Igor Tudor è arrivato alla Juventus (di buon ora) con grande convinzione e con la certezza di essere l’uomo giusto al momento giusto. Ieri ha diretto il suo primo allenamento (con solo undici giocatori presenti) dopo aver ricoperto il ruolo di vice Pirlo nella stagione 2020/21 e nei prossimi giorni inizierà una serie di colloqui individuali con i giocatori per lavorare, molto, sulla loro testa. L’obiettivo del nuovo tecnico è quello di risvegliare l’orgoglio di un gruppo avvilito dalle cocenti eliminazioni in Champions e Coppa Italia e dalle batoste con Atalanta e Fiorentina.
Juve, il primo allenamento di Tudor: esercizi tattici e partitella

"Siamo la Juventus, dimostriamo sul campo di essere degni di questa maglia”, il succo delle prime parole alla squadra (presente anche Giuntoli) di Tudor, che ha insistito molto sull’orgoglio, sul senso di appartenenza e sul Dna bianconero. L’obiettivo Champions League non può essere fallito e per centrarlo il tecnico ha puntato fin da subito sulle sue doti di comunicatore e motivatore.

Un anno fa Tudor diventava l’allenatore della Lazio e alla fine del campionato mancavano proprio nove partite. Il rendimento fu di 5 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta: in totale 18 punti, che se ripetuti porterebbero la Juve a 72 punti e quindi, con ogni probabilità, al quarto posto che vuol dire Champions.