Calcio
IL FORMAT - "Fenomeni" su Prime Video Sport, Luca Toni intervista Sneijder: "Mourinho è lo Special One, il numero 10 non esiste più"
12.04.2025 13:51 di Napoli Magazine

È già disponibile sul canale YouTube PrimeVideoSportIT il nuovo appuntamento con Fenomeni, il format social condotto da Luca Toni, campione del mondo 2006 e ora commentatore di Prime Video per la UEFA Champions League, che intervista in esclusiva i grandi campioni del calcio, ripercorrendone la carriera che li ha resi leggendari.
 
Protagonista della quinta puntata è Wesley Sneijder, ex campione di Inter e Real Madrid. Ai microfoni di Prime Video Sneijder ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, a partire dalla chiamata di Mourinho, allora allenatore dell’Inter, e dal suo esordio durante il derby vinto 4-0 contro il Milan nel 2009, annata che culminerà con la storica vittoria del Triplete (UEFA Champions League, Serie A e Coppa Italia), fino ai momenti più difficili, come il pallone d’Oro non conquistato nel 2010 e la forte crisi personale durante la seconda stagione al Real Madrid.
 
L’intervista a Wesley Sneijder anticipa il match di ritorno dei quarti di finale di UEFA Champions League, che vede protagonista l’Inter insieme al Bayern Monaco. La sfida si giocherà mercoledì 16 aprile in diretta e in esclusiva su Prime Video, live dalle ore 19.30, calcio d’inizio ore 21.00 con i nerazzurri che partono dalla vittoria 2-1 di Monaco.
 
Di seguito alcune dichiarazioni tratte dall’intervista:
 
La chiamata di Mourinho: se vieni vinciamo tutto
Mourinho mi ha chiamato e mi ha detto: “Wesley, sono Jose Mourinho allenatore dell’Inter. Ci manca solo il numero 10, se tu vieni possiamo vincere tutto”. Non volevo andare via dal Real Madrid e allora per due settimane mi ha richiamato tutti i giorni. Appena sono arrivato, il giorno dopo abbiamo vinto il derby 4-0 contro il Milan, poi, dopo poche partite, ho capito subito che mancavo davvero solo un numero 10, perché tutta la squadra era pronta. Eravamo fortissimi: ogni volta che mi chiedono di fare la mia Top 11 con cui ho giocato, almeno 7 o 8 giocatori sono di dell’Inter del Triplete.
 
Il Pallone d’Oro non vinto nel 2010
È giusto se scegliessimo noi allenatori e giocatori il vincitore del Pallone d’Oro, non France Football. Se parliamo di migliori giocatori al mondo, è giusto premiare Messi e Ronaldo, ma il Pallone d’Oro premia l’annata. Quell’anno con l’Inter abbiamo vinto tutto in Italia e ho fatto la finale dei Mondiali. Ma per me non è un premio importante, perché è individuale: do più valore ai trofei vinti con la squadra. Il giorno della premiazione dovevo indossare uno smoking. Quando mi hanno detto che non sarei stato sul podio sarei voluto andare a casa, ma mi hanno detto di rimanere: allora mi sono cambiato e per protesta non sono andato in smoking. Oggi, nel 2025, la gente sta ancora parlando del fatto che dovevo vincere io nel 2010 e questo è ancora più importante della vittoria.
 
Perché Mourinho è lo Special One
Dal primo giorno ho visto un allenatore top dal punto di vista tattico e un manager super, che sa sempre ciò che fa. Un lunedì dopo una serie lunga di partite mi disse che mi vedeva stanco e mi impose di andare ad Amsterdam per stare qualche giorno con la mia famiglia e tornare giovedì, per giocare sabato. Non credevo alle sue parole, ma mi disse proprio di andare via. Quando sono tornato ho pensato a cosa volesse da me: dovevo dare tutto per lui. Quel sabato contro il Siena feci due goal e a fine partite mi disse: “Grazie Wesley, questo volevo da te”. Per questo è lo Special One, perché sa perfettamente ciò che fa e noi giocatori che siamo nello spogliatoio ce ne accorgiamo. Un’altra volta disse a Maicon, squalificato due settimane, di tornare in Brasile: quando è rientrato a giocare era una bestia, si è mangiato San Siro da solo. Ti entra non solo in testa, ma in tutto il corpo. E lo fa con tutta la rosa, non solo con i titolari. Nessuno è come lui.
 
