Umberto Chiariello, giornalista, nel consueto editoriale per Canale 21, ha commentato Napoli-Cagliari: "Questa volta i Fab Four hanno suonato una brutta musica. Hanno suonato male e il concerto non è riuscito. Era l'esordio al Maradona per il Napoli di Conte, campione d'Italia, ed era anche l'esordio da titolare per Kevin De Bruyne e per Lucca. Il Napoli ha schierato otto campioni d'Italia in carica, più McTominay, campione d'Inghilterra l'anno scorso. I due nuovi, Lucca e De Bruyne, sono stati purtroppo i peggiori in campo, soprattutto Lucca. Il Napoli si è mosso tardi sul mercato, concretizzando soltanto adesso gli arrivi di Elmas è un jolly per l'attacco e soprattutto di Hojlund, un acquisto faticoso e oneroso, chiuso a 50 milioni dopo aver pareggiato l'offerta del Lipsia. Un investimento pesante, che si spera si riveli un affare. In attacco mancavano alternative: Neres si è fermato prima della partita e Conte, che lo usa spesso per spaccare le gare, ha dovuto fare a meno anche di lui. Il Napoli ha prodotto poco, ha giocato a ritmi lenti, senza le illuminazioni di un De Bruyne molto appannato. Davanti, Lucca è stato sovrastato da Mina e Luperto: pochi spazi, poche occasioni. Un lento tran-tran d'avvicinamento all'area. Nel finale addirittura Pisacane ha provato il colpaccio, inserendo più attaccanti. I Fab Four, però, restano artisti straordinari. E allora ci siamo divertiti a giocare con i ruoli: Paul McCartney è McTominay, John Lennon è ovviamente De Bruyne, Ringo Starr è Lobotka è il metronomo che detta i tempi e il chitarrista solista, George Harrison, diventa Frank Zambo Anguissa. Ed è proprio una schitarrata di Anguissa, un gran destro al volo, a decidere la partita: cross rasoterra perfetto di Buongiorno è entrato al 70° al posto di Juan Jesus e conclusione vincente del centrocampista camerunese. Chiariamo: non si può pensare di dominare sempre. Pisacane, conscio del divario, ha messo undici uomini dietro la linea della palla. Scardinare una difesa così compatta non era facile. Il Cagliari è una squadra fisica, con Mina (1,96), Luperto (1,90), un portiere affidabile come Caprile. Difendono bene. Il Napoli, obiettivamente, ha prodotto pochissimo e non meritava di vincere. I più pericolosi? Come sempre McTominay, la punta aggiunta, e Politano, che ha spinto e lottato fino alla fine. McTominay ci ha provato in tutti i modi: sforbiciata, rovesciata, tiri, e si è mangiato anche un gol clamoroso davanti a Caprile. Ma da lui e da Politano sono arrivati i principali pericoli. Alla fine, ancora una volta, Zambo Anguissa ha deciso: presenza fisica, condizione brillante e gol della vittoria. A volte si gioca male ma si vince. I cinque minuti di recupero c'erano tutti. Ai puristi questa vittoria farà storcere il naso, ma come dicevano i latini: pecunia non olet. Conta portare a casa i punti. Il Napoli è un cantiere aperto: arriveranno nove acquisti, la squadra è un work in progress. Questa fatica, però, è salutare: Conte chiede attenzione e applicazione, ma non tutti lo ascoltano, qualcuno sorride e sottovaluta. Si pensa a una passeggiata con l'Inter. Non è così. La partita di oggi ha mostrato la verità: sarà un'annata difficile, da affrontare con grande applicazione. Questi tre punti sono pesantissimi, una vittoria dal valore morale prima ancora che tecnico: nulla è scontato, tutto va conquistato. E quel gol al 95°, tipicamente contiano, è un manifesto: amma faticà. Oggi lo si è visto chiaramente".
di Napoli Magazine
31/08/2025 - 09:01
Umberto Chiariello, giornalista, nel consueto editoriale per Canale 21, ha commentato Napoli-Cagliari: "Questa volta i Fab Four hanno suonato una brutta musica. Hanno suonato male e il concerto non è riuscito. Era l'esordio al Maradona per il Napoli di Conte, campione d'Italia, ed era anche l'esordio da titolare per Kevin De Bruyne e per Lucca. Il Napoli ha schierato otto campioni d'Italia in carica, più McTominay, campione d'Inghilterra l'anno scorso. I due nuovi, Lucca e De Bruyne, sono stati purtroppo i peggiori in campo, soprattutto Lucca. Il Napoli si è mosso tardi sul mercato, concretizzando soltanto adesso gli arrivi di Elmas è un jolly per l'attacco e soprattutto di Hojlund, un acquisto faticoso e oneroso, chiuso a 50 milioni dopo aver pareggiato l'offerta del Lipsia. Un investimento pesante, che si spera si riveli un affare. In attacco mancavano alternative: Neres si è fermato prima della partita e Conte, che lo usa spesso per spaccare le gare, ha dovuto fare a meno anche di lui. Il Napoli ha prodotto poco, ha giocato a ritmi lenti, senza le illuminazioni di un De Bruyne molto appannato. Davanti, Lucca è stato sovrastato da Mina e Luperto: pochi spazi, poche occasioni. Un lento tran-tran d'avvicinamento all'area. Nel finale addirittura Pisacane ha provato il colpaccio, inserendo più attaccanti. I Fab Four, però, restano artisti straordinari. E allora ci siamo divertiti a giocare con i ruoli: Paul McCartney è McTominay, John Lennon è ovviamente De Bruyne, Ringo Starr è Lobotka è il metronomo che detta i tempi e il chitarrista solista, George Harrison, diventa Frank Zambo Anguissa. Ed è proprio una schitarrata di Anguissa, un gran destro al volo, a decidere la partita: cross rasoterra perfetto di Buongiorno è entrato al 70° al posto di Juan Jesus e conclusione vincente del centrocampista camerunese. Chiariamo: non si può pensare di dominare sempre. Pisacane, conscio del divario, ha messo undici uomini dietro la linea della palla. Scardinare una difesa così compatta non era facile. Il Cagliari è una squadra fisica, con Mina (1,96), Luperto (1,90), un portiere affidabile come Caprile. Difendono bene. Il Napoli, obiettivamente, ha prodotto pochissimo e non meritava di vincere. I più pericolosi? Come sempre McTominay, la punta aggiunta, e Politano, che ha spinto e lottato fino alla fine. McTominay ci ha provato in tutti i modi: sforbiciata, rovesciata, tiri, e si è mangiato anche un gol clamoroso davanti a Caprile. Ma da lui e da Politano sono arrivati i principali pericoli. Alla fine, ancora una volta, Zambo Anguissa ha deciso: presenza fisica, condizione brillante e gol della vittoria. A volte si gioca male ma si vince. I cinque minuti di recupero c'erano tutti. Ai puristi questa vittoria farà storcere il naso, ma come dicevano i latini: pecunia non olet. Conta portare a casa i punti. Il Napoli è un cantiere aperto: arriveranno nove acquisti, la squadra è un work in progress. Questa fatica, però, è salutare: Conte chiede attenzione e applicazione, ma non tutti lo ascoltano, qualcuno sorride e sottovaluta. Si pensa a una passeggiata con l'Inter. Non è così. La partita di oggi ha mostrato la verità: sarà un'annata difficile, da affrontare con grande applicazione. Questi tre punti sono pesantissimi, una vittoria dal valore morale prima ancora che tecnico: nulla è scontato, tutto va conquistato. E quel gol al 95°, tipicamente contiano, è un manifesto: amma faticà. Oggi lo si è visto chiaramente".