Calcio
IL PARERE - Avv. Chiacchio: "Caso scommesse? I calciatori hanno giocato su siti illegali, non su eventi di calcio, ecco la situazione"
15.04.2025 14:16 di Napoli Magazine

Un presunto giro di puntate online su siti illegali di gioco che ha coinvolto una ventina di personaggi del settore sportivo, tra cui 12 calciatori della Serie A italiana. Proprio questo argomento è stato al centro dell’intervista rilasciata all’agenzia Agimeg dall’avvocato Eduardo Chiacchio, esperto di diritto sportivo che ha difeso centinaia di calciatori e Società coinvolti nei più importanti processi di calcio-scommesse.

"I fatti sono praticamente gli stessi di un anno e mezzo fa. Riguardano sia la Procura della Repubblica di Benevento con le notifiche delle comunicazioni di conclusione delle indagini a soggetti già indagati sia la Procura della Repubblica di Milano con le situazioni che erano oggetto di indagini partite, a suo tempo, con i noti calciatori coinvolti e anche squalificati. Dall'esame degli atti di quel procedimento sono emersi altri nomi di calciatori che, da quanto si apprende, non hanno mai giocato o scommesso su gare organizzate da FIGC, UEFA o dalla FIFA e quindi meritevoli di sanzioni in sede sportiva, ma hanno la responsabilità, secondo quanto riferito dagli organi di stampa, di aver scommesso su siti illegali. Si tratta quindi di una responsabilità penale e non sportiva. Le sanzioni sono limitate ad ammende blande o irrisorie, da 250 a 500 euro. Per le disposizioni derivanti e all'esame della Procura della Repubblica di Milano sembra, infatti, non siano state accertate scommesse sportive su eventi calcistici".

Riguardo a possibili misure volte ad evitare il verificarsi tali situazioni, l'avvocato Chiacchio ha aggiunto ad Agimeg: "Io sono direttamente nominato da alcuni club per rendere edotti i calciatori di quelli che sono i comportamenti da adottare anche per il fenomeno scommesse. Molte società che assisto, unitamente ai miei colleghi di studio, mi chiedono di svolgere un vero e proprio incontro formativo con i tesserati al fine di spiegare nel dettaglio quali sono comportamenti ed atteggiamenti da adottare per il fenomeno scommesse. Attività preventiva, quindi. La responsabilità oggettiva del resto, così come modificata nel Codice di Giustizia Sportiva, ha inteso di assumere comportamenti non solo attenuanti ma esimenti in caso di attività preventiva provata. Quindi, oltre all'applicazione della famosa legge 231 o Codice Etico, una vera e propria attività preventiva, con la società che si rende parte attiva e organizza incontri formativi con soggetti esperti in materia al fine di rendere edotti i tesserati delle gravi sanzioni a cui vanno incontro non solo in caso di scommesse, ma anche in caso di omessa denuncia di scommesse. Perchè è un reato sportivo non denunciare quando si ha condizione di scommesse poste in essere da compagni di squadra o in genere da tesserati", ha concluso.

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15/04/2025 - 14:16

Un presunto giro di puntate online su siti illegali di gioco che ha coinvolto una ventina di personaggi del settore sportivo, tra cui 12 calciatori della Serie A italiana. Proprio questo argomento è stato al centro dell’intervista rilasciata all’agenzia Agimeg dall’avvocato Eduardo Chiacchio, esperto di diritto sportivo che ha difeso centinaia di calciatori e Società coinvolti nei più importanti processi di calcio-scommesse.

"I fatti sono praticamente gli stessi di un anno e mezzo fa. Riguardano sia la Procura della Repubblica di Benevento con le notifiche delle comunicazioni di conclusione delle indagini a soggetti già indagati sia la Procura della Repubblica di Milano con le situazioni che erano oggetto di indagini partite, a suo tempo, con i noti calciatori coinvolti e anche squalificati. Dall'esame degli atti di quel procedimento sono emersi altri nomi di calciatori che, da quanto si apprende, non hanno mai giocato o scommesso su gare organizzate da FIGC, UEFA o dalla FIFA e quindi meritevoli di sanzioni in sede sportiva, ma hanno la responsabilità, secondo quanto riferito dagli organi di stampa, di aver scommesso su siti illegali. Si tratta quindi di una responsabilità penale e non sportiva. Le sanzioni sono limitate ad ammende blande o irrisorie, da 250 a 500 euro. Per le disposizioni derivanti e all'esame della Procura della Repubblica di Milano sembra, infatti, non siano state accertate scommesse sportive su eventi calcistici".

Riguardo a possibili misure volte ad evitare il verificarsi tali situazioni, l'avvocato Chiacchio ha aggiunto ad Agimeg: "Io sono direttamente nominato da alcuni club per rendere edotti i calciatori di quelli che sono i comportamenti da adottare anche per il fenomeno scommesse. Molte società che assisto, unitamente ai miei colleghi di studio, mi chiedono di svolgere un vero e proprio incontro formativo con i tesserati al fine di spiegare nel dettaglio quali sono comportamenti ed atteggiamenti da adottare per il fenomeno scommesse. Attività preventiva, quindi. La responsabilità oggettiva del resto, così come modificata nel Codice di Giustizia Sportiva, ha inteso di assumere comportamenti non solo attenuanti ma esimenti in caso di attività preventiva provata. Quindi, oltre all'applicazione della famosa legge 231 o Codice Etico, una vera e propria attività preventiva, con la società che si rende parte attiva e organizza incontri formativi con soggetti esperti in materia al fine di rendere edotti i tesserati delle gravi sanzioni a cui vanno incontro non solo in caso di scommesse, ma anche in caso di omessa denuncia di scommesse. Perchè è un reato sportivo non denunciare quando si ha condizione di scommesse poste in essere da compagni di squadra o in genere da tesserati", ha concluso.