Calcio
IL PENSIERO - La calciatrice palestinese Shaheen: "Atleti israeliani alle manifestazioni sportive? Provo rabbia"
24.05.2025 12:55 di Napoli Magazine

"Quando vedo che gli atleti israeliani partecipano alle manifestazioni sportive io provo rabbia e ingiustizia. In Israele non c'è solo una guerra ma un genocidio in corso e nessuno riesce a fermarlo: tuttavia loro possono partecipare agli eventi senza nessuna difficoltà, come se fosse un paese normale. Inoltre a volte nelle partite vedo che" viene osservato "un minuto di silenzio per le vittime israeliane ma a Gaza ci sono 50.000 morti. Si vede che noi palestinesi non contiamo niente". Lo ha detto la prima calciatrice palestinese in Italia Natali Shaheen, intervenendo in video collegamento al convegno 'Lo sport come strumento di pace', in corso a Firenze. Shaheen adesso vive in Sardegna e gioca nella squadra del Real Sun Service. "Spero che un giorno le guerre finiscano, che si possa vivere in pace, senza divisioni", ha aggiunto. Shaheen ha ricordato le difficoltà a giocare a calcio in Palestina, dove anche giocatori e tecnici, come il ct dell'Olimpica Hani al Masdar, sono morti sotto i bombardamenti: "spostarsi tra città e città è difficile, a causa dei posti di blocco che sono stati messi da Israele - ha spiegato -. Io sono nata a Gerico ma giocavo a Ramallah: nel tragitto tra casa e il campo sportivo ci sono due check point, che gli israeliani chiudono quando vogliono. Per questo per arrivare agli allenamenti partivo da casa mia quattro ore prima: nonostante questo, tante volte non sono riuscita ad arrivare in tempo agli allenamenti, mentre altre volte ho dovuto dormire a casa dei miei compagni perché la strada nel frattempo era stata chiusa".

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IL PENSIERO - La calciatrice palestinese Shaheen: "Atleti israeliani alle manifestazioni sportive? Provo rabbia"

di Napoli Magazine

24/05/2025 - 12:55

"Quando vedo che gli atleti israeliani partecipano alle manifestazioni sportive io provo rabbia e ingiustizia. In Israele non c'è solo una guerra ma un genocidio in corso e nessuno riesce a fermarlo: tuttavia loro possono partecipare agli eventi senza nessuna difficoltà, come se fosse un paese normale. Inoltre a volte nelle partite vedo che" viene osservato "un minuto di silenzio per le vittime israeliane ma a Gaza ci sono 50.000 morti. Si vede che noi palestinesi non contiamo niente". Lo ha detto la prima calciatrice palestinese in Italia Natali Shaheen, intervenendo in video collegamento al convegno 'Lo sport come strumento di pace', in corso a Firenze. Shaheen adesso vive in Sardegna e gioca nella squadra del Real Sun Service. "Spero che un giorno le guerre finiscano, che si possa vivere in pace, senza divisioni", ha aggiunto. Shaheen ha ricordato le difficoltà a giocare a calcio in Palestina, dove anche giocatori e tecnici, come il ct dell'Olimpica Hani al Masdar, sono morti sotto i bombardamenti: "spostarsi tra città e città è difficile, a causa dei posti di blocco che sono stati messi da Israele - ha spiegato -. Io sono nata a Gerico ma giocavo a Ramallah: nel tragitto tra casa e il campo sportivo ci sono due check point, che gli israeliani chiudono quando vogliono. Per questo per arrivare agli allenamenti partivo da casa mia quattro ore prima: nonostante questo, tante volte non sono riuscita ad arrivare in tempo agli allenamenti, mentre altre volte ho dovuto dormire a casa dei miei compagni perché la strada nel frattempo era stata chiusa".