A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio - 3° Tempo è intervenuto il prof. Guido Trombetti con il suo editoriale: "Che noia questo fine settimana senza campionato e, diciamo la verità, i sacrifici nella vita si fanno quando producono un vantaggio, ma noi quale vantaggio riceviamo da queste soste? Di assistere ad un torneo loffio come della Nations League che serve a battere un po’ di cassa? Una cosa allucinante. Il tempo degli appassionati e i tempi televisivi sono sempre più invasi dal calcio, ci sono partite che vedrei neppure se mi pagassero. Tutto ciò, rompendo il ritmo del campionato, esponendo calciatori e società ai rischi d’infortunio, una cosa priva di ogni minima razionalità. Siamo costretti ad assistere a spettacoli noiosi, inutili e rischiosi. Il vero appassionato non può che provare un senso di stizza e avvilimento perché si sente usato come l’oggetto spettatore che deve essere piantato lì per consentire a FIFA, UEFA di guadagnare sui diritti TV fregandosene totalmente dei gusti e delle preferenze. Detto ciò, la Nazionale ha perso il fascino di un tempo perché mancano i grandi campioni, le bandiere che in qualche maniera ti legavano alla maglia azzurra. Un altro tema di discussione, ripreso da moltissimi opinionisti, è quello del challenge: la possibilità di ogni allenatore per squadra di interrompere il gioco costringendo l’arbitro a riguardare l’azione. Potrebbe essere uno strumento che ridurrebbe il numero di errori degli arbitri e mi interrogo: c’è bisogno di introdurre altre interruzioni? Alla resa dei conti, il gioco effettivo si riduce ancora. Ho molti dubbi. Sono tra quelli che, anche se le esperienze del passato hanno indicato fenomeni patologici e delinquenziali nei quali gli arbitri deliberatamente pilotavano i risultati delle partite, continuo da ottimista, appassionato e amante del calcio a considerare questi fenomeni residuali e patologici, ma ritenere che nell’ordinario del calcio il comportamento degli arbitri sia irreprensibile e sono compresi gli errori. È utile aggiungere altri motivi di interruzione? Il calcio è bello anche perché ha continuità, non si può ridurre ad un fotogramma, non lo è".
di Napoli Magazine
14/10/2024 - 17:19
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio - 3° Tempo è intervenuto il prof. Guido Trombetti con il suo editoriale: "Che noia questo fine settimana senza campionato e, diciamo la verità, i sacrifici nella vita si fanno quando producono un vantaggio, ma noi quale vantaggio riceviamo da queste soste? Di assistere ad un torneo loffio come della Nations League che serve a battere un po’ di cassa? Una cosa allucinante. Il tempo degli appassionati e i tempi televisivi sono sempre più invasi dal calcio, ci sono partite che vedrei neppure se mi pagassero. Tutto ciò, rompendo il ritmo del campionato, esponendo calciatori e società ai rischi d’infortunio, una cosa priva di ogni minima razionalità. Siamo costretti ad assistere a spettacoli noiosi, inutili e rischiosi. Il vero appassionato non può che provare un senso di stizza e avvilimento perché si sente usato come l’oggetto spettatore che deve essere piantato lì per consentire a FIFA, UEFA di guadagnare sui diritti TV fregandosene totalmente dei gusti e delle preferenze. Detto ciò, la Nazionale ha perso il fascino di un tempo perché mancano i grandi campioni, le bandiere che in qualche maniera ti legavano alla maglia azzurra. Un altro tema di discussione, ripreso da moltissimi opinionisti, è quello del challenge: la possibilità di ogni allenatore per squadra di interrompere il gioco costringendo l’arbitro a riguardare l’azione. Potrebbe essere uno strumento che ridurrebbe il numero di errori degli arbitri e mi interrogo: c’è bisogno di introdurre altre interruzioni? Alla resa dei conti, il gioco effettivo si riduce ancora. Ho molti dubbi. Sono tra quelli che, anche se le esperienze del passato hanno indicato fenomeni patologici e delinquenziali nei quali gli arbitri deliberatamente pilotavano i risultati delle partite, continuo da ottimista, appassionato e amante del calcio a considerare questi fenomeni residuali e patologici, ma ritenere che nell’ordinario del calcio il comportamento degli arbitri sia irreprensibile e sono compresi gli errori. È utile aggiungere altri motivi di interruzione? Il calcio è bello anche perché ha continuità, non si può ridurre ad un fotogramma, non lo è".