Calcio
IL PARERE - Del Genio: "Per il 4-3-3 mancano due pedine, Napoli rischia di diventare Allan-dipendente"
21.11.2019 01:26 di Napoli Magazine

"La strada per uscire da questa situazione è sperare in un rendimento migliore di tutti i singoli. Non possiamo pensare che la squadra improvvisamente piazzi dieci grandi partite di fila. Finora al Napoli è mancato questo, la continuità. E' difficile trovarla improvvisamente. Bisogna conquistare i risultati sfruttando le occasioni, le situazioni, senza sminuire gli errori commessi finora". E' così che Paolo Del Genio, giornalista di Radio Kiss Kiss Napoli e TeleA, comincia la sua analisi a Tuttonapoli.net: "Punto molto sul discorso individuale. Attraverso un miglioramento del rendimento individuale, e quindi l'ottenimento dei risultati, poi si potrà migliorare anche la qualità del gioco perché si ricomincia ad andare in campo con l'entusiasmo e non con l'ansia che finora ha caratterizzato il Napoli durante le partite". Credi quindi che sia un problema più caratteriale che tattico? "Entrambi. Se Koulibaly è quello che salva un gol sulla linea e non quello che commette errori e fa segnare gli avversari, se Milik è quello che la mette dentro invece che sul palo, se Insigne fa la giocata precisa e non sbaglia l'ultima rifinitura, il Napoli potrà ritrovare i risultati. E così arriverà la convinzione. Se non riescono le giocate individuali, che penalizzano il risultato, subentra questa tensione che in questo momento sta bloccando la squadra". La strada potrebbe essere il passaggio al 4-3-3? "Dico solo due cose su questo. Se lo fa, lo fa per dare una scossa a livello di attenzione, ma non credo perché ritenga che il 4-3-3 chissà cosa possa risolvere tatticamente. Per il 4-3-3 mancano alcune caratteristiche. Manca un altro interdittore, perché il 4-3-3 non si può fare con tre mezzali. A quel punto si diventerebbe ancora più dipendenti da Allan, più di quanto il Napoli non lo sia già. E manca sicuramente anche un centrocampista centrale in grado di dettare i tempi e di fare filtro con senso della posizione davanti la difesa, più che con qualità agonistiche. Manca un vice-Allan e un giocatore tatticamente intelligente davanti la difesa. E la società dovrebbe poi fare di tutto per acquistarli sul mercato di gennaio, altrimenti diventa complicata la gestione delle rotazioni". Dal punto di vista tattico è cambiato qualcosa rispetto allo scorso anno? "No, non è cambiato nulla. E la scorsa stagione il Napoli fece bene, a dispetto di quanto detto da qualcuno che ha valutato male un'annata in cui sono stati conquistati 79 punti, e qualcuno è stato perso perché nel finale la squadra è apparsa demotivata per la distanza dalla Juventus. Se non capiamo che tutte le volte che il Napoli fa una stagione da 80 punti sarà una stagione positiva, vuol dire che non abbiamo ancora capito che cosa può fare il Napoli nel suo presente e nel suo futuro. Spero che quest'anno lo stia insegnando. Ciò che mi interessa è che l'insegnamento di questa stagione arrivi forte alla società e a chi ci lavora". L'ultima polemica in casa Napoli ha riguardato Elmas: giusto questo trattamento da parte del Napoli? "Nel caso specifico di Elmas non è giusto essere duri. Evidentemente c'è stato un malinteso. Elmas non è entrato nello specifico di nulla, non è entrato in cose tecniche o comportamentali. Solo in quel caso Elmas avrebbe disatteso il silenzio stampa del Napoli. Non ha detto niente di che. Non riesco a capire la reazione societaria perché davvero mi sono sembrate dichiarazioni insignificanti". Come si ricuce lo strappo tra spogliatoio e società? "Bisogna parlarsi, chiarirsi e decidere. Bisogna capire se i calciatori hanno capito di aver sbagliato. In linea di massima ho due idee molto contrastanti tra loro sull'argomento. Per ricreare un clima di grande serenità il Napoli potrebbe decidere di non fare nulla, di non andare avanti con le azioni legali. Dall'altro lato capisco che chi deve guidare una società non può far passare per buona ogni cosa, con l'opzione perdona, altrimenti si rischia che le cose si possano ripetere. Difficile capire qual è la soluzione più opportuna. Il Napoli società deve fare un passo verso i calciatori, come i calciatori devono farlo verso tutti, ma non credo che non ci saranno sanzioni. Non sarebbe accettabile, altrimenti sarebbe un gioco firmare contratti e accettare tutto ciò che ne deriva. Il Napoli è obbligato a fare qualcosa, ma non deve accanirsi. E' bene fare qualcosa di moderato".

