In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Enrico Lubrano, avvocato e docente della materia del Diritto dello Sport, in passato consulente legale anche per la SSC Napoli: “Il Napoli ha davvero rischiato di perdere Kvaratskhelia per una penale ed un indennizzo di 10 milioni di euro. Il regolamento della Fifa parla chiaro all’articolo 17: Kvara non era più nel periodo protetto, quindi avrebbe potuto recedere il contratto con il Napoli anche senza giusta causa. Manna ha utilizzato parole fortissime nel definirlo un ricatto, ma sono state quelle corrette per la situazione Kvara. Se il giocatore avesse fatto leva sull’art. 17 si sarebbe liberato in tempi brevi. Il Napoli ha agito nella maniera migliore dal punto di vista imprenditoriale, ma era anche l’unica decisione che poteva fare. L’art. 17 è un’arma nelle mani dei calciatori, che può essere utilizzato in maniera impropria. La vicenda ora è andata così, ma apre uno scenario e una riflessione obbligata: c’è l’incompatibilità con il Diritto Europeo sull’art. 17 e bisogna tenerne conto. Il Napoli ha avuto un normale comportamento da imprenditore, sebbene ribadisco: la società ha fatto quello che doveva fare. C’è un problema di ordine generale: i club si trovano esposte con l’art. 17 dopo aver valorizzato e rilanciato i tesserati. Il caso Kvara farà scuola? Nasce l’opportunità di cambiare le carte in tavola. I tifosi restano male della cessione del calciatore, ma le società sanno purtroppo che l’art. 17 diventa quasi ineluttabile in questi scenari. C’è un problema di sistema, strutturale. I bilanci delle società si basano sugli asset calciatori, ma tutto questo sistema rischia di franare sull’art. 17 che disciplina i rapporti calciatori-società in maniera irragionevole e discriminatoria per i club. Non è il tema che riguarda il Calcio Napoli, ma interessa tutte le società: va posto rimedio, altrimenti è uno scenario ripetibile su base sistemica e che snatura la libera concorrenza sul mercato”.
di Napoli Magazine
06/02/2025 - 14:01
In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Enrico Lubrano, avvocato e docente della materia del Diritto dello Sport, in passato consulente legale anche per la SSC Napoli: “Il Napoli ha davvero rischiato di perdere Kvaratskhelia per una penale ed un indennizzo di 10 milioni di euro. Il regolamento della Fifa parla chiaro all’articolo 17: Kvara non era più nel periodo protetto, quindi avrebbe potuto recedere il contratto con il Napoli anche senza giusta causa. Manna ha utilizzato parole fortissime nel definirlo un ricatto, ma sono state quelle corrette per la situazione Kvara. Se il giocatore avesse fatto leva sull’art. 17 si sarebbe liberato in tempi brevi. Il Napoli ha agito nella maniera migliore dal punto di vista imprenditoriale, ma era anche l’unica decisione che poteva fare. L’art. 17 è un’arma nelle mani dei calciatori, che può essere utilizzato in maniera impropria. La vicenda ora è andata così, ma apre uno scenario e una riflessione obbligata: c’è l’incompatibilità con il Diritto Europeo sull’art. 17 e bisogna tenerne conto. Il Napoli ha avuto un normale comportamento da imprenditore, sebbene ribadisco: la società ha fatto quello che doveva fare. C’è un problema di ordine generale: i club si trovano esposte con l’art. 17 dopo aver valorizzato e rilanciato i tesserati. Il caso Kvara farà scuola? Nasce l’opportunità di cambiare le carte in tavola. I tifosi restano male della cessione del calciatore, ma le società sanno purtroppo che l’art. 17 diventa quasi ineluttabile in questi scenari. C’è un problema di sistema, strutturale. I bilanci delle società si basano sugli asset calciatori, ma tutto questo sistema rischia di franare sull’art. 17 che disciplina i rapporti calciatori-società in maniera irragionevole e discriminatoria per i club. Non è il tema che riguarda il Calcio Napoli, ma interessa tutte le società: va posto rimedio, altrimenti è uno scenario ripetibile su base sistemica e che snatura la libera concorrenza sul mercato”.