Calcio
MARADONA - Siani: "Diego non era un marziano, ma solo un uomo che faceva miracoli!", De Piscopo: "Era incredibile", De Magistris: "Ha saputo unire tutti i napoletani", Gragnaniello: "Ha rappresentato tanti momenti di gioia", Sarnelli: "Uomo fantastico", Pisani: "E' sempre vivo", Sansone: "La canzone 'La Mano de Dios' omaggio sincero", Paone: "Simbolo di rivalsa", Rivieccio: "Mi manca tutto di lui", de Giovanni: "Ne ho un ricordo personale"
25.11.2024 17:37 di Napoli Magazine

Nel giorno dell'anniversario della morte di Maradona, la redazione di Calcionapoli1926 ha intervistato alcuni artisti, politici e personaggi napoletani. Di seguito le loro parole:

Alessandro Siani, noto comico, attore e regista, ha girato tutta l'Italia con i suoi spettacoli. In uscita al cinema il prossimo 19 dicembre con la sua ultima fatica al fianco di Leonardo Pieraccioni ci ha regalato un aforisma per ricordare il campione argentino:

"Chi guardava Maradona giocare
ha sempre pensato " è di un altro pianeta'
Ma Diego non era un marziano
Era solo un uomo che faceva miracoli!".

Tullio De Piscopo, batterista e cantautore partenopeo legato a Pino Daniele ci ha regalato un bellissimo ricordo di Diego: "Diego Armando Maradona, il genio, l'amore per la nostra città che aveva. Diego era incredibile. Tante volte ha lasciato messaggi pieni d'amore ai napoletani. La cosa più bella di Diego, oltre al pallone con cui lui dialogava, perché lui il pallone non lo toccava semplicemente ma gli parlava. Lui era di una generosità incredibile, ho visto che aiutava i deboli, i poveri, i malati, non si tirava mai indietro. Un altro ricordo bellissimo che custodisco riguarda quando andavo a trovare in ritiro gli amici del primo scudetto e Diego non voleva mai perdere, neanche a biliardino, era incredibile. Poi prendeva qualsiasi cosa a forma di palla ed iniziava a palleggiare. Qualche volta io ritmavo, ma io mi stancavo, lui no e non si fermava mai. Lui è immortale. Diego non è morto. Diego è presente tutti i giorni nel mondo. Diego è sempre con noi. Anche le nuove generazioni conoscono Diego e vanno a vedere veramente chi era. Diego è la sua generosità. Diego è il suo dialogare con il pallone".

Enzo Decaro, noto attore napoletano che ha iniziato la sua carriera ne "La Smorfia" con Massimo Troisi e Lello Arena, per diventare poi uno dei maggiori interpreti della fiction e del cinema italiano, ci ha affidato il suo ricordo del campione argentino: "Ho spesso pensato che la parabola, il passaggio di Maradona su questo pianeta, per fortuna anche nella nostra città sia proprio simbolizzato da quei quattro minuti della finale mondiale Argentina-Inghilterra, quando in quattro minuti è riuscito a passare dalla cosiddetta Mano De Dios, quindi insomma, un piccolo inganno, un po' un frutto, una cosa fraudolenta a quei quattro minuti dopo quando ha realizzato quello che è stato definito il gol più bello della storia. Proprio in questo lasso di tempo c'è la sintesi delle vette calcistiche che ha raggiunto il nostro Diego, e anche un po' gli abissi umani che ha dovuto affrontare, superandone alcuni altri no. C'è sempre il rammarico di noi napoletani di non aver compreso, di non essere stati in grado, anche per motivi obietti, di essergli ancora più vicino lasciandolo così in mani non buone che non meritavano le sue dipendenze rispetto a quello che poi riusciva a fornirci sul campo. Il tempo aggiusta tante cose e cancella anche se non fa dimenticare alcune imperfezioni, però sicuramente esalta la potenza umana, calcistica e soprattutto di fede e cuore, che nessuno come Diego ha saputo trasmettere ai napoletani ridandogli una dignità, un valore, una consapevolezza e l'orgoglio di essere quelli che erano ed è forse per questo che ci manca tanto e gli auguriamo sempre ogni bene ovunque si trovi, e speriamo finalmente in pace. Nella pace de Dios!"

