A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Juve.
La Juventus, in questa stagione, ha deluso molto?
"Sì, sicuramente, soprattutto nelle ultime due gare. Incassare sette gol senza segnarne nemmeno uno è significativo. Ma ciò che mi lascia perplesso sono soprattutto le dichiarazioni del mister, sempre molto calmo nonostante la situazione complicata. La scelta di Thiago Motta si è rivelata sbagliata, almeno per ora. Magari in futuro le cose cambieranno, ma ad oggi la Juventus si trova in una situazione complicata. Si è puntato su giocatori nei quali si credeva, ma che non hanno dato i risultati sperati. Inoltre, la gestione delle partite lascia a desiderare: prendi un gol, poi un altro, poi un terzo, e le sostituzioni sembrano fatte in totale confusione. L'anno scorso Motta ha fatto un ottimo lavoro a Bologna, ma guardando quello che sta facendo Italiano, viene da pensare che fosse anche la struttura del club ad aiutarlo, ed è giusto sottolinearlo: a Bologna c'è Giovanni Sartori, che è un vero esperto di calcio e sicuramente ha dato una grossa mano a Motta nella gestione del gruppo.”
Pensa davvero che la Juventus possa sollevare Thiago Motta dall’incarico?
“Non credo che lo esonereranno a stagione in corso, ma potrebbe accadere in estate."
Passando a Giuntoli, secondo lei merita ancora fiducia?
"L’unica cosa che si può imputare a Giuntoli è la scelta di Motta, che ad oggi non si è rivelata vincente. Ma per il resto, parliamo di una società che sta ricostruendo tutto da zero, e non è facile. Quindi sì, io continuerei con lui, perché ha dimostrato negli anni di avere grandi capacità. Certo, dovranno arrivare nuovi giocatori e altri dovranno partire. Guardando l'ultima partita con la Fiorentina, vedere Vlahovic ed Yildiz in panchina lascia perplessi. Non capisco questa gestione, perché così si rischia di svalutare giocatori importanti."
Negli ultimi giorni si è parlato molto di un forte interesse della Juventus per Antonio Conte. Secondo lei, ci sono possibilità che lasci il Napoli a fine stagione?
"Se Conte lascerà il Napoli, non sarà per il pressing della Juventus, ma perché lui stesso non crederà più nel progetto azzurro. Un piccolo scricchiolio nel mercato di gennaio, tra il mister e De Laurentiis, c'è stato, inutile negarlo. Ora bisognerà capire se questa situazione verrà risanata nei prossimi mesi o se resterà un problema quando si discuterà della prossima stagione."
Ha parlato della costruzione di un progetto. In questo senso, l’Inter rappresenta un esempio di squadra costruita bene nel tempo?
"Esatto. L'Inter è stata costruita nel tempo e ha avuto un allenatore, Inzaghi, che secondo me è fortissimo. Non ha mai vacillato, nemmeno nei momenti difficili. Ha gestito le critiche in modo esemplare e non ci sono mai state polemiche interne. A Napoli, per esempio, abbiamo visto casi diversi. Inoltre, la società nerazzurra ha dirigenti di livello che lavorano con competenza. Poi è vero, l'Inter ha dei debiti, ma è riuscita comunque a costruire una squadra vincente, mentre il Napoli ha sempre mantenuto un rigido fair play finanziario. Sono scelte diverse, ma oggi l'Inter è difficilissima da affrontare.”
Pensa che il successo dell'Inter sia dovuto alla qualità dei giocatori o all'equilibrio trovato tra squadra e allenatore?
"Non è semplice gestire tanti campioni, ma per arrivare a certi livelli servono giocatori scontenti che non giocano, ma che accettano il loro ruolo. All’Inter questo accade: chi entra dalla panchina, come Arnautovic, dà sempre il massimo. Inzaghi non ha mai dovuto gestire polemiche interne, e questo fa la differenza. Inoltre, lotta sempre per tutte le competizioni, cosa non scontata. In passato, vincere alla guida dell'Inter è sempre stato difficile, anche per grandi allenatori: da Lippi a Gasperini, fino a Spalletti, tutti hanno avuto difficoltà. Anche Mancini ha vinto, ma la sua Inter non giocava benissimo. Quella di Mourinho ha vinto tutto, ma non brillava per il gioco. Invece, questa Inter mi piace molto, è bella da vedere."
