Javier Zanetti, ex difensore dell'Inter e oggi vicepresidente, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla presentazione del suo libro "Un legame mondiale" all'IIS Lagrange di Milano e ha parlato davanti alla stampa presente, tra cui FCInterNews.it: "Il capitano deve essere un esempio. Deve parlare poco e fare tanti fatti. Deve parlare quando è importante intervenire e deve dimostrare la linea da seguire. Devi essere sempre una risorsa per i compagni in ogni momento, quando va bene e quando va male. Quale partita mi ha emozionato di più? Ho tanti ricordi, tante vittorie e trofei alzati insieme ai compagni. La mia ultima partita è l'emozione più grande. Un San Siro strapieno per salutarmi, durante e dopo la partita mi è passato per la mente e per il cuore tutto quello che ho dato all'Inter e che l'Inter mi ha dato. Rimarrà sempre un legame molto grande. La cosa più bella che mi è capitata in carriera e che noto anche adesso è l'essere rispettato da tutti i tifosi, non solo interisti. Vedo riconoscenza per come mi sono comportato dentro e fuori dal campo. Di mollare non ci ho mai pensato, al di là delle difficoltà che vivevo in qualsiasi momento. Di natura sono molto positivo e cerco di ripartire. La difficoltà fa parte del percorso e bisogna lavorare per superarle. I valori? Mi auguro che siano ancora vivi nel calcio. Non ho mai messo i soldi davanti, ho sempre cercato di interpretare il ruolo da calciatore dando tutto. Questo mi veniva riconosciuto ma non ho mai pensato ai soldi e non ci penso mai. C'è stata la possibilità di andare altrove e sono rimasto qui per l'amore che avevo per l'Inter. Ero quasi del Real Madrid, mancava solo la firma ma poi uno mette sulla bilancia cose che sono molto più importanti. Il messaggio che voglio trasmettere è che non bisogna smettere mai di sognare. Ognuno deve insistere e deve credere nelle sue potenzialità. L'esordio con l'Inter? La mia prima partita con l'Inter con 80mila persone era un sogno. Iniziare questo percorso in un Paese diverso e dimostrare che potevo essere pronto a giocare contro grandissimi campioni, non lo dimenticherò mai. Rimpianti? Credo che quando uno dà tutto non rimangono rimpianti. Io ho dato tutto per l'Inter e il calcio. Il VAR? Il VAR aiuta, ma bisogna vedere come viene utilizzato e interpretato, ma è uno strumento che può aiutare gli arbitri a migliorare. La squadra più forte mai affrontata? Il Barcellona che abbiamo battuto in semifinale di Champions nel 2010 è stata la squadra più forte mai affrontata. Aveva un grandissimo allenatore, tanti campioni, era difficile da battere. L'acquisto di Lautaro? Sentii una sua intervista dopo aver fatto una tripletta e lui diceva che anche con i tre gol fatti non era contento della sua prestazione. Capii che poteva essere un giocatore giusto per l'Inter. Quando prendi un giovane devi pensare a cosa ti può dare nel tempo".
di Napoli Magazine
20/03/2025 - 21:53
Javier Zanetti, ex difensore dell'Inter e oggi vicepresidente, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla presentazione del suo libro "Un legame mondiale" all'IIS Lagrange di Milano e ha parlato davanti alla stampa presente, tra cui FCInterNews.it: "Il capitano deve essere un esempio. Deve parlare poco e fare tanti fatti. Deve parlare quando è importante intervenire e deve dimostrare la linea da seguire. Devi essere sempre una risorsa per i compagni in ogni momento, quando va bene e quando va male. Quale partita mi ha emozionato di più? Ho tanti ricordi, tante vittorie e trofei alzati insieme ai compagni. La mia ultima partita è l'emozione più grande. Un San Siro strapieno per salutarmi, durante e dopo la partita mi è passato per la mente e per il cuore tutto quello che ho dato all'Inter e che l'Inter mi ha dato. Rimarrà sempre un legame molto grande. La cosa più bella che mi è capitata in carriera e che noto anche adesso è l'essere rispettato da tutti i tifosi, non solo interisti. Vedo riconoscenza per come mi sono comportato dentro e fuori dal campo. Di mollare non ci ho mai pensato, al di là delle difficoltà che vivevo in qualsiasi momento. Di natura sono molto positivo e cerco di ripartire. La difficoltà fa parte del percorso e bisogna lavorare per superarle. I valori? Mi auguro che siano ancora vivi nel calcio. Non ho mai messo i soldi davanti, ho sempre cercato di interpretare il ruolo da calciatore dando tutto. Questo mi veniva riconosciuto ma non ho mai pensato ai soldi e non ci penso mai. C'è stata la possibilità di andare altrove e sono rimasto qui per l'amore che avevo per l'Inter. Ero quasi del Real Madrid, mancava solo la firma ma poi uno mette sulla bilancia cose che sono molto più importanti. Il messaggio che voglio trasmettere è che non bisogna smettere mai di sognare. Ognuno deve insistere e deve credere nelle sue potenzialità. L'esordio con l'Inter? La mia prima partita con l'Inter con 80mila persone era un sogno. Iniziare questo percorso in un Paese diverso e dimostrare che potevo essere pronto a giocare contro grandissimi campioni, non lo dimenticherò mai. Rimpianti? Credo che quando uno dà tutto non rimangono rimpianti. Io ho dato tutto per l'Inter e il calcio. Il VAR? Il VAR aiuta, ma bisogna vedere come viene utilizzato e interpretato, ma è uno strumento che può aiutare gli arbitri a migliorare. La squadra più forte mai affrontata? Il Barcellona che abbiamo battuto in semifinale di Champions nel 2010 è stata la squadra più forte mai affrontata. Aveva un grandissimo allenatore, tanti campioni, era difficile da battere. L'acquisto di Lautaro? Sentii una sua intervista dopo aver fatto una tripletta e lui diceva che anche con i tre gol fatti non era contento della sua prestazione. Capii che poteva essere un giocatore giusto per l'Inter. Quando prendi un giovane devi pensare a cosa ti può dare nel tempo".