Il prof. Guido Trombetti ha rilasciato queste dichiarazioni ai microfoni ‘Radio Napoli Centrale’: “Sono profondamente legato a due giocatori della storia del Napoli, Juliano ed Hamsik. Entrambi hanno rappresentato un esempio di professionismo che, di fatto, non hanno mai dato un problema. Marek, con una partita giocata in Slovacchia qualche giorno fa, ha dato addio al calcio giocato. Mares segnava sia di destro che di sinistro, riusciva a compiere lanci di 50 metri, metteva grandissime imbucate e aveva una finta di corpo che non l’ho mai vista fare a nessuno. Ma perché è stato un campionato e non un fuoriclasse? La critica che veniva mossa era quella della poca continuità sia nella partita stessa che tra una gara e l’altra. Eppure, di fatto, non tirava mai la gamba, dando sempre tutto. Ma per spiegare Marek bisogna raccontare la sua vita privata: un uomo gentile, educato e dedito alla beneficenza (con il suo grosso impegno di non farlo sapere). Poteva vivere nei salotti di Napoli (come Posillipo, via Petrarca, Parco Margherita o altri), ma lui è stato a Castel Volturno. Gli mancava quel filo di aggressività ed arroganza che nella vita moderna è fondamentale per raggiungere il successo. Era un uomo defilato. Questo, forse, è il motivo del suo salto da campione del fuoriclasse. Un altro aspetto è che Hamsik non è andato via da un Napoli forte, ma non ancora vincente. Se, invece, fosse andato nelle big europee (come City o Real) avrebbe vinto il Pallone d’Oro. Ma gli voglio un bene immenso e non mi capito che non abbia vinto neanche uno scudetto”.
di Napoli Magazine
14/07/2025 - 21:30
Il prof. Guido Trombetti ha rilasciato queste dichiarazioni ai microfoni ‘Radio Napoli Centrale’: “Sono profondamente legato a due giocatori della storia del Napoli, Juliano ed Hamsik. Entrambi hanno rappresentato un esempio di professionismo che, di fatto, non hanno mai dato un problema. Marek, con una partita giocata in Slovacchia qualche giorno fa, ha dato addio al calcio giocato. Mares segnava sia di destro che di sinistro, riusciva a compiere lanci di 50 metri, metteva grandissime imbucate e aveva una finta di corpo che non l’ho mai vista fare a nessuno. Ma perché è stato un campionato e non un fuoriclasse? La critica che veniva mossa era quella della poca continuità sia nella partita stessa che tra una gara e l’altra. Eppure, di fatto, non tirava mai la gamba, dando sempre tutto. Ma per spiegare Marek bisogna raccontare la sua vita privata: un uomo gentile, educato e dedito alla beneficenza (con il suo grosso impegno di non farlo sapere). Poteva vivere nei salotti di Napoli (come Posillipo, via Petrarca, Parco Margherita o altri), ma lui è stato a Castel Volturno. Gli mancava quel filo di aggressività ed arroganza che nella vita moderna è fondamentale per raggiungere il successo. Era un uomo defilato. Questo, forse, è il motivo del suo salto da campione del fuoriclasse. Un altro aspetto è che Hamsik non è andato via da un Napoli forte, ma non ancora vincente. Se, invece, fosse andato nelle big europee (come City o Real) avrebbe vinto il Pallone d’Oro. Ma gli voglio un bene immenso e non mi capito che non abbia vinto neanche uno scudetto”.