Il calciomercato estivo ha chiuso le sue porte ed è già iniziato il countdown per l’inizio della finestra invernale. Ora è il momento di pensare al campo ma è anche quello di guardarsi le spalle e ripercorrere gli ultimi tre mesi di trattative. Tra conferme, rinnovi, partenze e nuovi arrivi il Lecce ha fatto il punto del suo mercato estivo nella consueta conferenza stampa di fine sessione estiva di trattative e di inizio stagione. Il club giallorosso l’ha fatto tramite le parole di Saverio Sticchi Damiani, che ha spiegato la tipologia di calciomercato portata avanti dalla società.
Il presidente del Lecce ha aperto dicendo: “Voglio toccare un unico grande tema, ossia la crescita del club, esponendola con approccio critico, così che possiate capire i numeri e le dinamiche del campionato di Serie A. Una tifoseria che si abbona in oltre 22.000 apprezza l’approccio leale a trasparente del club. Come ha detto bene Pantaleo, stiamo crescendo di anno in anno sotto il punto di vista degli investimenti sportivi. Qui nessuno vuole distogliere il tema calcistico da quello strutturale, sia chiaro”.
Sticchi Damiani ha proseguito: “Un dato interessante, legato alle ultime tre salvezze, è legato ai costi. Nel 2022/2023 avevamo 58 milioni di costi, con 5 milioni di quota ammortamenti. L’anno dopo sono saliti a 71 milioni di euro, con 10 milioni e mezzo di ammortamenti. Nella stagione successiva si è saliti a 87 milioni di euro con ammortamenti ancora più alti. Grazie ad una gestione tecnica brillante, non solo abbiamo risanato i conti della precedente retrocessione nel periodo Covid, ma abbiamo anche costruito, facendo sensibilmente aumentare i costi, grazie alle operazioni di plusvalenza degli ultimi anni. Senza quelle plusvalenze, un club con le proprie forze riesce a fare circa 55 milioni, grazie al sostegno del territorio tra sponsor, tifosi e diritti tv. In questo mercato potevamo prendere lo svincolato che entusiasma la piazza, facendo i furbi, ma noi facciamo scelte e investimenti impopolari. Abbiamo speso 12 milioni, senza certezze”.
Sticchi Damiani ha poi spiegato: “Preferiamo agire in questa maniera, che attingere dal solito prestito o dai soliti svincolati. Il nome fa contento il tifoso, ma la politica del club è diversa. Quest’anno abbiamo tre esuberi, per noi è un’anomalia, anche se sono fisiologici altrove. Ciononostante siamo riusciti a lavorare come avevamo intenzione di fare sul mercato. Chi ha chiesto di essere ceduto è stato accontentato. Questo è fare calcio, avere un club solido e strutturato. Mi dispiace, ma non siamo disposti ad indebitarci, è una nostra scelta. Oggi sul mercato siamo liberi di muoverci, ed anche questo è sinonimo di crescita dal club”.
Il presidente del Lecce ha quindi concluso: “Ovviamente questo metodo non è sinonimo di risultato sportivo, ma nulla può garantirti la salvezza. Ogni operazione è rischiosa. C’è chi ogni anno spende il doppio o il triplo di noi e retrocede, a differenza nostra. Le neopromosse di quest’anno hanno fatto ciò che abbiamo fatto noi al nostro primo anno di Serie A, ossia investire senza fare particolari cessioni. Quelle che si sono invece consolidate, non hanno fatto nei numeri un mercato troppo differente dal nostro. Anche loro, tramite plusvalenze, hanno provato a recuperare le perdite strutturali. Come ha spiegato il direttore, abbiamo 12 milioni di monte ingaggi netti, ma se apriamo il cerchio all’intera forza lavoro dell’Unione Sportiva Lecce, viaggiamo sui 35 milioni di euro”.
di Napoli Magazine
04/09/2025 - 15:29
Il calciomercato estivo ha chiuso le sue porte ed è già iniziato il countdown per l’inizio della finestra invernale. Ora è il momento di pensare al campo ma è anche quello di guardarsi le spalle e ripercorrere gli ultimi tre mesi di trattative. Tra conferme, rinnovi, partenze e nuovi arrivi il Lecce ha fatto il punto del suo mercato estivo nella consueta conferenza stampa di fine sessione estiva di trattative e di inizio stagione. Il club giallorosso l’ha fatto tramite le parole di Saverio Sticchi Damiani, che ha spiegato la tipologia di calciomercato portata avanti dalla società.
Il presidente del Lecce ha aperto dicendo: “Voglio toccare un unico grande tema, ossia la crescita del club, esponendola con approccio critico, così che possiate capire i numeri e le dinamiche del campionato di Serie A. Una tifoseria che si abbona in oltre 22.000 apprezza l’approccio leale a trasparente del club. Come ha detto bene Pantaleo, stiamo crescendo di anno in anno sotto il punto di vista degli investimenti sportivi. Qui nessuno vuole distogliere il tema calcistico da quello strutturale, sia chiaro”.
Sticchi Damiani ha proseguito: “Un dato interessante, legato alle ultime tre salvezze, è legato ai costi. Nel 2022/2023 avevamo 58 milioni di costi, con 5 milioni di quota ammortamenti. L’anno dopo sono saliti a 71 milioni di euro, con 10 milioni e mezzo di ammortamenti. Nella stagione successiva si è saliti a 87 milioni di euro con ammortamenti ancora più alti. Grazie ad una gestione tecnica brillante, non solo abbiamo risanato i conti della precedente retrocessione nel periodo Covid, ma abbiamo anche costruito, facendo sensibilmente aumentare i costi, grazie alle operazioni di plusvalenza degli ultimi anni. Senza quelle plusvalenze, un club con le proprie forze riesce a fare circa 55 milioni, grazie al sostegno del territorio tra sponsor, tifosi e diritti tv. In questo mercato potevamo prendere lo svincolato che entusiasma la piazza, facendo i furbi, ma noi facciamo scelte e investimenti impopolari. Abbiamo speso 12 milioni, senza certezze”.
Sticchi Damiani ha poi spiegato: “Preferiamo agire in questa maniera, che attingere dal solito prestito o dai soliti svincolati. Il nome fa contento il tifoso, ma la politica del club è diversa. Quest’anno abbiamo tre esuberi, per noi è un’anomalia, anche se sono fisiologici altrove. Ciononostante siamo riusciti a lavorare come avevamo intenzione di fare sul mercato. Chi ha chiesto di essere ceduto è stato accontentato. Questo è fare calcio, avere un club solido e strutturato. Mi dispiace, ma non siamo disposti ad indebitarci, è una nostra scelta. Oggi sul mercato siamo liberi di muoverci, ed anche questo è sinonimo di crescita dal club”.
Il presidente del Lecce ha quindi concluso: “Ovviamente questo metodo non è sinonimo di risultato sportivo, ma nulla può garantirti la salvezza. Ogni operazione è rischiosa. C’è chi ogni anno spende il doppio o il triplo di noi e retrocede, a differenza nostra. Le neopromosse di quest’anno hanno fatto ciò che abbiamo fatto noi al nostro primo anno di Serie A, ossia investire senza fare particolari cessioni. Quelle che si sono invece consolidate, non hanno fatto nei numeri un mercato troppo differente dal nostro. Anche loro, tramite plusvalenze, hanno provato a recuperare le perdite strutturali. Come ha spiegato il direttore, abbiamo 12 milioni di monte ingaggi netti, ma se apriamo il cerchio all’intera forza lavoro dell’Unione Sportiva Lecce, viaggiamo sui 35 milioni di euro”.