Calcio
IL COMMENTO - Miccoli: "Un giorno in carcere è infinito, cerco di non pensarci più"
24.11.2024 15:08 di Napoli Magazine

Fabrizio Miccoli, ex calciatore, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: "Quanto è lungo un giorno in carcere? È infinito. Quante volte ci ripenso in una settimana? Ho messo un punto, una pietra su quello che ho vissuto. Sto cercando di riprendermi la vita. Cerco di non pensarci più, di allontanare il ricordo che comunque riaffiora. Difficile, ma ci provo. Cosa mi ha detto Maria Falcone? Non c’è stato bisogno di tantissime parole, ho incontrato una donna straordinaria che mi ha accolto con il sorriso. Ero emozionato e anche un po’ intimidito, ma vederla era un desiderio forte per spiegarle ancora una volta il significato di quelle parole. Dirle quanto mi fossi pentito. Quella vicenda ha fatto male a me ma soprattutto ai miei genitori, che ci sono sempre stati. Per tanto tempo ho provato un grande senso di colpa nei loro confronti. Vergogna, quasi. Se ne sono uscito è grazie a loro, a mia moglie Flaviana e ai nostri figli Diego e Swami. Il loro sostegno è stato vitale. Questo ho raccontato alla dottoressa Falcone, lei ha compreso il mio dolore. Non smetterò mai di ringraziarla". 

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IL COMMENTO - Miccoli: "Un giorno in carcere è infinito, cerco di non pensarci più"

di Napoli Magazine

24/11/2024 - 15:08

Fabrizio Miccoli, ex calciatore, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: "Quanto è lungo un giorno in carcere? È infinito. Quante volte ci ripenso in una settimana? Ho messo un punto, una pietra su quello che ho vissuto. Sto cercando di riprendermi la vita. Cerco di non pensarci più, di allontanare il ricordo che comunque riaffiora. Difficile, ma ci provo. Cosa mi ha detto Maria Falcone? Non c’è stato bisogno di tantissime parole, ho incontrato una donna straordinaria che mi ha accolto con il sorriso. Ero emozionato e anche un po’ intimidito, ma vederla era un desiderio forte per spiegarle ancora una volta il significato di quelle parole. Dirle quanto mi fossi pentito. Quella vicenda ha fatto male a me ma soprattutto ai miei genitori, che ci sono sempre stati. Per tanto tempo ho provato un grande senso di colpa nei loro confronti. Vergogna, quasi. Se ne sono uscito è grazie a loro, a mia moglie Flaviana e ai nostri figli Diego e Swami. Il loro sostegno è stato vitale. Questo ho raccontato alla dottoressa Falcone, lei ha compreso il mio dolore. Non smetterò mai di ringraziarla".