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21/11/2024 - 01:26

"La strada per uscire da questa situazione è sperare in un rendimento migliore di tutti i singoli. Non possiamo pensare che la squadra improvvisamente piazzi dieci grandi partite di fila. Finora al Napoli è mancato questo, la continuità. E' difficile trovarla improvvisamente. Bisogna conquistare i risultati sfruttando le occasioni, le situazioni, senza sminuire gli errori commessi finora". E' così che Paolo Del Genio, giornalista di Radio Kiss Kiss Napoli e TeleA, comincia la sua analisi a Tuttonapoli.net: "Punto molto sul discorso individuale. Attraverso un miglioramento del rendimento individuale, e quindi l'ottenimento dei risultati, poi si potrà migliorare anche la qualità del gioco perché si ricomincia ad andare in campo con l'entusiasmo e non con l'ansia che finora ha caratterizzato il Napoli durante le partite". Credi quindi che sia un problema più caratteriale che tattico? "Entrambi. Se Koulibaly è quello che salva un gol sulla linea e non quello che commette errori e fa segnare gli avversari, se Milik è quello che la mette dentro invece che sul palo, se Insigne fa la giocata precisa e non sbaglia l'ultima rifinitura, il Napoli potrà ritrovare i risultati. E così arriverà la convinzione. Se non riescono le giocate individuali, che penalizzano il risultato, subentra questa tensione che in questo momento sta bloccando la squadra". La strada potrebbe essere il passaggio al 4-3-3? "Dico solo due cose su questo. Se lo fa, lo fa per dare una scossa a livello di attenzione, ma non credo perché ritenga che il 4-3-3 chissà cosa possa risolvere tatticamente. Per il 4-3-3 mancano alcune caratteristiche. Manca un altro interdittore, perché il 4-3-3 non si può fare con tre mezzali. A quel punto si diventerebbe ancora più dipendenti da Allan, più di quanto il Napoli non lo sia già. E manca sicuramente anche un centrocampista centrale in grado di dettare i tempi e di fare filtro con senso della posizione davanti la difesa, più che con qualità agonistiche. Manca un vice-Allan e un giocatore tatticamente intelligente davanti la difesa. E la società dovrebbe poi fare di tutto per acquistarli sul mercato di gennaio, altrimenti diventa complicata la gestione delle rotazioni". Dal punto di vista tattico è cambiato qualcosa rispetto allo scorso anno? "No, non è cambiato nulla. E la scorsa stagione il Napoli fece bene, a dispetto di quanto detto da qualcuno che ha valutato male un'annata in cui sono stati conquistati 79 punti, e qualcuno è stato perso perché nel finale la squadra è apparsa demotivata per la distanza dalla Juventus. Se non capiamo che tutte le volte che il Napoli fa una stagione da 80 punti sarà una stagione positiva, vuol dire che non abbiamo ancora capito che cosa può fare il Napoli nel suo presente e nel suo futuro. Spero che quest'anno lo stia insegnando. Ciò che mi interessa è che l'insegnamento di questa stagione arrivi forte alla società e a chi ci lavora". L'ultima polemica in casa Napoli ha riguardato Elmas: giusto questo trattamento da parte del Napoli? "Nel caso specifico di Elmas non è giusto essere duri. Evidentemente c'è stato un malinteso. Elmas non è entrato nello specifico di nulla, non è entrato in cose tecniche o comportamentali. Solo in quel caso Elmas avrebbe disatteso il silenzio stampa del Napoli. Non ha detto niente di che. Non riesco a capire la reazione societaria perché davvero mi sono sembrate dichiarazioni insignificanti". Come si ricuce lo strappo tra spogliatoio e società? "Bisogna parlarsi, chiarirsi e decidere. Bisogna capire se i calciatori hanno capito di aver sbagliato. In linea di massima ho due idee molto contrastanti tra loro sull'argomento. Per ricreare un clima di grande serenità il Napoli potrebbe decidere di non fare nulla, di non andare avanti con le azioni legali. Dall'altro lato capisco che chi deve guidare una società non può far passare per buona ogni cosa, con l'opzione perdona, altrimenti si rischia che le cose si possano ripetere. Difficile capire qual è la soluzione più opportuna. Il Napoli società deve fare un passo verso i calciatori, come i calciatori devono farlo verso tutti, ma non credo che non ci saranno sanzioni. Non sarebbe accettabile, altrimenti sarebbe un gioco firmare contratti e accettare tutto ciò che ne deriva. Il Napoli è obbligato a fare qualcosa, ma non deve accanirsi. E' bene fare qualcosa di moderato".