Amadeus, noto conduttore televisivo, grande tifoso dell'Inter e appassionato di calcio, in vista del confronto dei nerazzurri con la Lazio, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Laziopress. Ecco quanto emerso:
"Come nasce la passione per l'Inter?
Nasce come le passioni del 99% delle persone da bambini: avevo una zia, che ora non c'è più, che era molto tifosa dell'Inter e tutte le volte che c'era l'Inter allo stadio quando ero bambino a sette-otto anni mi portava la zia, che si chiamava Enza. Vedevo questa grande Inter con grandi calciatori, che arrivava e batteva qualsiasi squadra. A otto anni sono rimasto affascinato dei colori nerazzurri, che mi porto ancora oggi che ne ho 63. È un amore che dura da almeno 55 anni, da oltre mezzo secolo.
La scorsa stagione si è conclusa con la brutta sconfitta in finale di Champions, l'Amadeus tifoso con quali motivazioni si è approcciato alla nuova stagione?
Devo dire che andando avanti con gli anni prendo tutto con un po' più di filosofia, mentre prima me la prendevo tantissimo quando le cose andavano male, mi rovinano le giornate, le serate, le settimane, mi cambiava proprio l'umore; adesso invece andando avanti cerco di farmene una ragione perché penso che il calcio sia fatta di momenti belli e non belli, fa parte del gioco del calcio come tale deve essere. Dimenticando il passato, anche se poi bruciava quella sconfitta, quando inizia una nuova stagione mi approccio sempre in maniera positiva sapendo che possono esserci momenti buoni e meno buoni. Sono molto fiducioso del lavoro del presidente Marotta e mi piace molto Chivu, quindi sono fiducioso. Fino adesso la stagione mi fa sperare che l'Inter possa lottare su tutti i fronti.
Adesso è arrivato Chivu sulla vostra panchina come lo valuta? Oltre a livello tattico anche a livello di comunicazione, visto che lei è in questo mondo da tantissimi anni, la convince?
Assolutamente si. La comunicazione è molto importante sia nei confronti della stampa e del pubblico e poi anche della squadra. Avevo grande fiducia in Chivu perché sa lavorare con i giovani, lo ha fatto con la Primavera dell'Inter, lo ha fatto col Parma ed ero quindi certo che avrebbe mixato esperienza ma avrebbe saputo valorizzare i giovani come sta facendo con Bonny, Pio Esposito, Sucic, sono tutti ragazzi di poco più di 20 anni. La comunicazione credo abbia sorpreso molti perché non tutti conoscevamo il Chivu allenatore a grandi livelli: le conferenze stampe sono motivo di curiosità e se l'è cavata sempre molto bene rispondendo con grande schiettezza e onestà. È un allenatore che ha vissuto periodi fantastici da giocatore, ma anche momenti drammatici, considerando l'incidente che ha avuto, e sa dare il giusto peso alle cose, credo sia un bravo comunicatore ma anche uno che si fa voler bene e si fa seguire dalla squadra. Credo che la rosa abbia capito che Chivu ha dei valori e li sta trasmettendo ai propri giocatori non solo da un punto di vista tecnico ma anche umano, caratteriale ed oggi questo è importante. Secondo me è sempre importante che un allenatore sia una sorta di psicologo, che sappia gestire psicologicamente i propri giocatori.
Adesso arriva la Lazio, dopo un vero e proprio tour de force per l'Inter, come la vede?
Le partite con la Lazio sono sempre molto belle e aperte. Spesso le ricordo anche per momenti dolorosi per noi, anche di recente ma anche quel famoso 5 maggio io ero allo Stadio Olimpico e fu uno dei grandi shock della mia vita. So che le partite con la Lazio non sono mai scontate, perché la Lazio quando ha di fronte l'Inter gioca sempre molto bene. La partita di stasera è chiaro che l'Inter deve vincerla semplicemente per non perdere terreno visto che c'è un certo affollamento lì sopra tra Napoli, Roma, Inter, Milan e si fa sotto anche la Juventus ed è chiaro che se vuoi lottare per lo Scudetto sono punti con le big che non devi perdere. Però è un Inter che se vuole vincere contro la Lazio deve essere un Inter che giochi la grande partita non puoi permetterti di gestire le forze contro la Lazio perché ultimamente i biancocelesti hanno messo bene la difesa e stanno giocando bene. Credo che l'Inter ha l'attacco più forte della Serie A, ma la Lazio ha una difesa molto solida e sono curioso di sapere che cosa accade. È una partita aperta a qualsiasi risultato.
