Calcio
L'ANALISI - Giudice: "La Juve doveva ridurre i costi, da quando ha avuto le prime perdite non vince più come prima"
26.09.2024 18:15 di Napoli Magazine

Su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’analista finanziario del Corriere dello Sport, Alessandro Giudice: "La Juventus doveva ridurre i costi. Ha ridotto alcune imposizioni per gli ingaggi, come nel caso di Szczesny e Chiesa. Quando si compra un giocatore come Koopmeiners, però, a sessanta milioni e si mettono al bilancio cinquanta milioni per Douglas Luiz che non ha ancora giocato un minuto, sono già 110 milioni di cartellino che significano che in un anno ci sono 22 milioni di ammortamenti. Se si vuole continuare allegramente a fare perdite, anche se c’è un azionista bonifico alle spalle, non prendiamoci in giro a dire che si va al risanamento. La Juventus ha accumulato 900 milioni di perdite. La realtà è che la Juventus dal 2019, cioè da quando ha avuto le prime perdite, non ha vinto un granché. Dal 2019 ad oggi la Juventus ha vinto due campionati della famosa striscia dei 9 campionati consecutivi, poi ha cominciato a deragliare e da lì non ha più vinto come vinceva prima. A tutti i sostenitori dell’equazione che se non spendi, non vinci continuo a dire che queste cose vengono confutate dai fatti. Il salary cap non è applicabile al calcio europeo, come negli Stati Uniti. Nello sport americano non ci sono gli incentivi perversi che ci sono in Europa. È un sistema completamente diverso poiché non ci sono retrocessioni o promozioni, c’è una ripartizione dei proventi del campionato e c’è un meccanismo come il draft che contribuisce a rendere il campionato più incerto. I club possono permettersi di mettersi d'accordo e di stabilire tutti insieme un salary cap quindi hanno un enorme potere contrattuale nei confronti degli atleti che a loro volta hanno la possibilità di avere sponsor personali. La prospettiva del calcio sta cambiando. Ci sono sempre più folle di tifosi per il mondo che vedono il campione e non necessariamente il club. Cristiano Ronaldo, per esempio, è andato a giocare in Arabia Saudita e ha superato il miliardo di follower".

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L'ANALISI - Giudice: "La Juve doveva ridurre i costi, da quando ha avuto le prime perdite non vince più come prima"

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26/09/2024 - 18:15

Su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’analista finanziario del Corriere dello Sport, Alessandro Giudice: "La Juventus doveva ridurre i costi. Ha ridotto alcune imposizioni per gli ingaggi, come nel caso di Szczesny e Chiesa. Quando si compra un giocatore come Koopmeiners, però, a sessanta milioni e si mettono al bilancio cinquanta milioni per Douglas Luiz che non ha ancora giocato un minuto, sono già 110 milioni di cartellino che significano che in un anno ci sono 22 milioni di ammortamenti. Se si vuole continuare allegramente a fare perdite, anche se c’è un azionista bonifico alle spalle, non prendiamoci in giro a dire che si va al risanamento. La Juventus ha accumulato 900 milioni di perdite. La realtà è che la Juventus dal 2019, cioè da quando ha avuto le prime perdite, non ha vinto un granché. Dal 2019 ad oggi la Juventus ha vinto due campionati della famosa striscia dei 9 campionati consecutivi, poi ha cominciato a deragliare e da lì non ha più vinto come vinceva prima. A tutti i sostenitori dell’equazione che se non spendi, non vinci continuo a dire che queste cose vengono confutate dai fatti. Il salary cap non è applicabile al calcio europeo, come negli Stati Uniti. Nello sport americano non ci sono gli incentivi perversi che ci sono in Europa. È un sistema completamente diverso poiché non ci sono retrocessioni o promozioni, c’è una ripartizione dei proventi del campionato e c’è un meccanismo come il draft che contribuisce a rendere il campionato più incerto. I club possono permettersi di mettersi d'accordo e di stabilire tutti insieme un salary cap quindi hanno un enorme potere contrattuale nei confronti degli atleti che a loro volta hanno la possibilità di avere sponsor personali. La prospettiva del calcio sta cambiando. Ci sono sempre più folle di tifosi per il mondo che vedono il campione e non necessariamente il club. Cristiano Ronaldo, per esempio, è andato a giocare in Arabia Saudita e ha superato il miliardo di follower".