Calcio
IL COMMENTO - Zazzaroni: "Invidio il napoletano campione d’Italia per la quarta volta, Napoli è città della gioia, non troppo tempo fa ecco cosa scrissi a Conte"
24.05.2025 10:41 di Napoli Magazine

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, scrive su Instagram commentando la vittoria del quarto scudetto del Napoli ed elogiando il lavoro dell'allenatore azzurro Antonio Conte: "Lo invidio. Invidio il napoletano campione d’Italia per la quarta volta. Invidio la sua totale, folle, generosa partecipazione alla festa, e anche certi suoi eccessi, così come ho sempre invidiato la disinvoltura con cui sa superare la disgrazia non solo sportiva. Il calcio è di nuovo sorriso oggi a Napoli, città della gioia: dimenticate in un venerdì di maggio le sofferenze, ma anche tante piccole delusioni. Il napoletano in questo momento è libero e in strada, fuori dallo stadio, in piazza, anche a Roma e Milano, Bologna e Torino, Londra, Parigi, New York, è nel mondo. È ovunque con la nostalgia e l’allegria di sé stesso. Conte non lo invidio, lui riesce sempre a non godere pienamente del trionfo, non l’ha mai pari. Ha conquistato la vittoria più complicata della carriera che lo ricolloca tra i primissimi al mondo. Perché è riuscito a isolarsi dal resto del Napoli entrando in conflitto silenzioso con tutti quelli che non lo capivano e non si rendevano conto dell’importanza delle scelte. Antonio è Antonio: si nutre di queste cose, quando è teso, in pressing sul suo umore e ha individuato il nemico, dà più del massimo. Sono inoltre convinto che lui ami Napoli più di quanto Napoli ami lui, sentendolo di passaggio. Non troppo tempo fa gli scrissi «li stai dopando di te». Rispose «cazzo, è da luglio, amico mio, che li sto “drogando” di me». Senza l’adrenalina, l’inventiva, l’energia, la contagiosa ossessione di quest’uomo lo scudetto non sarebbe arrivato. Antonio ha esaltato la qualità di McTominay, Lobotka, Buongiorno, Politano e Di Lorenzo; la personalità di Anguissa; l’adesione al progetto e il rispetto dei compiti di Lukaku, Raspadori, Rrahmani, Simeone; l’applicazione di Meret, Olivera, Spinazzola, Gilmour, Juan Jesus; gli strappi di Neres e quel poco di Kvara che ha potuto allenare. Due scudetti su tre a oltre 700 chilometri dall’asse Milano-Torino sono ’na cosa grande. Enorme".

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IL COMMENTO - Zazzaroni: "Invidio il napoletano campione d’Italia per la quarta volta, Napoli è città della gioia, non troppo tempo fa ecco cosa scrissi a Conte"

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24/05/2025 - 10:41

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, scrive su Instagram commentando la vittoria del quarto scudetto del Napoli ed elogiando il lavoro dell'allenatore azzurro Antonio Conte: "Lo invidio. Invidio il napoletano campione d’Italia per la quarta volta. Invidio la sua totale, folle, generosa partecipazione alla festa, e anche certi suoi eccessi, così come ho sempre invidiato la disinvoltura con cui sa superare la disgrazia non solo sportiva. Il calcio è di nuovo sorriso oggi a Napoli, città della gioia: dimenticate in un venerdì di maggio le sofferenze, ma anche tante piccole delusioni. Il napoletano in questo momento è libero e in strada, fuori dallo stadio, in piazza, anche a Roma e Milano, Bologna e Torino, Londra, Parigi, New York, è nel mondo. È ovunque con la nostalgia e l’allegria di sé stesso. Conte non lo invidio, lui riesce sempre a non godere pienamente del trionfo, non l’ha mai pari. Ha conquistato la vittoria più complicata della carriera che lo ricolloca tra i primissimi al mondo. Perché è riuscito a isolarsi dal resto del Napoli entrando in conflitto silenzioso con tutti quelli che non lo capivano e non si rendevano conto dell’importanza delle scelte. Antonio è Antonio: si nutre di queste cose, quando è teso, in pressing sul suo umore e ha individuato il nemico, dà più del massimo. Sono inoltre convinto che lui ami Napoli più di quanto Napoli ami lui, sentendolo di passaggio. Non troppo tempo fa gli scrissi «li stai dopando di te». Rispose «cazzo, è da luglio, amico mio, che li sto “drogando” di me». Senza l’adrenalina, l’inventiva, l’energia, la contagiosa ossessione di quest’uomo lo scudetto non sarebbe arrivato. Antonio ha esaltato la qualità di McTominay, Lobotka, Buongiorno, Politano e Di Lorenzo; la personalità di Anguissa; l’adesione al progetto e il rispetto dei compiti di Lukaku, Raspadori, Rrahmani, Simeone; l’applicazione di Meret, Olivera, Spinazzola, Gilmour, Juan Jesus; gli strappi di Neres e quel poco di Kvara che ha potuto allenare. Due scudetti su tre a oltre 700 chilometri dall’asse Milano-Torino sono ’na cosa grande. Enorme".