Calcio
L'ALLENATORE - De Biasi: "Napoli? Credo che Spalletti abbia trovato un mix veramente straordinario"
01.12.2022 11:48 di Napoli Magazine

Gianni De Biasi, ct dell'Azerbaigian ed ex allenatore tra le altre di Torino e Udinese, è intervenuto al TMW News, dove ha parlato anche del Mondiale: "La mia favorita? Al di là dei risultati eclatanti ed il pareggio recente, la Spagna è la squadra sulla quale faccio più affidamento. Sarei molto contento se Luis Enrique riuscisse a vincere questo torneo dopo quello che la vita gli ha tolto. Così, con un'altra mano, gli renderebbe qualcosa".

 

Da dove deve ripartire invece Mancini?
"L'Italia è una disdetta. Pensare a due Mondiali senza partecipazioni per una squadra che oltretutto, soltanto l'anno scorso, aveva vinto l'Europeo è qualcosa di anomalo. Credo che Mancini sia sulla strada giusta, ha i giocatori per poter fare quello che ha in testa di fare. Al di là dell'inciampo contro la Svizzera e della sconfitta contro la Macedonia del Nord, il periodo di Mancini credo che sia stato decisamente positivo, solo che bisogna cercare di continuare questa strada, senza fermarsi e cercando di progredire giorno per giorno, che è quello che la vita vuole ed il nostro lavoro richiede".

 

Mancini sta lanciando tanti giovani che ancora devono mettersi in mostra con i club. Le piace questa politica?
"L'esperienza di Zaniolo ha dato i suoi frutti, ma oggi dovrebbe focalizzarsi di più sui giocatori che già giocano, tanto i giovani sanno che se faranno bene hanno una strada aperta davanti. Dipende tutto da quanto uno desideri fortissimamente far parte di questa Nazionale, credo che questo sia un po' lo spirito di Mancini. Portare giocatori in Nazionale che ancora non hanno visto la prima squadra con i club, credo che sia un modo per avvicinarli all'ambiente, ma al tempo stesso può portare anche qualche scompenso mentale se i ragazzi non sono già pronti a questi episodi".

 

Il Napoli vola, Spalletti ha trovato la formula perfetta?
"Ogni allenatore ha le capacità per far rendere al massimo i giocatori che ha a disposizione. Credo che Spalletti abbia trovato un mix veramente straordinario, che ai più magari poteva far storcere il naso all'inizio viste le partenze. Chi lavora all'interno della società, penso allo scouting e a tutto quello che è stato fatto, ha trovato i giocatori giusti. Se pensiamo a Kim, Kvaratskhelia, Anguissa... Sono tutti funzionali al progetto. Spalletti è molto bravo e furbo, sa cavalcare le situazioni e credo che si sia reso conto di avere una macchina importante. Gli auguro tutto il bene del mondo".

 

Lei ha fatto esordire Rrahmani nell'Albania. Si sarebbe mai immaginato che avrebbe potuto avere una carriera del genere?
"Potenzialmente credo che avesse una potenzialità enorme, anche a livello fisico. Giocava in un campionato piccolo, nel Partizani Tirana in Albania, e ha fatto un percorso importante prima di arrivare a Napoli. È passato prima per la Croazia e poi per Verona ed è stato molto bravo ad inserirsi in contesti diversi, dove è riuscito a tirar fuori le qualità che ha".
 
 
Qual è la candidata più seria per contendergli lo scudetto?
"Se guardiamo la classifica oggi notiamo che il Napoli ha un margine importante, ma nella vita non si può mai dire mai. Il Milan è una squadra che ha qualità, la Juventus ha ritrovato ritmo e c'è da capire quando si riprenderà come sarà perché è una squadra piena di calciatori che partecipano al Mondiale. Poi c'è la Lazio che con Maurizio (Sarri) sta facendo molto bene, sta disputando un grandissimo campionato. Non lo so, quando fai un pronostico nel calcio sei soggetto a sbagliarlo matematicamente, ma tra queste e l'Inter stessa si possono riassumere le antagoniste del Napoli. Non dico niente di nuovo, sono tutte state battezzate come squadre che si sarebbero giocate lo scudetto, ma il campionato è un po' sfalsato perché il Napoli è fuori da ogni logica e sta andando ad un ritmo pazzesco".
 