C'è un giocatore della Lazio che si porterebbe all'Inter?
A queste domande rispondo sempre che sono felice dei giocatori che ho, non vorrei un altro giocatore nella mia attuale squadra. Ci sono giocatori della Lazio che mi piacciono: come Provedel che mi è sempre piaciuto ed ora è tornato titolare, Castellanos per esempio, anche se oggi non gioca, è un giocatore che mi è sempre piaciuto perché come tutti gli argentini è un lottatore, un duro, uno che sa fare gol, che ti mette in difficoltà. Egoisticamente sono contento che non ci sia Castellanos perché mi ha sempre preoccupato quando giocava contro di noi.
Suo figlio adesso gioca per l'Udinese e ha esordito anche con la Primavera in porta, come la sta vivendo Josè? Lei lo ha sempre sostenuto in questo percorso?
Ha 16 anni e sta inseguendo il suo sogno come migliaia di ragazzi che giocano a pallone a questa età. Io lo supporto e lo sostengo nel far sì che lui possa fare tutto quello che è nelle sue possibilità per realizzare questo sogno che certamente non è facile da realizzare, ma i sogni bisogna provare a inseguirli. Anche io quando avevo 17 anni che lavoravo nelle radio e le prime volte in tv, i miei genitori all'epoca, quando tutti mi dicevano che era impossibile arrivare a certi livelli, mi dicevano sempre “tu insegui sempre il tuo sogno, poi se ce la fai bene e se non va, almeno non avrai rimpianti e dirai che ci hai provato”. Io ho fatto la stessa cosa con lui, gli dico: “impegnati, allenati, dai il meglio di te stesso poi se sarà destino che questo sogno si può realizzare bene, sennò nella vita hai vissuto dei momenti che saranno comunque indimenticabili”. Nella vita lo sostengo, poi mi diverto tantissimo a vedere i ragazzi giocare quindi io sempre ogni weekend seguo l'Udinese o a Udine quando giocano in casa o in trasferta ed è una delle cose che in assoluto mi divertono di più, adoro il calcio e anche quello giovanile quindi vedere le partite di mio figlio è una gioia. Sono un genitore, però, che si mette in disparte tranquillo, silenzioso, cerco di non dare nell'occhio così che le attenzioni non siano su di me ma su di lui in modo che giochi la sua partita in tranquillità.
Per concludere una provocazione scherzosa, qualora il Milan dovesse bussare alla porta per suo figlio come reagirebbe? Le porto l'esempio raccontato da Nesta dove suo padre tifoso della Lazio non lo fece andare a giocare alla Roma, farebbe ugualmente?
Vi sorprenderò: credo che quando si diventa giocatori ad una certa età, si diventa dei professionisti e io non sono uno con l'attaccamento alla maglia a prescindere. Se un giorno il Milan dovesse bussare alla porta di mio figlio e mio figlio riterrà opportuno andare, io lo sosterrò e chiaramente farò il tifo per lui se dovesse andare a giocare nel Milan, poi farò sempre il tifo per l'Inter nella vita, ma farò sempre il tifo per lui qualora dovesse giocare nel Milan, perché secondo me il suo sogno, la priorità, la sua vita, viene prima di tutto. Poi uno non cambia la propria fede, ma lì sei un professionista e quindi è giusto che lui vada dove lo richiedono e non c'è nessuna preclusione di nessuna squadra di Serie A, neanche il Milan assolutamente".
di Napoli Magazine
09/11/2025 - 12:16
Amadeus, noto conduttore televisivo, grande tifoso dell'Inter e appassionato di calcio, in vista del confronto dei nerazzurri con la Lazio, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Laziopress. Ecco quanto emerso:
"Come nasce la passione per l'Inter?
