Calcio
L'EX LAZIO - Conceicao: "Quando torno a Roma ho il cuore pieno"
09.09.2024 15:02 di Napoli Magazine

Intervenuto ai microfoni di Radiosei, l'ex calciatore e ora allenatore Sérgio Conceicao ha raccontato il periodo vissuto alla Lazio sotto la guida di Eriksson, in questi giorni di lutto per la scomparsa del grande allenatore: “Eravamo un gruppo non facile a livello di gestione, con Simeone, Couto e altri. Eravamo tutti attaccati, eravamo una famiglia quando scendevamo in campo per vincere. Ognuno aveva il proprio carattere e personalità, ma tutti con lo stesso obiettivo. Se ho mai pensato di rischiare il posto? Lottare sempre, a volte mi sono arrabbiato perché volevo giocare tutte le partite e le volte in cui mi lasciava in panchina, mi giravano le p***e. Ogni allenamento per noi era una partita, era un ambiente molto competitivo. Eravamo tanti e diversi, con qualità e carattere differenti. Mancini era un fenomeno, quando giocava faceva la differenza. Almeyda, Nedved, Nesta dietro e anche Sinisa che era una cosa incredibile. Lui e Mancini si conoscevano e si sentivano in campo, riconoscevano i movimenti. Mi dispiace solo che non abbiamo vinto la Champions League, è un rammarico perché abbiamo vinto tutto. Meritavamo di arrivare in finale”.

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L'EX LAZIO - Conceicao: "Quando torno a Roma ho il cuore pieno"

di Napoli Magazine

09/09/2024 - 15:02

Intervenuto ai microfoni di Radiosei, l'ex calciatore e ora allenatore Sérgio Conceicao ha raccontato il periodo vissuto alla Lazio sotto la guida di Eriksson, in questi giorni di lutto per la scomparsa del grande allenatore: “Eravamo un gruppo non facile a livello di gestione, con Simeone, Couto e altri. Eravamo tutti attaccati, eravamo una famiglia quando scendevamo in campo per vincere. Ognuno aveva il proprio carattere e personalità, ma tutti con lo stesso obiettivo. Se ho mai pensato di rischiare il posto? Lottare sempre, a volte mi sono arrabbiato perché volevo giocare tutte le partite e le volte in cui mi lasciava in panchina, mi giravano le p***e. Ogni allenamento per noi era una partita, era un ambiente molto competitivo. Eravamo tanti e diversi, con qualità e carattere differenti. Mancini era un fenomeno, quando giocava faceva la differenza. Almeyda, Nedved, Nesta dietro e anche Sinisa che era una cosa incredibile. Lui e Mancini si conoscevano e si sentivano in campo, riconoscevano i movimenti. Mi dispiace solo che non abbiamo vinto la Champions League, è un rammarico perché abbiamo vinto tutto. Meritavamo di arrivare in finale”.