Calcio
IL PARERE - Sodinha: "Conte è un allenatore speciale, l'ho avuto a Bari, vi racconto un episodio"
16.01.2025 16:28 di Napoli Magazine

Felipe Sodinha, ex calciatore, ha rilasciato un'intervista a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli: "Conte è un allenatore speciale, l'ho avuto a Bari dove ero giovanissimo ed alle mie prime esperienze professionali, è una persona che si impegna sul campo, chiede tantissimo ai suoi giocatori e merita di vivere tutto quello che ha vissuto. Un episodio che fa capire la sua grande abnegazione? Quando ero a Bari con lui, avevo 18 anni e mi mancava la mia famiglia, chiedo a Conte di andare in Brasile a vivere le vacanze di Natale e lui mi dice di tornare il 2 gennaio dandomi qualche giorno in più rispetto ai miei compagni e così sono partito. Poi dal Brasile sono rientrato il 22 gennaio, cioè 20 giorni dopo la data che avevo comunicato al mister. Che è successo dopo? Conte non mi voleva neanche guardare e mi ha messo fuori rosa, perché la vedeva come una mancanza di rispetto. Sono stato un mese fuori rosa, poi dopo abbiamo chiarito, ho sbagliato per me stesso, per i miei compagni e per la società. Conte è un uomo molto di parola. Prende il massimo dal giocatore, ma se non dai il 100% capisci che non fai per lui. Durante la mia esperienza con lui ho visto giocatori che vomitavano in allenamento, dovevano dare sempre il massimo, correre e dare sempre tutto quello che hanno dentro. La preparazione al Bari era durissima, avevo 18 anni e tornavo morto in stanza dopo allenamento. Se non finivo i km che mi davano non potevo tornare negli spogliatoi".

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IL PARERE - Sodinha: "Conte è un allenatore speciale, l'ho avuto a Bari, vi racconto un episodio"

di Napoli Magazine

16/01/2025 - 16:28

Felipe Sodinha, ex calciatore, ha rilasciato un'intervista a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli: "Conte è un allenatore speciale, l'ho avuto a Bari dove ero giovanissimo ed alle mie prime esperienze professionali, è una persona che si impegna sul campo, chiede tantissimo ai suoi giocatori e merita di vivere tutto quello che ha vissuto. Un episodio che fa capire la sua grande abnegazione? Quando ero a Bari con lui, avevo 18 anni e mi mancava la mia famiglia, chiedo a Conte di andare in Brasile a vivere le vacanze di Natale e lui mi dice di tornare il 2 gennaio dandomi qualche giorno in più rispetto ai miei compagni e così sono partito. Poi dal Brasile sono rientrato il 22 gennaio, cioè 20 giorni dopo la data che avevo comunicato al mister. Che è successo dopo? Conte non mi voleva neanche guardare e mi ha messo fuori rosa, perché la vedeva come una mancanza di rispetto. Sono stato un mese fuori rosa, poi dopo abbiamo chiarito, ho sbagliato per me stesso, per i miei compagni e per la società. Conte è un uomo molto di parola. Prende il massimo dal giocatore, ma se non dai il 100% capisci che non fai per lui. Durante la mia esperienza con lui ho visto giocatori che vomitavano in allenamento, dovevano dare sempre il massimo, correre e dare sempre tutto quello che hanno dentro. La preparazione al Bari era durissima, avevo 18 anni e tornavo morto in stanza dopo allenamento. Se non finivo i km che mi davano non potevo tornare negli spogliatoi".