Calcio
IL PENSIERO - Delio Rossi: "Mi rivedo in Italiano e Palladino"
24.04.2025 22:22 di Napoli Magazine

Delio Rossi, allenatore, è intervenuto al portale DerbyDerbyDerby: "Ora mi sto dedicando di più alla famiglia, in passato non riuscivo a farlo. Per trent'anni e oltre ho fatto l'unica cosa che sapevo fare, ventiquattr'ore al giorno. Ora non sto allenando ma se capitasse l'occasione... Mi hanno cercato sia in Italia che all'estero, dove però vai per visibilità o soldi. E se lo fai per i soldi devi essere onesto e dirlo. E a me in certi contesti non pareva il caso. Non credo molto nei progetti, nel calcio ne parlano tutti ma il calcio è l'adesso, si vive nel presente. Magari tornerò ad allenare i ragazzini e chiuderà il cerchio. Perché mi sento più istruttore che allenatore, maestro e non coach. In quale allenatore di Serie A mi rivedo? Italiano. È uno dei pochi che ha fatto la gavetta vera: ha iniziato dalla Serie C, ha vinto la B, ha fatto bene a Spezia, poi la Fiorentina, ora Bologna. È uno che ha percorso la strada in salita, che si è costruito. Palladino invece viene da un altro percorso: era alla Primavera, gli hanno dato la prima squadra, ha fatto bene, ora allena la Fiorentina. Diversi modi di arrivare, ma entrambi sono allenatori che hanno delle idee. Thiago Motta, per esempio, ha sensibilità calcistica, perché ha vissuto lo spogliatoio da giocatore di alto livello, ma non ha capito che la Juve non ti dà il tempo che ti danno a Bologna. Baroni? Venivano da un ciclo importante che era concluso. Quando questi pilastri vanno via, hai due strade: o prendi calciatori dello stesso valore, o cambi filosofia e scommetti. E Baroni, secondo me, è un profilo che ha senso. Io, se fossi un dirigente, lo confermerei. Perché la squadra gioca bene, e in casa soprattutto si vede un’identità. Il vero problema è che Baroni ha fatto troppo bene all’inizio. Se i risultati attuali fossero arrivati all’inizio e poi la squadra fosse cresciuta verso la fine, oggi la percezione sarebbe molto diversa. Lo stesso vale, al contrario, per Ranieri, non sarebbe visto come santo. Conte? Forse teme che se non gli danno una squadra adeguata, non riesce a reggere il doppio impegno. Le sue recenti dichiarazione secondo me sono una provocazione. Un modo per dire: ‘Datemi gli strumenti giusti’. Anche perché, se sei al Napoli, vinci lo scudetto o quasi lo sfiori, e poi vai via dopo un anno… dove sta il progetto? Se prendi Conte, devi dargli tre anni. Altrimenti cosa lo prendi a fare? Se al Milan avessero preso lui, avremmo visto sicuramente un atteggiamento diverso. E sarebbe lì a lottare tra le prime quattro, poco ma sicuro".

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IL PENSIERO - Delio Rossi: "Mi rivedo in Italiano e Palladino"

di Napoli Magazine

24/04/2025 - 22:22

Delio Rossi, allenatore, è intervenuto al portale DerbyDerbyDerby: "Ora mi sto dedicando di più alla famiglia, in passato non riuscivo a farlo. Per trent'anni e oltre ho fatto l'unica cosa che sapevo fare, ventiquattr'ore al giorno. Ora non sto allenando ma se capitasse l'occasione... Mi hanno cercato sia in Italia che all'estero, dove però vai per visibilità o soldi. E se lo fai per i soldi devi essere onesto e dirlo. E a me in certi contesti non pareva il caso. Non credo molto nei progetti, nel calcio ne parlano tutti ma il calcio è l'adesso, si vive nel presente. Magari tornerò ad allenare i ragazzini e chiuderà il cerchio. Perché mi sento più istruttore che allenatore, maestro e non coach. In quale allenatore di Serie A mi rivedo? Italiano. È uno dei pochi che ha fatto la gavetta vera: ha iniziato dalla Serie C, ha vinto la B, ha fatto bene a Spezia, poi la Fiorentina, ora Bologna. È uno che ha percorso la strada in salita, che si è costruito. Palladino invece viene da un altro percorso: era alla Primavera, gli hanno dato la prima squadra, ha fatto bene, ora allena la Fiorentina. Diversi modi di arrivare, ma entrambi sono allenatori che hanno delle idee. Thiago Motta, per esempio, ha sensibilità calcistica, perché ha vissuto lo spogliatoio da giocatore di alto livello, ma non ha capito che la Juve non ti dà il tempo che ti danno a Bologna. Baroni? Venivano da un ciclo importante che era concluso. Quando questi pilastri vanno via, hai due strade: o prendi calciatori dello stesso valore, o cambi filosofia e scommetti. E Baroni, secondo me, è un profilo che ha senso. Io, se fossi un dirigente, lo confermerei. Perché la squadra gioca bene, e in casa soprattutto si vede un’identità. Il vero problema è che Baroni ha fatto troppo bene all’inizio. Se i risultati attuali fossero arrivati all’inizio e poi la squadra fosse cresciuta verso la fine, oggi la percezione sarebbe molto diversa. Lo stesso vale, al contrario, per Ranieri, non sarebbe visto come santo. Conte? Forse teme che se non gli danno una squadra adeguata, non riesce a reggere il doppio impegno. Le sue recenti dichiarazione secondo me sono una provocazione. Un modo per dire: ‘Datemi gli strumenti giusti’. Anche perché, se sei al Napoli, vinci lo scudetto o quasi lo sfiori, e poi vai via dopo un anno… dove sta il progetto? Se prendi Conte, devi dargli tre anni. Altrimenti cosa lo prendi a fare? Se al Milan avessero preso lui, avremmo visto sicuramente un atteggiamento diverso. E sarebbe lì a lottare tra le prime quattro, poco ma sicuro".