Francesco Totti, ex attaccante, ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio in occasione del Meet&Greet in Iliad. Ecco le dichiarazioni riportate da Lavocegiallorossa.it:
I due attaccanti più forti con cui hai giocato?
"Cassano, che non era una prima punta, anche se con Capello giocavamo entrambi insieme e facevamo quello che volevamo. Come prima punta, ma neanche, Salah. Era quel giocatore che per me, per come giocavo io, era perfetto. Non ci siamo gustati più di tanto, io ero alla fine della carriera e lui stava esplodendo anno dopo anno. Se ci fossimo incontrati a metà strada… era un giocatore perfetto per me, andava sempre in profondità. Certo, segnava solo lui: io non lo riprendevo a correre".
Nesta?
"Un altro pezzo di Roma, cugino diciamo. Nel periodo calcistico non ci siamo mai frequentati, anche perché non era rispettoso nei confronti delle tifoserie. Prima erano altri tempi, non come ora che farebbe effetto ma nessuno gli direbbe niente. Noi eravamo i due capitani e le due bandiere, non era proprio ben visto. Alla fine non avremmo fatto niente di male. Roma è bella anche per questo. Abbiamo trascorso tutte le trafile dal settore giovanile alla Nazionale, abbiamo vinto un Mondiale insieme. Lo reputo uno dei giocatori più forti al mondo in quel ruolo".
Il tuo più grande rivale da calciatore?
"Per me non ci sono avversari, rivali. Fondamentalmente ci conoscevamo tutti, chi più e chi meno. In quei 90 minuti odiavi anche Nesta, ma al triplice fischio tornavi ai vecchi tempi. Personalmente la parola ‘rivale’ non mi è mai piaciuta. Ai tempi miei c’erano signor giocatori, in tutte le squadre".
Il difensore che ti ha messo più in difficoltà?
"Non c’è uno in particolare, ma c’erano certi cani… uno ti alzava e uno ti rinviava. Prima prendevo delle belle stecche".
di Napoli Magazine
28/03/2025 - 00:45
Francesco Totti, ex attaccante, ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio in occasione del Meet&Greet in Iliad. Ecco le dichiarazioni riportate da Lavocegiallorossa.it:
I due attaccanti più forti con cui hai giocato?
"Cassano, che non era una prima punta, anche se con Capello giocavamo entrambi insieme e facevamo quello che volevamo. Come prima punta, ma neanche, Salah. Era quel giocatore che per me, per come giocavo io, era perfetto. Non ci siamo gustati più di tanto, io ero alla fine della carriera e lui stava esplodendo anno dopo anno. Se ci fossimo incontrati a metà strada… era un giocatore perfetto per me, andava sempre in profondità. Certo, segnava solo lui: io non lo riprendevo a correre".
Nesta?
"Un altro pezzo di Roma, cugino diciamo. Nel periodo calcistico non ci siamo mai frequentati, anche perché non era rispettoso nei confronti delle tifoserie. Prima erano altri tempi, non come ora che farebbe effetto ma nessuno gli direbbe niente. Noi eravamo i due capitani e le due bandiere, non era proprio ben visto. Alla fine non avremmo fatto niente di male. Roma è bella anche per questo. Abbiamo trascorso tutte le trafile dal settore giovanile alla Nazionale, abbiamo vinto un Mondiale insieme. Lo reputo uno dei giocatori più forti al mondo in quel ruolo".
Il tuo più grande rivale da calciatore?
"Per me non ci sono avversari, rivali. Fondamentalmente ci conoscevamo tutti, chi più e chi meno. In quei 90 minuti odiavi anche Nesta, ma al triplice fischio tornavi ai vecchi tempi. Personalmente la parola ‘rivale’ non mi è mai piaciuta. Ai tempi miei c’erano signor giocatori, in tutte le squadre".
Il difensore che ti ha messo più in difficoltà?
"Non c’è uno in particolare, ma c’erano certi cani… uno ti alzava e uno ti rinviava. Prima prendevo delle belle stecche".