Luigi De Magistris, ex magistrato, politico italiano ed ex sindaco di Napoli ha affidato alla nostra testata uno speciale ricordo di Diego: "Sono tanti i ricordi che mi legano a Diego a Diego Armando Maradona, sinteticamente come non ricordare il 1984 quando mi trovavo in campeggio in Sardegna e con i miei amici i miei compagni acquisimmo la notizia sui giornali sportivi, sui giornali della città, sui giornali nazionali che Napoli aveva acquistato Maradona. Poi ero allo stadio San Paolo quando ci fu la presentazione in quel 'giorno indimenticabile e poi lo scudetto dell'87' vissuto in curva in curva B e poi l'emozione grandissima da sindaco di Napoli di avergli conferito la cittadinanza onoraria nel 2017 quando lo incontrai, Diego che già non stava bene, le sue parole erano tutte dedicate alla città, ai giovani, ai più fragili, alle alle periferie. Ricordo anche che qualche ben pensante napoletano più di uno pensò di criticarmi per quella scelta di dargli convintamente alla cittadinanza onoraria. Perché mi dicevano che non era un un buon esempio Maradona. Maradona è l'unica persona che ha saputo unire tutti i napoletani indipendentemente dall'età, dalla condizione economica, sociale, dalle idee politiche, dai quartieri. E poi purtroppo con la morte, però anche la grande emozione di avergli intestato in pochissimi giorni con il consenso di tutta la città lo stadio che da stadio San Paolo è diventato stadio Diego Armando Maradona. È quella emozione quando ancora oggi ci si collega e si ascolta attraverso la radio, la televisione siamo collegati dal Diego Armando Maradona, è una grande emozione averlo potuto fare anche da sindaco della città che amo".

Enzo Gragnaniello, cantautore e chitarrista, autore di alcune delle più belle canzoni italiane ci ha raccontato del suo amore per Napoli e il Napoli che non poteva non combaciare con quello di Diego: "Io sono Napoletano e amo la mia terra come amo la mia squadra del cuore e Diego ha rappresentato tanti momenti di gioia e poi non posso dimenticare quando Gianni Minà mi invitò nella trasmissione "L’atleta D’oro" dove venivano premiati i più grandi atleti di tutto il mondo e ogni atleta veniva rappresentato da un artista internazionale e a me mi fece rappresentare proprio Diego Armando Maradona e dopo il mio intervento venne Diego ad abbracciarmi fu una bellissima emozione che non dimenticherò mai". 

Eduardo Tartaglia, attore, regista e commediografo napoletano ci ha affidato alcuni versi dedicati anche ad altri due grandi rappresentanti di Napoli come Massimo Troisi e Pino Daniele:

"Diego Maradona. Massimo Troisi.
Pino Daniele.
Eravamo giovani.
Eravamo orgogliosi.
Eravamo felici".

Monica Sarnelli, una delle voci più belle di Napoli ci ha raccontato del suo amore per Diego sottolineando tutta la grandezza dell'uomo: "Ho un ricordo di Diego Armando Maradona straordinario, perché a Diego piacevano le belle donne, ma soprattutto a Diego piaceva la vita. Era un uomo fantastico, un uomo solare, un uomo che glielo leggevi nel viso, negli occhi che era pronto ad aiutare tutti. Una persona grata, ecco perché ha legato molto con la nostra Napoli. Un uomo oltre al grande, grandissimo artista, un uomo che ha apprezzato quello che la città di Napoli gli ha dato. É vero che lui ha dato tanto alla città di Napoli, ma anche la città di Napoli è stata riconoscente a questo grande campione. Il nostro dio del calcio. Poi lui era molto simpatico, io ho avuto modo di conoscerlo negli anni 80'. Io ero la vocalist di Peppino Di Capri e spesso mi capitava di trovarmi dopo gli spettacoli con Peppino a cena con tutti i calciatori del Napoli e anche questo simpatico scugnizzo Diego. Per cui ho un ricordo meraviglioso, e Diego non morirà mai, sarà per sempre sei nostri cuori, tanto che gli abbiamo dedicato uno stadio. Diego Armando Maradona mette di buon umore, anche se non c'è più quando penso a lui, penso ad una cosa positiva. Viva Diego per Sempre!"

