Calcio
IL COMMENTO - Morace: "Ora si comincia a far vedere il calcio femminile, bisogna crederci"
17.07.2025 14:08 di Napoli Magazine

Esiste un'Italia del calcio che vince e appassiona, ed è declinata al femminile. Una Nazionale, quella di Soncin, che grazie alla doppietta di Cristiana Girelli contro la Norvegia ha conquistato la semifinale dell'Europeo e pure il cuore dei tifosi. "Ora si comincia a far vedere il calcio femminile in tv e la gente si accorge che esiste. Per me quello che è stato ottenuto non è un punto di arrivo ma di partenza per progettare e investire, per cominciare a pensare che il calcio femminile può essere valorizzato. Bisogna crederci", sottolinea all'ANSA Carolina Morace, una delle calciatrici più iconiche di sempre, oggi europarlamentare (in venti anni di carriera ha vinto 12 scudetti, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, laureandosi per 11 volte capocannoniere della Serie A. In maglia azzurra ha collezionato 150 presenze e segnato 105 reti). Lei come Cristiana Girelli contro la Norvegia segnò la doppietta che portò le azzurre di allora alla semifinale europea, l'ultima giocata dall'Italdonne che comunque ha tenuto davanti alla tv quasi due milioni e mezzo di persone. "Rispetto alla mia epoca è cambiato un po' tutto, anche se rispetto agli altri Paesi siamo indietro. Ora il calcio femminile è diventato professionistico e questo porta vantaggi per il dopo carriera, per avere dei riconoscimenti previdenziali. La mia generazione vinceva con la Spagna 3-0, all'epoca eravamo tra le più forti ma non si vedeva, eravamo le uniche a non avere la tv di Stato dietro, gli unici Paesi che ci superavano erano quelli nordici e la Germania. Ora sono cresciuti tutti e noi siamo rimasti indietro. I nostri sono traguardi raggiunti senza la pianificazione, la Spagna è diventata numero 1 perché l'ha pianificato, lo stesso l'Inghilterra; hanno valorizzato il campionato interno e di conseguenza anche la Nazionale", prosegue Morace. Un movimento femminile che però è oggettivamente in crescita, è cambiata l'attenzione, il linguaggio (il ct Soncin a fine gara ha detto "un risultato che ci rende orgogliose"), ma secondo Morace c'è ancora tanto da fare. La ricetta per l'ex azzurra è quella di "rendere il progetto del calcio femminile autosostenibile, non cercando gli stessi canali del calcio maschile, ossia i diritti televisivi. Bisogna guardare cosa hanno fatto gli altri Paesi, come l'Inghilterra, che ha uno sponsor strutturato solo e unicamente per le donne. Bisognerebbe fare investimenti ad hoc con progetti di lunga durata. Se la tv di Stato prendesse i diritti televisivi 'gratuitamente' potrebbe essere un vantaggio per la televisione, con ascolti molto alti, e anche per il calcio femminile perché più lo fai vedere e più gli sponsor possono arrivare" generando così anche un effetto emulazione nelle nuove generazioni. "Se non si riesce più a vedere lo sport in tv perché costa troppo, i ragazzi non hanno la possibilità di seguire i loro modelli, e così cala la passione. Da noi alle associazioni sportive è demandata la formazione sportiva dei ragazzi. Le scuole, come succede in altri Paesi, invece non hanno la struttura per poter indirizzare a livello sportivo i ragazzi", ribadisce ancora l'ex attaccante. Così come è necessario, secondo Morace, anche investire sulle infrastrutture perché, in Italia, "ci sono tantissimi luoghi fatiscenti, palazzetti costruiti 10 anni fa e ora totalmente abbandonati. Oggi fare sport sta diventando un'attività di élite, io non ho mai pagato per fare sport". Investimenti sulle donne con una riflessione più ampia sul calcio che "vive un periodo di forte crisi; non ci siamo qualificati per due Mondiali e prima eravamo usciti al primo turno. Se pensiamo di non esserci qualificati per sfortuna o per colpa di Spalletti il problema non verrà mai risolto" conclude Morace. Intanto c'è un'Italia che sogna tra le prime quattro d'Europa.