Quindici minuti chiuso nel bagno del Camp Nou (semifinale contro Barcellona 2009/10)
In casa col Barcellona è stata la partita che voleva Mourinho. Solitamente non parlava molto prima di giocare, ma quel giorno aveva parlato quasi 40 minuti, ha caricato tutti e ci dicevamo tra di noi che seguendo le sue indicazioni avremmo vinto. Il ritorno è stata una partita difficilissima. Quando sono uscito a metà secondo tempo eravamo sotto di 1-0. Non sono andato in panchina, mi sono chiuso un quarto d’ora nel bagno dello spogliatoio con la faccia tra le mani. Ho sentito il boato per il secondo gol del Barcellona, irregolare. A fine partita sono corso in campo a festeggiare, con l’acqua che partiva. Una partita difficilissima.
 
Il numero 10 non esiste più
Il numero 10 non esiste più, è finito. Tutti gli allenatori giocano in modo più controllato, la base è più arretrata e non mi piace. Oggi il numero 10 sta dietro, prende la parte dal portiere e fa un po’ di passaggi in avanti. Mi chiedono sempre se oggi c’è un giocatore simile a me, ma non lo trovo perché il calcio è differente. I numeri 10 non giocano più come Baggio, Pirlo, Totti e Del Piero...Giocano come Modric e Calhanoglu, che stanno più dietro.
 
Fenomeni è il format social di Prime Video Sport condotto da Luca Toni, campione del mondo 2006 ed esperto di Prime Video in occasione delle partite di UEFA Champions League. Ospite del quinto episodio è Wesley Sneijder, tra i protagonisti di un indimenticabile triplete con l’Inter nel 2010, quando conquistò Serie A, Coppa Italia e Champions League, oltre al secondo posto con l’Olanda ai Mondiali in Sudafrica. Durante l’intervista, Sneijder passa in rassegna tutte le fasi cruciali della sua carriera calcistica, dalle vittorie all’Inter con il numero 10, fino alla delusione per il Pallone d’Oro non vinto nello stesso anno, raccontando il rapporto speciale con un grande allenatore come Murinho, lo Special One. L’episodio completo è disponibile sul canale YouTube @primevideosportit, insieme a quelli precedenti: Buffon, Vieri, Bonucci e Alessandro Nesta.

Il format è stato realizzato con il supporto di Hello, agenzia creativa del gruppo Plus Company, che ha assistito Prime Video Sport nell’ideazione e nella realizzazione del concept.

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IL FORMAT - "Fenomeni" su Prime Video Sport, Luca Toni intervista Sneijder: "Mourinho è lo Special One, il numero 10 non esiste più"

di Napoli Magazine

12/04/2025 - 13:51

È già disponibile sul canale YouTube PrimeVideoSportIT il nuovo appuntamento con Fenomeni, il format social condotto da Luca Toni, campione del mondo 2006 e ora commentatore di Prime Video per la UEFA Champions League, che intervista in esclusiva i grandi campioni del calcio, ripercorrendone la carriera che li ha resi leggendari.
 
Protagonista della quinta puntata è Wesley Sneijder, ex campione di Inter e Real Madrid. Ai microfoni di Prime Video Sneijder ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, a partire dalla chiamata di Mourinho, allora allenatore dell’Inter, e dal suo esordio durante il derby vinto 4-0 contro il Milan nel 2009, annata che culminerà con la storica vittoria del Triplete (UEFA Champions League, Serie A e Coppa Italia), fino ai momenti più difficili, come il pallone d’Oro non conquistato nel 2010 e la forte crisi personale durante la seconda stagione al Real Madrid.
 
L’intervista a Wesley Sneijder anticipa il match di ritorno dei quarti di finale di UEFA Champions League, che vede protagonista l’Inter insieme al Bayern Monaco. La sfida si giocherà mercoledì 16 aprile in diretta e in esclusiva su Prime Video, live dalle ore 19.30, calcio d’inizio ore 21.00 con i nerazzurri che partono dalla vittoria 2-1 di Monaco.
 
Di seguito alcune dichiarazioni tratte dall’intervista:
 
La chiamata di Mourinho: se vieni vinciamo tutto
Mourinho mi ha chiamato e mi ha detto: “Wesley, sono Jose Mourinho allenatore dell’Inter. Ci manca solo il numero 10, se tu vieni possiamo vincere tutto”. Non volevo andare via dal Real Madrid e allora per due settimane mi ha richiamato tutti i giorni. Appena sono arrivato, il giorno dopo abbiamo vinto il derby 4-0 contro il Milan, poi, dopo poche partite, ho capito subito che mancavo davvero solo un numero 10, perché tutta la squadra era pronta. Eravamo fortissimi: ogni volta che mi chiedono di fare la mia Top 11 con cui ho giocato, almeno 7 o 8 giocatori sono di dell’Inter del Triplete.
 