Maurizio Casagrande, attore partenopeo ci ha raccontato quanto Maradona sia stato importante per farlo innamorare del Napoli e del calcio: "Io non sono di quelli nostalgici, ritengo che lo cose appartengono al passato e a quel momento. Diego grande campione e straordinario uomo. Il mio ricordo di Diego riguarda il fatto che io ero uno che non era un grande appassionato di calcio e mi ha fatto scoprire la passione per il calcio, quindi io ritengo che sia un uomo di quelli destinati ad ispirare i grandi progetti, le grandi cose. Gli uomini come lui servono ad ispirare l'umanità, ad essere più di se stessi. Anche se poi nella vita può aver fatto delle sciocchezze, ma le ispirazioni che dà un campione, un uomo così sopra alle possibilità umane, un uomo che dà queste emozioni, questi ipotesi è un uomo destinato ad essere un'ispirazione per l'umanità. Ce ne fossero altri e tanti in tutti in tutti i campi, purtroppo oggi abbiamo delle aspirazioni molto più basse".

Patrizio Rispo, attore noto al grande pubblico per il suo ruolo ne "Un posto al sole" ci ha affidato un suo ricordo speciale di Diego regalandoci anche la foto di un quadro del campione argentino che è presente in casa sua: "I ricordi speciali con Diego sono infiniti. Io ho fatto anche un recital, che ancora porto in giro, dedicato a lui uomo che al di là di tutte le chiacchiere che ha fatto nascere per i suoi comportamenti, irrequieti, particolari, è stato un uomo eccezionale e un funambolo, non un semplice calciatore, lui era un uomo di spettacolo, un grandissimo. Il ricordo più bello che ho è legato allo scudetto del Napoli. Io ero a Wolfsburg, facevo con Valeria Morriconi, "Filumena Marturano", la sera che il Napoli vinse lo scudetto io ero in teatro con una commedia di Eduardo, con un pubblico che era prevalentemente di meridionali, napoletani, calabresi, siciliani, che erano fondamentalmente tutti gli operai della Volkswagen la cui fabbrica era lì, fu una festa indimenticabile. Un riscatto per questi nostri compatrioti che stavano all'estero e tra Filumena e lo scudetto fu una festa che si protrasse fino all'alba, per me è un ricordo indimenticabile. Viva Diego!".

Angelo Pisani, avvocato di Maradona che ha difeso il campione argentino nella sua causa contro l'accusa di evasione fiscale in Italia ha ricordato Diego e l'importanza che ha avuto nel nostro paese: "Il 24 novembre sono iniziate le giornate impegnative nel ricordo di Diego Armando Maradona. La prima con il Maraduno all'Edenlandia, la seconda, il 25 con la messa in memoria di Maradona e lo sventolamento delle bandiere al murale. Maradona è stato un grande bambino, con tutti i pregi e i difetti dei bambini. L'entusiasmo, la voglia di vincere, di correre, di andare avanti, ma anche quella grande voglia di lottare contro il male, contro le ingiustizie e di non accettare mai nessun compromesso. Da lui ho imparato che nella vita si può fare sempre tutto. Lui è un esempio di quelli che anche nelle difficoltà, anche nella lotta contro il male ha sempre voluto far vincere il bene. Maradona non è morto, è sempre vivo. Tanto che ogni giorno si parla di lui. È uno che ha fatto guadagnare tantissimi soldi, ha sviluppato economia, sport, turismo, vita. Ancora oggi fa guadagnare allo Stato italiano tasse e introiti. Ha indotto la sua economia, così invece ha subito tanto e in vita non ha mai avuto riconoscenza. Quella riconoscenza che purtroppo spesso non si ha, ma che comunque è un segnale che hai fatto comunque bene".

