Calcio
INTER - Barella: "Le sconfitte ti aiutano a crescere, so cosa vuol dire"
15.10.2024 19:34 di Napoli Magazine

Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter, ha parlato in una intervista al Sole 24 ore, dove si è soffermato su diversi temi. Queste le sue parole: “Ho perso una finale dell’Europeo U19, sono dovuto andare via da un Mondiale con le giovanili della Nazionale perché mi ero rotto una mano e i miei compagni sono arrivati terzi. Poi ho perso e sono retrocesso con il Cagliari, sono retrocesso col Como, ho perso una finale di Champions League, ho perso una finale di Europa League. Io so cosa vuol dire perdere, ma le sconfitte ti aiutano a crescere”.

Il lato più bello, quello delle vittorie: “Poi dall’altra parte ho vinto campionati, coppe Italia, Supercoppe, Europeo, però so cosa vuol dire perdere. E’ molto più facile spiegare cosa vuol dire vincere, tu lo vedi che sto esplodendo di gioia, mentre perdere non sai cosa comporta dopo. Un’estate brutta, dire: ‘Ma io rigiocherò mai più una finale di Champions? Giocherò mai più un altro campionato così? Un’altra finale di Europa League?’. Tante cose ti entrano in testa. A me piace averle perse, poi le avrei volute vincere tutte, perché è uno stimolo per riprovarci l’anno dopo. Nella testa di molti non funziona così”.

Infine una chiusura sulle recenti critiche ricevute: “L’anno dello Scudetto mi sono sentito solo. Ad inizio anno tutti mi criticavano e dicevano: ‘Ma non è il Nicolò dell’inizio’. Preferisco essere antipatico che essere simpatico vendendo la mia immagine in un modo che non è”.

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INTER - Barella: "Le sconfitte ti aiutano a crescere, so cosa vuol dire"

di Napoli Magazine

15/10/2024 - 19:34

Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter, ha parlato in una intervista al Sole 24 ore, dove si è soffermato su diversi temi. Queste le sue parole: “Ho perso una finale dell’Europeo U19, sono dovuto andare via da un Mondiale con le giovanili della Nazionale perché mi ero rotto una mano e i miei compagni sono arrivati terzi. Poi ho perso e sono retrocesso con il Cagliari, sono retrocesso col Como, ho perso una finale di Champions League, ho perso una finale di Europa League. Io so cosa vuol dire perdere, ma le sconfitte ti aiutano a crescere”.

Il lato più bello, quello delle vittorie: “Poi dall’altra parte ho vinto campionati, coppe Italia, Supercoppe, Europeo, però so cosa vuol dire perdere. E’ molto più facile spiegare cosa vuol dire vincere, tu lo vedi che sto esplodendo di gioia, mentre perdere non sai cosa comporta dopo. Un’estate brutta, dire: ‘Ma io rigiocherò mai più una finale di Champions? Giocherò mai più un altro campionato così? Un’altra finale di Europa League?’. Tante cose ti entrano in testa. A me piace averle perse, poi le avrei volute vincere tutte, perché è uno stimolo per riprovarci l’anno dopo. Nella testa di molti non funziona così”.

Infine una chiusura sulle recenti critiche ricevute: “L’anno dello Scudetto mi sono sentito solo. Ad inizio anno tutti mi criticavano e dicevano: ‘Ma non è il Nicolò dell’inizio’. Preferisco essere antipatico che essere simpatico vendendo la mia immagine in un modo che non è”.