Il Pallone d’Oro non vinto nel 2010
È giusto se scegliessimo noi allenatori e giocatori il vincitore del Pallone d’Oro, non France Football. Se parliamo di migliori giocatori al mondo, è giusto premiare Messi e Ronaldo, ma il Pallone d’Oro premia l’annata. Quell’anno con l’Inter abbiamo vinto tutto in Italia e ho fatto la finale dei Mondiali. Ma per me non è un premio importante, perché è individuale: do più valore ai trofei vinti con la squadra. Il giorno della premiazione dovevo indossare uno smoking. Quando mi hanno detto che non sarei stato sul podio sarei voluto andare a casa, ma mi hanno detto di rimanere: allora mi sono cambiato e per protesta non sono andato in smoking. Oggi, nel 2025, la gente sta ancora parlando del fatto che dovevo vincere io nel 2010 e questo è ancora più importante della vittoria.
 
Perché Mourinho è lo Special One
Dal primo giorno ho visto un allenatore top dal punto di vista tattico e un manager super, che sa sempre ciò che fa. Un lunedì dopo una serie lunga di partite mi disse che mi vedeva stanco e mi impose di andare ad Amsterdam per stare qualche giorno con la mia famiglia e tornare giovedì, per giocare sabato. Non credevo alle sue parole, ma mi disse proprio di andare via. Quando sono tornato ho pensato a cosa volesse da me: dovevo dare tutto per lui. Quel sabato contro il Siena feci due goal e a fine partite mi disse: “Grazie Wesley, questo volevo da te”. Per questo è lo Special One, perché sa perfettamente ciò che fa e noi giocatori che siamo nello spogliatoio ce ne accorgiamo. Un’altra volta disse a Maicon, squalificato due settimane, di tornare in Brasile: quando è rientrato a giocare era una bestia, si è mangiato San Siro da solo. Ti entra non solo in testa, ma in tutto il corpo. E lo fa con tutta la rosa, non solo con i titolari. Nessuno è come lui.
 
Quindici minuti chiuso nel bagno del Camp Nou (semifinale contro Barcellona 2009/10)
In casa col Barcellona è stata la partita che voleva Mourinho. Solitamente non parlava molto prima di giocare, ma quel giorno aveva parlato quasi 40 minuti, ha caricato tutti e ci dicevamo tra di noi che seguendo le sue indicazioni avremmo vinto. Il ritorno è stata una partita difficilissima. Quando sono uscito a metà secondo tempo eravamo sotto di 1-0. Non sono andato in panchina, mi sono chiuso un quarto d’ora nel bagno dello spogliatoio con la faccia tra le mani. Ho sentito il boato per il secondo gol del Barcellona, irregolare. A fine partita sono corso in campo a festeggiare, con l’acqua che partiva. Una partita difficilissima.
 
Il numero 10 non esiste più
Il numero 10 non esiste più, è finito. Tutti gli allenatori giocano in modo più controllato, la base è più arretrata e non mi piace. Oggi il numero 10 sta dietro, prende la parte dal portiere e fa un po’ di passaggi in avanti. Mi chiedono sempre se oggi c’è un giocatore simile a me, ma non lo trovo perché il calcio è differente. I numeri 10 non giocano più come Baggio, Pirlo, Totti e Del Piero...Giocano come Modric e Calhanoglu, che stanno più dietro.
 
Fenomeni è il format social di Prime Video Sport condotto da Luca Toni, campione del mondo 2006 ed esperto di Prime Video in occasione delle partite di UEFA Champions League. Ospite del quinto episodio è Wesley Sneijder, tra i protagonisti di un indimenticabile triplete con l’Inter nel 2010, quando conquistò Serie A, Coppa Italia e Champions League, oltre al secondo posto con l’Olanda ai Mondiali in Sudafrica. Durante l’intervista, Sneijder passa in rassegna tutte le fasi cruciali della sua carriera calcistica, dalle vittorie all’Inter con il numero 10, fino alla delusione per il Pallone d’Oro non vinto nello stesso anno, raccontando il rapporto speciale con un grande allenatore come Murinho, lo Special One. L’episodio completo è disponibile sul canale YouTube @primevideosportit, insieme a quelli precedenti: Buffon, Vieri, Bonucci e Alessandro Nesta.

Il format è stato realizzato con il supporto di Hello, agenzia creativa del gruppo Plus Company, che ha assistito Prime Video Sport nell’ideazione e nella realizzazione del concept.