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IL COMMENTO - Morace: "Ora si comincia a far vedere il calcio femminile, bisogna crederci"

di Napoli Magazine

17/07/2025 - 14:08

Esiste un'Italia del calcio che vince e appassiona, ed è declinata al femminile. Una Nazionale, quella di Soncin, che grazie alla doppietta di Cristiana Girelli contro la Norvegia ha conquistato la semifinale dell'Europeo e pure il cuore dei tifosi. "Ora si comincia a far vedere il calcio femminile in tv e la gente si accorge che esiste. Per me quello che è stato ottenuto non è un punto di arrivo ma di partenza per progettare e investire, per cominciare a pensare che il calcio femminile può essere valorizzato. Bisogna crederci", sottolinea all'ANSA Carolina Morace, una delle calciatrici più iconiche di sempre, oggi europarlamentare (in venti anni di carriera ha vinto 12 scudetti, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, laureandosi per 11 volte capocannoniere della Serie A. In maglia azzurra ha collezionato 150 presenze e segnato 105 reti). Lei come Cristiana Girelli contro la Norvegia segnò la doppietta che portò le azzurre di allora alla semifinale europea, l'ultima giocata dall'Italdonne che comunque ha tenuto davanti alla tv quasi due milioni e mezzo di persone. "Rispetto alla mia epoca è cambiato un po' tutto, anche se rispetto agli altri Paesi siamo indietro. Ora il calcio femminile è diventato professionistico e questo porta vantaggi per il dopo carriera, per avere dei riconoscimenti previdenziali. La mia generazione vinceva con la Spagna 3-0, all'epoca eravamo tra le più forti ma non si vedeva, eravamo le uniche a non avere la tv di Stato dietro, gli unici Paesi che ci superavano erano quelli nordici e la Germania. Ora sono cresciuti tutti e noi siamo rimasti indietro. I nostri sono traguardi raggiunti senza la pianificazione, la Spagna è diventata numero 1 perché l'ha pianificato, lo stesso l'Inghilterra; hanno valorizzato il campionato interno e di conseguenza anche la Nazionale", prosegue Morace. Un movimento femminile che però è oggettivamente in crescita, è cambiata l'attenzione, il linguaggio (il ct Soncin a fine gara ha detto "un risultato che ci rende orgogliose"), ma secondo Morace c'è ancora tanto da fare. La ricetta per l'ex azzurra è quella di "rendere il progetto del calcio femminile autosostenibile, non cercando gli stessi canali del calcio maschile, ossia i diritti televisivi. Bisogna guardare cosa hanno fatto gli altri Paesi, come l'Inghilterra, che ha uno sponsor strutturato solo e unicamente per le donne. Bisognerebbe fare investimenti ad hoc con progetti di lunga durata. Se la tv di Stato prendesse i diritti televisivi 'gratuitamente' potrebbe essere un vantaggio per la televisione, con ascolti molto alti, e anche per il calcio femminile perché più lo fai vedere e più gli sponsor possono arrivare" generando così anche un effetto emulazione nelle nuove generazioni. "Se non si riesce più a vedere lo sport in tv perché costa troppo, i ragazzi non hanno la possibilità di seguire i loro modelli, e così cala la passione. Da noi alle associazioni sportive è demandata la formazione sportiva dei ragazzi. Le scuole, come succede in altri Paesi, invece non hanno la struttura per poter indirizzare a livello sportivo i ragazzi", ribadisce ancora l'ex attaccante. Così come è necessario, secondo Morace, anche investire sulle infrastrutture perché, in Italia, "ci sono tantissimi luoghi fatiscenti, palazzetti costruiti 10 anni fa e ora totalmente abbandonati. Oggi fare sport sta diventando un'attività di élite, io non ho mai pagato per fare sport". Investimenti sulle donne con una riflessione più ampia sul calcio che "vive un periodo di forte crisi; non ci siamo qualificati per due Mondiali e prima eravamo usciti al primo turno. Se pensiamo di non esserci qualificati per sfortuna o per colpa di Spalletti il problema non verrà mai risolto" conclude Morace. Intanto c'è un'Italia che sogna tra le prime quattro d'Europa.