Ciro Ceruti, comico e attore napoletano ci ha affidato tutto il suo amore per Diego e per Napoli, la sua città, sottolineando quanto sia stato importante il campione argentino nella sua vita: "Diego rappresenta tutta la mia adolescenza, Io penso che nessuno più di Maradona possa rispecchiare la città di Napoli. Entrambi sono identità estreme, uniche nella loro grandiosità e bellezza e nello stesso tempo problematiche. Io amo Diego come amo la mia città. Per lui ho gioito, ho pianto e ho pure litigato con individui cosiddetti intellettuali che non hanno esitato a buttare fango sulla sua immagine. Diego nel bene o nel male aveva parlato, trattato e cenato con capi di stato al contrario di loro che probabilmente non riescono nemmeno ad imporsi nelle riunioni di condominio. Diego non è per noi napoletani solo il giocatore più forte di tutti i tempi, Diego è un pezzo di Napoli". 

Pietro Pignatelli, attore, cantante e conduttore, presente in alcune trasmissioni Rai e Mediaset, conosciuto dai bambini per essere Pietro dell'Albero azzurro ha condiviso con noi il suo ricordo di Maradona: "Era novembre ed era il 1985, avevo 14 anni e per la prima volta i miei cugini più grandi mi portarono allo stadio San Paolo per andare a vedere il Napoli e… Diego. Non vi dico l’emozione. Fino ad allora le partite le ascoltavo in radio. A un certo punto l’estasi: tifosi, abbarbicati ovunque sugli spalti, travolti da una passione viscerale, esplodono in un unico grido di vittoria e di riscatto sociale “goooal”. Un boato che fece tremare la terra e pure i poteri forti. Canti, invocazioni, deliri, pianti… Maradona segnava un gol inimmaginabile su punizione, contro la pluriscudettata Juventus. Diventerà leggenda! Mi ricordo che rimasi per un attimo terrorizzato da cotanta esaltazione, ma durò pochi secondi, il tempo di realizzare che avevo assistito a una delle più belle creazioni dell’uomo. Non era il “Salvator mundi” di Leonardo, ma sono certo che pure il sommo artista da lassù avrà applaudito al divino Dieguito. Il resto è storia da ricordare e raccontare. Grazie Diego!".

Vincenzo Cuomo, politico italiano e sindaco di Portici ci ha raccontato un aneddoto personale su Diego: "19 aprile 1989, Diego inizia il riscaldamento prima della partita contro il Bayern Monaco e sulle note della canzone Live is life degli Opus palleggia con il pallone a ritmo di musica con gli scarpini rigorosamente slacciati. Uno spettacolo. Uno più personale, Lodrone estate 1986, ritiro precampionato del Napoli. Diego palleggiava con un limone. Io ero lì, tifoso malato del Napoli".

Dario Sansone, voce e chitarra del gruppo Foja ha ricordato Maradona svelandoci anche un dettaglio su come è nata la versione in napoletano della canzone La Mano de Dios: "Allora per me è difficile decifrare un unico momento legato a Maradona soprattutto negli ultimi anni. Ma quello che sicuramente ricordo è la sua immagine sulle figurine di quando ero piccolo perché era la figurina più ambita. Poi c'è un altro momento speciale che che è stato quello di vederlo da vicino Maradona quando ha ricevuto la cittadinanza onoraria a Napoli nel 2017. Eravamo a Piazza del Plebiscito suonavamo in onore di Diego e Diego apparì e quindi sì, ho visto Maradona, questo me lo porterò per sempre nel cuore. Invece la canzone è nata come come omaggio molto sincero. Mi sono permesso di adattare quel brano argentino semplicemente perché sentivo che mancasse una nostra narrazione; quello è il racconto della curva del Boca e mancava il racconto della nostra città probabilmente. Quindi questo è stato è stata la scintilla, anche perché quella canzone per quanto nella sua versione originale fosse allegra, fosse ritmata, per me nascondeva un mistero, un mistero che che sono riuscito ad esplorare soltanto mettendoci le mani dentro. Tra l'altro era la canzone di Maradona su Maradona preferita da Diego e lo testimonia il fatto che lui la canta in una maniera commovente nel film di Kusturica nel documentario a lui dedicato".