Che differenza c’è tra il Napoli di Spalletti e quello di Conte?
"La differenza principale è che Spalletti ha trovato un ambiente sano, con giocatori pronti a mettersi a disposizione. Conte, invece, ha dovuto rigenerare un gruppo che aveva perso fiducia. Alcuni volevano andare via, altri non si trovavano più bene. In così poco tempo, il suo lavoro è stato più complesso rispetto a quello di Spalletti. Ha dovuto ricreare la sinergia tra squadra, tifosi e società dopo una stagione difficile con tre cambi di allenatore."
Si parla di un interesse del Napoli per Federico Gatti. È un giocatore che le piace?
"Sinceramente non impazzisco per lui. È un difensore fisico e importante, ma non mi dà la sensazione di sicurezza che cerco in un centrale. Se penso a Buongiorno, per esempio, ho la certezza di poterci contare al 100%. Gatti, invece, è troppo altalenante nelle prestazioni."
Dalla difesa all'attacco, si parla di un possibile trasferimento di Osimhen alla Juventus. Sarebbe un altro 'core ingrato'?
"No, non lo considererei tale. Osimhen ha fatto cose straordinarie a Napoli, come Higuaín ai suoi tempi. Il calcio di oggi è così, i giocatori cambiano spesso squadra. Per me il problema non è neanche un eventuale passaggio alla Juventus, ma il fatto che negli ultimi mesi a Napoli il suo atteggiamento non è stato dei migliori. Ha dato l’impressione di voler andare via a tutti i costi, e questo ha inciso sulle sue prestazioni. Se fosse rimasto motivato come con Spalletti, oggi il Napoli avrebbe sicuramente qualche punto in più. Se paragoniamo Osimhen e Lukaku, entrambi sono attaccanti fortissimi, ma con caratteristiche diverse. Se Osimhen fosse stato al massimo, il Napoli avrebbe potuto fare una stagione ben diversa, perché ha un fiuto del gol nettamente superiore al belga.”
di Napoli Magazine
20/03/2025 - 12:36
A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Juve.
La Juventus, in questa stagione, ha deluso molto?
"Sì, sicuramente, soprattutto nelle ultime due gare. Incassare sette gol senza segnarne nemmeno uno è significativo. Ma ciò che mi lascia perplesso sono soprattutto le dichiarazioni del mister, sempre molto calmo nonostante la situazione complicata. La scelta di Thiago Motta si è rivelata sbagliata, almeno per ora. Magari in futuro le cose cambieranno, ma ad oggi la Juventus si trova in una situazione complicata. Si è puntato su giocatori nei quali si credeva, ma che non hanno dato i risultati sperati. Inoltre, la gestione delle partite lascia a desiderare: prendi un gol, poi un altro, poi un terzo, e le sostituzioni sembrano fatte in totale confusione. L'anno scorso Motta ha fatto un ottimo lavoro a Bologna, ma guardando quello che sta facendo Italiano, viene da pensare che fosse anche la struttura del club ad aiutarlo, ed è giusto sottolinearlo: a Bologna c'è Giovanni Sartori, che è un vero esperto di calcio e sicuramente ha dato una grossa mano a Motta nella gestione del gruppo.”
Pensa davvero che la Juventus possa sollevare Thiago Motta dall’incarico?
“Non credo che lo esonereranno a stagione in corso, ma potrebbe accadere in estate."
Passando a Giuntoli, secondo lei merita ancora fiducia?
"L’unica cosa che si può imputare a Giuntoli è la scelta di Motta, che ad oggi non si è rivelata vincente. Ma per il resto, parliamo di una società che sta ricostruendo tutto da zero, e non è facile. Quindi sì, io continuerei con lui, perché ha dimostrato negli anni di avere grandi capacità. Certo, dovranno arrivare nuovi giocatori e altri dovranno partire. Guardando l'ultima partita con la Fiorentina, vedere Vlahovic ed Yildiz in panchina lascia perplessi. Non capisco questa gestione, perché così si rischia di svalutare giocatori importanti."
Negli ultimi giorni si è parlato molto di un forte interesse della Juventus per Antonio Conte. Secondo lei, ci sono possibilità che lasci il Napoli a fine stagione?