Nasce come le passioni del 99% delle persone da bambini: avevo una zia, che ora non c'è più, che era molto tifosa dell'Inter e tutte le volte che c'era l'Inter allo stadio quando ero bambino a sette-otto anni mi portava la zia, che si chiamava Enza. Vedevo questa grande Inter con grandi calciatori, che arrivava e batteva qualsiasi squadra. A otto anni sono rimasto affascinato dei colori nerazzurri, che mi porto ancora oggi che ne ho 63. È un amore che dura da almeno 55 anni, da oltre mezzo secolo.
La scorsa stagione si è conclusa con la brutta sconfitta in finale di Champions, l'Amadeus tifoso con quali motivazioni si è approcciato alla nuova stagione?
Devo dire che andando avanti con gli anni prendo tutto con un po' più di filosofia, mentre prima me la prendevo tantissimo quando le cose andavano male, mi rovinano le giornate, le serate, le settimane, mi cambiava proprio l'umore; adesso invece andando avanti cerco di farmene una ragione perché penso che il calcio sia fatta di momenti belli e non belli, fa parte del gioco del calcio come tale deve essere. Dimenticando il passato, anche se poi bruciava quella sconfitta, quando inizia una nuova stagione mi approccio sempre in maniera positiva sapendo che possono esserci momenti buoni e meno buoni. Sono molto fiducioso del lavoro del presidente Marotta e mi piace molto Chivu, quindi sono fiducioso. Fino adesso la stagione mi fa sperare che l'Inter possa lottare su tutti i fronti.
Adesso è arrivato Chivu sulla vostra panchina come lo valuta? Oltre a livello tattico anche a livello di comunicazione, visto che lei è in questo mondo da tantissimi anni, la convince?
Assolutamente si. La comunicazione è molto importante sia nei confronti della stampa e del pubblico e poi anche della squadra. Avevo grande fiducia in Chivu perché sa lavorare con i giovani, lo ha fatto con la Primavera dell'Inter, lo ha fatto col Parma ed ero quindi certo che avrebbe mixato esperienza ma avrebbe saputo valorizzare i giovani come sta facendo con Bonny, Pio Esposito, Sucic, sono tutti ragazzi di poco più di 20 anni. La comunicazione credo abbia sorpreso molti perché non tutti conoscevamo il Chivu allenatore a grandi livelli: le conferenze stampe sono motivo di curiosità e se l'è cavata sempre molto bene rispondendo con grande schiettezza e onestà. È un allenatore che ha vissuto periodi fantastici da giocatore, ma anche momenti drammatici, considerando l'incidente che ha avuto, e sa dare il giusto peso alle cose, credo sia un bravo comunicatore ma anche uno che si fa voler bene e si fa seguire dalla squadra. Credo che la rosa abbia capito che Chivu ha dei valori e li sta trasmettendo ai propri giocatori non solo da un punto di vista tecnico ma anche umano, caratteriale ed oggi questo è importante. Secondo me è sempre importante che un allenatore sia una sorta di psicologo, che sappia gestire psicologicamente i propri giocatori.
Adesso arriva la Lazio, dopo un vero e proprio tour de force per l'Inter, come la vede?