 
Come mai il Torino, ambiente dove ha allenato, fa tutta questa fatica a fare il salto di qualità?
"Il Torino sta facendo i passi che deve fare una realtà come Torino, che ha la possibilità di spendere il giusto e che sta facendo degli investimenti su giovani di prospettiva. Con loro puoi avere la fortuna di trovarli immediatamente pronti oppure devi aspettare che raggiungano il giusto grado di maturazione. Il Torino è una squadra che ha fatto bene, con qualche alto e basso indubbiamente, ma è destinato a crescere perché è nel suo DNA ed è nella carta d'identità dei giovani che ha in rosa e giocano con continuità".
 
 
Un'altra squadra che ha allenato è l'Udinese. Qual è il segreto dei friulani?
"L'ambiente innanzitutto non dà grande pressione e ti stimola nella maniera ideale. Udine è una piazza molto particolare. La squadra è piena di stranieri che, una volta ambientati in Italia, sono selezionati, di qualità... Parliamo di una squadra molto forte fisicamente e con giocatori adatti a recitare il ruolo che Sottil chiede. Se non perde un po' quell'entusiasmo che ha avuto all'inizio di stagione, può dire la sua alla ripresa del campionato".
 
 
Ad Udine lei ha allenato Handanovic, ora scavalcato da Onana all'Inter. In che modo potrà adesso rendersi utile?
"È un uomo che deve diventare uomo squadra dentro lo spogliatoio e, quando non è chiamato a giocare, deve dare il suo contributo pungolando tutti gli altri che fanno parte della rosa. L'anagrafe è una spada di Damocle che è sulla testa di tutti ed anche lui si deve rassegnare al tempo che avanza. Nulla toglie al fatto che sia stato e sia tuttora un ottimo portiere, che fa parte di una squadra importante come l'Inter e che dentro lo spogliatoio, anche ai margini del campo, può dare un grande contibuto".
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L'ALLENATORE - De Biasi: "Napoli? Credo che Spalletti abbia trovato un mix veramente straordinario"

di Napoli Magazine

01/12/2024 - 11:48

Gianni De Biasi, ct dell'Azerbaigian ed ex allenatore tra le altre di Torino e Udinese, è intervenuto al TMW News, dove ha parlato anche del Mondiale: "La mia favorita? Al di là dei risultati eclatanti ed il pareggio recente, la Spagna è la squadra sulla quale faccio più affidamento. Sarei molto contento se Luis Enrique riuscisse a vincere questo torneo dopo quello che la vita gli ha tolto. Così, con un'altra mano, gli renderebbe qualcosa".

 

Da dove deve ripartire invece Mancini?
"L'Italia è una disdetta. Pensare a due Mondiali senza partecipazioni per una squadra che oltretutto, soltanto l'anno scorso, aveva vinto l'Europeo è qualcosa di anomalo. Credo che Mancini sia sulla strada giusta, ha i giocatori per poter fare quello che ha in testa di fare. Al di là dell'inciampo contro la Svizzera e della sconfitta contro la Macedonia del Nord, il periodo di Mancini credo che sia stato decisamente positivo, solo che bisogna cercare di continuare questa strada, senza fermarsi e cercando di progredire giorno per giorno, che è quello che la vita vuole ed il nostro lavoro richiede".

 

Mancini sta lanciando tanti giovani che ancora devono mettersi in mostra con i club. Le piace questa politica?
"L'esperienza di Zaniolo ha dato i suoi frutti, ma oggi dovrebbe focalizzarsi di più sui giocatori che già giocano, tanto i giovani sanno che se faranno bene hanno una strada aperta davanti. Dipende tutto da quanto uno desideri fortissimamente far parte di questa Nazionale, credo che questo sia un po' lo spirito di Mancini. Portare giocatori in Nazionale che ancora non hanno visto la prima squadra con i club, credo che sia un modo per avvicinarli all'ambiente, ma al tempo stesso può portare anche qualche scompenso mentale se i ragazzi non sono già pronti a questi episodi".