"Se Conte lascerà il Napoli, non sarà per il pressing della Juventus, ma perché lui stesso non crederà più nel progetto azzurro. Un piccolo scricchiolio nel mercato di gennaio, tra il mister e De Laurentiis, c'è stato, inutile negarlo. Ora bisognerà capire se questa situazione verrà risanata nei prossimi mesi o se resterà un problema quando si discuterà della prossima stagione."
Ha parlato della costruzione di un progetto. In questo senso, l’Inter rappresenta un esempio di squadra costruita bene nel tempo?
"Esatto. L'Inter è stata costruita nel tempo e ha avuto un allenatore, Inzaghi, che secondo me è fortissimo. Non ha mai vacillato, nemmeno nei momenti difficili. Ha gestito le critiche in modo esemplare e non ci sono mai state polemiche interne. A Napoli, per esempio, abbiamo visto casi diversi. Inoltre, la società nerazzurra ha dirigenti di livello che lavorano con competenza. Poi è vero, l'Inter ha dei debiti, ma è riuscita comunque a costruire una squadra vincente, mentre il Napoli ha sempre mantenuto un rigido fair play finanziario. Sono scelte diverse, ma oggi l'Inter è difficilissima da affrontare.”
Pensa che il successo dell'Inter sia dovuto alla qualità dei giocatori o all'equilibrio trovato tra squadra e allenatore?
"Non è semplice gestire tanti campioni, ma per arrivare a certi livelli servono giocatori scontenti che non giocano, ma che accettano il loro ruolo. All’Inter questo accade: chi entra dalla panchina, come Arnautovic, dà sempre il massimo. Inzaghi non ha mai dovuto gestire polemiche interne, e questo fa la differenza. Inoltre, lotta sempre per tutte le competizioni, cosa non scontata. In passato, vincere alla guida dell'Inter è sempre stato difficile, anche per grandi allenatori: da Lippi a Gasperini, fino a Spalletti, tutti hanno avuto difficoltà. Anche Mancini ha vinto, ma la sua Inter non giocava benissimo. Quella di Mourinho ha vinto tutto, ma non brillava per il gioco. Invece, questa Inter mi piace molto, è bella da vedere."
Che differenza c’è tra il Napoli di Spalletti e quello di Conte?
"La differenza principale è che Spalletti ha trovato un ambiente sano, con giocatori pronti a mettersi a disposizione. Conte, invece, ha dovuto rigenerare un gruppo che aveva perso fiducia. Alcuni volevano andare via, altri non si trovavano più bene. In così poco tempo, il suo lavoro è stato più complesso rispetto a quello di Spalletti. Ha dovuto ricreare la sinergia tra squadra, tifosi e società dopo una stagione difficile con tre cambi di allenatore."
Si parla di un interesse del Napoli per Federico Gatti. È un giocatore che le piace?
"Sinceramente non impazzisco per lui. È un difensore fisico e importante, ma non mi dà la sensazione di sicurezza che cerco in un centrale. Se penso a Buongiorno, per esempio, ho la certezza di poterci contare al 100%. Gatti, invece, è troppo altalenante nelle prestazioni."
Dalla difesa all'attacco, si parla di un possibile trasferimento di Osimhen alla Juventus. Sarebbe un altro 'core ingrato'?
"No, non lo considererei tale. Osimhen ha fatto cose straordinarie a Napoli, come Higuaín ai suoi tempi. Il calcio di oggi è così, i giocatori cambiano spesso squadra. Per me il problema non è neanche un eventuale passaggio alla Juventus, ma il fatto che negli ultimi mesi a Napoli il suo atteggiamento non è stato dei migliori. Ha dato l’impressione di voler andare via a tutti i costi, e questo ha inciso sulle sue prestazioni. Se fosse rimasto motivato come con Spalletti, oggi il Napoli avrebbe sicuramente qualche punto in più. Se paragoniamo Osimhen e Lukaku, entrambi sono attaccanti fortissimi, ma con caratteristiche diverse. Se Osimhen fosse stato al massimo, il Napoli avrebbe potuto fare una stagione ben diversa, perché ha un fiuto del gol nettamente superiore al belga.”