Nando Paone, attore con all'attivo numerose presente nel cinema e nelle fiction italiane, ma attivo soprattutto in teatro ci ha regalato un suo ricordo di Maradona che si unisce all'amore per Napoli: "Diego è stato il simbolo della rivalsa di noi napoletani verso quel nord che ci considera inferiori, per invidia. Ci hanno da sempre invidiato il mare, il sole, il nostro essere di mentalità aperta e, con lui, ci hanno invidiato anche lo scudetto. Ma Diego, in quanto da tutti i tifosi riconosciuto e naturalizzato napoletano a tutti gli effetti, ha incarnato con i suoi atti sportivi, atletici e umani proprio la città di Napoli, che, come il Pibe de oro, vive da sempre difficoltà e contraddizioni, ma viene altresì considerata universalmente " 'A città cchiù bella d" o munno".

Gino Rivieccio, noto attore e conduttore partenopeo ci ha regalato una bella riflessione su Diego sottolineando quanto fosse un argentino napoletano: "Mi manca tutto di Diego: dal campo alla vita. Gli allenamenti, i riscaldamenti pre partita, le acrobazie in campo, ma mi manca anche il sorriso di Diego, il suo sguardo, le parole trainanti non solo alla squadra ma a un intero popolo. Diego che sul piano comunicativo era imbattibile, lo sapeva fare molto bene, rivendicando i diritti spesso calpestati di quella gente che lo idolatrava. Perché Diego, sotto sotto, era napoletano come noi. E forse più di noi".

Maurizio de Giovanni, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo napoletano autori di romanzi gialli da cui sono nate anche serie televisive ci ha regalato un suo ricordo di Diego: "Oltre ai ricordi mitici straordinari e indimenticabili dell'epoca in cui ci regalava gioia ogni volta che entrava in campo perché a noi bastava vederlo a entrare in campo. Io ho un ricordo personale quando venne a Napoli a fare lo spettacolo con con Alessandro sia nel San Carlo io ero tra quelli che dovevano incontrarlo sul palcoscenico e io ebbi quell'abbraccio che mi fermò letteralmente il cuore perché mi sembrava impossibile che in una parte della mia vita io lo avessi incontrato e avessi potuto abbracciarlo. Soprattutto io guardavo il suo piede sinistro che portava una normale scarpa nera di pelle e io guardavo col piede sinistro e mi sembrava impossibile che fosse un piede normale, cioè che ci fosse questo piede che tutto sommato sembrava uguale a ogni altro piede e questa è una cosa che mi piaceva talmente tanto da commuovermi quasi. Quindi ho questo ricordo".

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di Napoli Magazine

25/11/2024 - 17:37

Nel giorno dell'anniversario della morte di Maradona, la redazione di Calcionapoli1926 ha intervistato alcuni artisti, politici e personaggi napoletani. Di seguito le loro parole:

Alessandro Siani, noto comico, attore e regista, ha girato tutta l'Italia con i suoi spettacoli. In uscita al cinema il prossimo 19 dicembre con la sua ultima fatica al fianco di Leonardo Pieraccioni ci ha regalato un aforisma per ricordare il campione argentino:

"Chi guardava Maradona giocare
ha sempre pensato " è di un altro pianeta'
Ma Diego non era un marziano
Era solo un uomo che faceva miracoli!".

