini. Io credo che Conte sia più vicino a Chiellini, ma la priorità, qualora il Napoli lo accontentasse, è quella di restare".
di Napoli Magazine
17/05/2025 - 11:44
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuta Celeste Maione, giornalista e direttrice di calcioNapoli1926. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come sta, oggi, un tifoso partenopeo?
“Io sono agitata come quando ero in attesa di fare l’esame di Stato. Alla fine tutti lo abbiamo superato brillantemente, ma l’evento ha portato ansia anticipatoria. Tra l’altro, dopo non aver seguito il Napoli ad Udine nello scudetto di due anni fa, stasera mi incamminerò verso Parma…”
A chi si affiderà, Conte, dal primo minuto contro il Parma?
“Lobotka a parte, sarà la stessa formazione che ha affrontato il Genoa. Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Spinazzola; Politano, Gilmour, Anguissa, McTominay; Lukaku ed il jolly Raspadori che, spesso, in questa stagione ci ha tolto le castagne dal fuoco. Sarà il solito 4-4-2 degli ultimi tempi, con Conte che dovrà fare di necessità virtù".
Mi ha fornito un assist: Raspadori è l’uomo che, spesso in questa stagione, ha tolto le castagne dal fuoco al Napoli. Come giudica la sua sostituzione con Billing nella sfida contro il Genoa?
“Male. Male, sono sincera. Non sono riuscita a comprenderla. Raspadori era ancora in partita, secondo me. Sicuramente si voleva cercare di difendere il 2-1, ma il materiale a disposizione non era, diciamo, di livello. Non voglio essere cattiva, però credo che lo stesso Conte abbia esternato perplessità… Quella sostituzione poteva restituire un po’ di serenità, un po’ di tranquillità al Napoli, e invece non è stato così. Purtroppo è iniziato tutto a gennaio, quando non è stato sostituito adeguatamente Kvaratskhelia. Pensavamo di avere una soluzione già in casa con Neres, ma per il resto sono state messe delle pezze con Billing ed Okafor. Chiaramente anche gli infortuni di Neres hanno inciso, e Conte ha dovuto spesso reinventarsi, riorganizzando continuamente la squadra in base a chi aveva a disposizione. Aprire questo discorso sarebbe lungo… Però io dico: se a 180 minuti dalla fine del campionato ci stiamo giocando lo scudetto, l’80% è grazie all’organizzazione e al lavoro di Antonio Conte. Con ciò che avevamo a disposizione, non credo che tanti altri sarebbero riusciti ad arrivare fin qui. In pochi si aspettavano che il Napoli potesse giocarsi il titolo fino all’ultima parte di stagione: siamo partiti con l’idea che questa sarebbe stata una stagione di transizione, di costruzione, per raggiungere al massimo un piazzamento in Champions. E invece ci stiamo giocando lo scudetto. Conte non lascia nulla al caso: sta studiando tutto, soprattutto il modo per entrare nella testa dei suoi calciatori e fargli capire che il Parma, in questo momento, va affrontato come se fosse l’Inter, con le stesse motivazioni, con il sangue agli occhi".
Ha descritto Conte come l’uomo che avrebbe portato l’80% del merito di un eventuale trionfo. In che percentuale, secondo lei, Conte resterà al Napoli anche nella prossima stagione?
“Secondo me c’è un 50 e 50. Molto dipenderà dal finale di stagione. Penso – e spero, anche se non ne sono sicura – che, se il Napoli dovesse vincere lo scudetto, Conte possa restare. Perché da lì si può programmare la prossima stagione. Pare che ci si stia già muovendo, e questa volta in anticipo. I nomi che circolano non sono solo i soliti giovani di prospettiva, ma anche giocatori di esperienza come De Bruyne, e questo è importante. L’esperienza serve in campo, può essere trascinante per i giovani. Il Napoli quindi si sta avviando a costruire in grande, almeno per quello che ci ha fatto intendere in queste settimane di mercato, anche se il mercato ancora non è ufficialmente iniziato. E questo è anche merito di Conte, che stimola certi pensieri in Aurelio De Laurentiis. Avere un allenatore che sa programmare è fondamentale. Questo potrebbe convincerlo a rimanere. Conte ha detto più volte di trovarsi benissimo a Napoli, si è legato molto alla piazza. Ama la città, i tifosi. Gli manca solo capire se, per la prossima stagione, avrà la squadra che desidera. Certo, ci sono limiti economici, ma con una giusta programmazione si possono superare. Altrimenti potrebbe andare alla Juve, ma anche qui ho una sensazione: bisogna capire se a decidere sarà Giuntoli o Chiellini. Io credo che Conte sia più vicino a Chiellini, ma la priorità, qualora il Napoli lo accontentasse, è quella di restare".