Le partite con la Lazio sono sempre molto belle e aperte. Spesso le ricordo anche per momenti dolorosi per noi, anche di recente ma anche quel famoso 5 maggio io ero allo Stadio Olimpico e fu uno dei grandi shock della mia vita. So che le partite con la Lazio non sono mai scontate, perché la Lazio quando ha di fronte l'Inter gioca sempre molto bene. La partita di stasera è chiaro che l'Inter deve vincerla semplicemente per non perdere terreno visto che c'è un certo affollamento lì sopra tra Napoli, Roma, Inter, Milan e si fa sotto anche la Juventus ed è chiaro che se vuoi lottare per lo Scudetto sono punti con le big che non devi perdere. Però è un Inter che se vuole vincere contro la Lazio deve essere un Inter che giochi la grande partita non puoi permetterti di gestire le forze contro la Lazio perché ultimamente i biancocelesti hanno messo bene la difesa e stanno giocando bene. Credo che l'Inter ha l'attacco più forte della Serie A, ma la Lazio ha una difesa molto solida e sono curioso di sapere che cosa accade. È una partita aperta a qualsiasi risultato.
C'è un giocatore della Lazio che si porterebbe all'Inter?
A queste domande rispondo sempre che sono felice dei giocatori che ho, non vorrei un altro giocatore nella mia attuale squadra. Ci sono giocatori della Lazio che mi piacciono: come Provedel che mi è sempre piaciuto ed ora è tornato titolare, Castellanos per esempio, anche se oggi non gioca, è un giocatore che mi è sempre piaciuto perché come tutti gli argentini è un lottatore, un duro, uno che sa fare gol, che ti mette in difficoltà. Egoisticamente sono contento che non ci sia Castellanos perché mi ha sempre preoccupato quando giocava contro di noi.
Suo figlio adesso gioca per l'Udinese e ha esordito anche con la Primavera in porta, come la sta vivendo Josè? Lei lo ha sempre sostenuto in questo percorso?
Ha 16 anni e sta inseguendo il suo sogno come migliaia di ragazzi che giocano a pallone a questa età. Io lo supporto e lo sostengo nel far sì che lui possa fare tutto quello che è nelle sue possibilità per realizzare questo sogno che certamente non è facile da realizzare, ma i sogni bisogna provare a inseguirli. Anche io quando avevo 17 anni che lavoravo nelle radio e le prime volte in tv, i miei genitori all'epoca, quando tutti mi dicevano che era impossibile arrivare a certi livelli, mi dicevano sempre “tu insegui sempre il tuo sogno, poi se ce la fai bene e se non va, almeno non avrai rimpianti e dirai che ci hai provato”. Io ho fatto la stessa cosa con lui, gli dico: “impegnati, allenati, dai il meglio di te stesso poi se sarà destino che questo sogno si può realizzare bene, sennò nella vita hai vissuto dei momenti che saranno comunque indimenticabili”. Nella vita lo sostengo, poi mi diverto tantissimo a vedere i ragazzi giocare quindi io sempre ogni weekend seguo l'Udinese o a Udine quando giocano in casa o in trasferta ed è una delle cose che in assoluto mi divertono di più, adoro il calcio e anche quello giovanile quindi vedere le partite di mio figlio è una gioia. Sono un genitore, però, che si mette in disparte tranquillo, silenzioso, cerco di non dare nell'occhio così che le attenzioni non siano su di me ma su di lui in modo che giochi la sua partita in tranquillità.
Per concludere una provocazione scherzosa, qualora il Milan dovesse bussare alla porta per suo figlio come reagirebbe? Le porto l'esempio raccontato da Nesta dove suo padre tifoso della Lazio non lo fece andare a giocare alla Roma, farebbe ugualmente?
Vi sorprenderò: credo che quando si diventa giocatori ad una certa età, si diventa dei professionisti e io non sono uno con l'attaccamento alla maglia a prescindere. Se un giorno il Milan dovesse bussare alla porta di mio figlio e mio figlio riterrà opportuno andare, io lo sosterrò e chiaramente farò il tifo per lui se dovesse andare a giocare nel Milan, poi farò sempre il tifo per l'Inter nella vita, ma farò sempre il tifo per lui qualora dovesse giocare nel Milan, perché secondo me il suo sogno, la priorità, la sua vita, viene prima di tutto. Poi uno non cambia la propria fede, ma lì sei un professionista e quindi è giusto che lui vada dove lo richiedono e non c'è nessuna preclusione di nessuna squadra di Serie A, neanche il Milan assolutamente".