Tullio De Piscopo, batterista e cantautore partenopeo legato a Pino Daniele ci ha regalato un bellissimo ricordo di Diego: "Diego Armando Maradona, il genio, l'amore per la nostra città che aveva. Diego era incredibile. Tante volte ha lasciato messaggi pieni d'amore ai napoletani. La cosa più bella di Diego, oltre al pallone con cui lui dialogava, perché lui il pallone non lo toccava semplicemente ma gli parlava. Lui era di una generosità incredibile, ho visto che aiutava i deboli, i poveri, i malati, non si tirava mai indietro. Un altro ricordo bellissimo che custodisco riguarda quando andavo a trovare in ritiro gli amici del primo scudetto e Diego non voleva mai perdere, neanche a biliardino, era incredibile. Poi prendeva qualsiasi cosa a forma di palla ed iniziava a palleggiare. Qualche volta io ritmavo, ma io mi stancavo, lui no e non si fermava mai. Lui è immortale. Diego non è morto. Diego è presente tutti i giorni nel mondo. Diego è sempre con noi. Anche le nuove generazioni conoscono Diego e vanno a vedere veramente chi era. Diego è la sua generosità. Diego è il suo dialogare con il pallone".

Enzo Decaro, noto attore napoletano che ha iniziato la sua carriera ne "La Smorfia" con Massimo Troisi e Lello Arena, per diventare poi uno dei maggiori interpreti della fiction e del cinema italiano, ci ha affidato il suo ricordo del campione argentino: "Ho spesso pensato che la parabola, il passaggio di Maradona su questo pianeta, per fortuna anche nella nostra città sia proprio simbolizzato da quei quattro minuti della finale mondiale Argentina-Inghilterra, quando in quattro minuti è riuscito a passare dalla cosiddetta Mano De Dios, quindi insomma, un piccolo inganno, un po' un frutto, una cosa fraudolenta a quei quattro minuti dopo quando ha realizzato quello che è stato definito il gol più bello della storia. Proprio in questo lasso di tempo c'è la sintesi delle vette calcistiche che ha raggiunto il nostro Diego, e anche un po' gli abissi umani che ha dovuto affrontare, superandone alcuni altri no. C'è sempre il rammarico di noi napoletani di non aver compreso, di non essere stati in grado, anche per motivi obietti, di essergli ancora più vicino lasciandolo così in mani non buone che non meritavano le sue dipendenze rispetto a quello che poi riusciva a fornirci sul campo. Il tempo aggiusta tante cose e cancella anche se non fa dimenticare alcune imperfezioni, però sicuramente esalta la potenza umana, calcistica e soprattutto di fede e cuore, che nessuno come Diego ha saputo trasmettere ai napoletani ridandogli una dignità, un valore, una consapevolezza e l'orgoglio di essere quelli che erano ed è forse per questo che ci manca tanto e gli auguriamo sempre ogni bene ovunque si trovi, e speriamo finalmente in pace. Nella pace de Dios!"

Luigi De Magistris, ex magistrato, politico italiano ed ex sindaco di Napoli ha affidato alla nostra testata uno speciale ricordo di Diego: "Sono tanti i ricordi che mi legano a Diego a Diego Armando Maradona, sinteticamente come non ricordare il 1984 quando mi trovavo in campeggio in Sardegna e con i miei amici i miei compagni acquisimmo la notizia sui giornali sportivi, sui giornali della città, sui giornali nazionali che Napoli aveva acquistato Maradona. Poi ero allo stadio San Paolo quando ci fu la presentazione in quel 'giorno indimenticabile e poi lo scudetto dell'87' vissuto in curva in curva B e poi l'emozione grandissima da sindaco di Napoli di avergli conferito la cittadinanza onoraria nel 2017 quando lo incontrai, Diego che già non stava bene, le sue parole erano tutte dedicate alla città, ai giovani, ai più fragili, alle alle periferie. Ricordo anche che qualche ben pensante napoletano più di uno pensò di criticarmi per quella scelta di dargli convintamente alla cittadinanza onoraria. Perché mi dicevano che non era un un buon esempio Maradona. Maradona è l'unica persona che ha saputo unire tutti i napoletani indipendentemente dall'età, dalla condizione economica, sociale, dalle idee politiche, dai quartieri. E poi purtroppo con la morte, però anche la grande emozione di avergli intestato in pochissimi giorni con il consenso di tutta la città lo stadio che da stadio San Paolo è diventato stadio Diego Armando Maradona. È quella emozione quando ancora oggi ci si collega e si ascolta attraverso la radio, la televisione siamo collegati dal Diego Armando Maradona, è una grande emozione averlo potuto fare anche da sindaco della città che amo".