 

Il Napoli vola, Spalletti ha trovato la formula perfetta?
"Ogni allenatore ha le capacità per far rendere al massimo i giocatori che ha a disposizione. Credo che Spalletti abbia trovato un mix veramente straordinario, che ai più magari poteva far storcere il naso all'inizio viste le partenze. Chi lavora all'interno della società, penso allo scouting e a tutto quello che è stato fatto, ha trovato i giocatori giusti. Se pensiamo a Kim, Kvaratskhelia, Anguissa... Sono tutti funzionali al progetto. Spalletti è molto bravo e furbo, sa cavalcare le situazioni e credo che si sia reso conto di avere una macchina importante. Gli auguro tutto il bene del mondo".

 

Lei ha fatto esordire Rrahmani nell'Albania. Si sarebbe mai immaginato che avrebbe potuto avere una carriera del genere?
"Potenzialmente credo che avesse una potenzialità enorme, anche a livello fisico. Giocava in un campionato piccolo, nel Partizani Tirana in Albania, e ha fatto un percorso importante prima di arrivare a Napoli. È passato prima per la Croazia e poi per Verona ed è stato molto bravo ad inserirsi in contesti diversi, dove è riuscito a tirar fuori le qualità che ha".
 
 
Qual è la candidata più seria per contendergli lo scudetto?
"Se guardiamo la classifica oggi notiamo che il Napoli ha un margine importante, ma nella vita non si può mai dire mai. Il Milan è una squadra che ha qualità, la Juventus ha ritrovato ritmo e c'è da capire quando si riprenderà come sarà perché è una squadra piena di calciatori che partecipano al Mondiale. Poi c'è la Lazio che con Maurizio (Sarri) sta facendo molto bene, sta disputando un grandissimo campionato. Non lo so, quando fai un pronostico nel calcio sei soggetto a sbagliarlo matematicamente, ma tra queste e l'Inter stessa si possono riassumere le antagoniste del Napoli. Non dico niente di nuovo, sono tutte state battezzate come squadre che si sarebbero giocate lo scudetto, ma il campionato è un po' sfalsato perché il Napoli è fuori da ogni logica e sta andando ad un ritmo pazzesco".
 
 
Come mai il Torino, ambiente dove ha allenato, fa tutta questa fatica a fare il salto di qualità?
"Il Torino sta facendo i passi che deve fare una realtà come Torino, che ha la possibilità di spendere il giusto e che sta facendo degli investimenti su giovani di prospettiva. Con loro puoi avere la fortuna di trovarli immediatamente pronti oppure devi aspettare che raggiungano il giusto grado di maturazione. Il Torino è una squadra che ha fatto bene, con qualche alto e basso indubbiamente, ma è destinato a crescere perché è nel suo DNA ed è nella carta d'identità dei giovani che ha in rosa e giocano con continuità".
 
 
Un'altra squadra che ha allenato è l'Udinese. Qual è il segreto dei friulani?
"L'ambiente innanzitutto non dà grande pressione e ti stimola nella maniera ideale. Udine è una piazza molto particolare. La squadra è piena di stranieri che, una volta ambientati in Italia, sono selezionati, di qualità... Parliamo di una squadra molto forte fisicamente e con giocatori adatti a recitare il ruolo che Sottil chiede. Se non perde un po' quell'entusiasmo che ha avuto all'inizio di stagione, può dire la sua alla ripresa del campionato".
 
 
Ad Udine lei ha allenato Handanovic, ora scavalcato da Onana all'Inter. In che modo potrà adesso rendersi utile?
"È un uomo che deve diventare uomo squadra dentro lo spogliatoio e, quando non è chiamato a giocare, deve dare il suo contributo pungolando tutti gli altri che fanno parte della rosa. L'anagrafe è una spada di Damocle che è sulla testa di tutti ed anche lui si deve rassegnare al tempo che avanza. Nulla toglie al fatto che sia stato e sia tuttora un ottimo portiere, che fa parte di una squadra importante come l'Inter e che dentro lo spogliatoio, anche ai margini del campo, può dare un grande contibuto".