Enzo Gragnaniello, cantautore e chitarrista, autore di alcune delle più belle canzoni italiane ci ha raccontato del suo amore per Napoli e il Napoli che non poteva non combaciare con quello di Diego: "Io sono Napoletano e amo la mia terra come amo la mia squadra del cuore e Diego ha rappresentato tanti momenti di gioia e poi non posso dimenticare quando Gianni Minà mi invitò nella trasmissione "L’atleta D’oro" dove venivano premiati i più grandi atleti di tutto il mondo e ogni atleta veniva rappresentato da un artista internazionale e a me mi fece rappresentare proprio Diego Armando Maradona e dopo il mio intervento venne Diego ad abbracciarmi fu una bellissima emozione che non dimenticherò mai". 

Eduardo Tartaglia, attore, regista e commediografo napoletano ci ha affidato alcuni versi dedicati anche ad altri due grandi rappresentanti di Napoli come Massimo Troisi e Pino Daniele:

"Diego Maradona. Massimo Troisi.
Pino Daniele.
Eravamo giovani.
Eravamo orgogliosi.
Eravamo felici".

Monica Sarnelli, una delle voci più belle di Napoli ci ha raccontato del suo amore per Diego sottolineando tutta la grandezza dell'uomo: "Ho un ricordo di Diego Armando Maradona straordinario, perché a Diego piacevano le belle donne, ma soprattutto a Diego piaceva la vita. Era un uomo fantastico, un uomo solare, un uomo che glielo leggevi nel viso, negli occhi che era pronto ad aiutare tutti. Una persona grata, ecco perché ha legato molto con la nostra Napoli. Un uomo oltre al grande, grandissimo artista, un uomo che ha apprezzato quello che la città di Napoli gli ha dato. É vero che lui ha dato tanto alla città di Napoli, ma anche la città di Napoli è stata riconoscente a questo grande campione. Il nostro dio del calcio. Poi lui era molto simpatico, io ho avuto modo di conoscerlo negli anni 80'. Io ero la vocalist di Peppino Di Capri e spesso mi capitava di trovarmi dopo gli spettacoli con Peppino a cena con tutti i calciatori del Napoli e anche questo simpatico scugnizzo Diego. Per cui ho un ricordo meraviglioso, e Diego non morirà mai, sarà per sempre sei nostri cuori, tanto che gli abbiamo dedicato uno stadio. Diego Armando Maradona mette di buon umore, anche se non c'è più quando penso a lui, penso ad una cosa positiva. Viva Diego per Sempre!"

Maurizio Casagrande, attore partenopeo ci ha raccontato quanto Maradona sia stato importante per farlo innamorare del Napoli e del calcio: "Io non sono di quelli nostalgici, ritengo che lo cose appartengono al passato e a quel momento. Diego grande campione e straordinario uomo. Il mio ricordo di Diego riguarda il fatto che io ero uno che non era un grande appassionato di calcio e mi ha fatto scoprire la passione per il calcio, quindi io ritengo che sia un uomo di quelli destinati ad ispirare i grandi progetti, le grandi cose. Gli uomini come lui servono ad ispirare l'umanità, ad essere più di se stessi. Anche se poi nella vita può aver fatto delle sciocchezze, ma le ispirazioni che dà un campione, un uomo così sopra alle possibilità umane, un uomo che dà queste emozioni, questi ipotesi è un uomo destinato ad essere un'ispirazione per l'umanità. Ce ne fossero altri e tanti in tutti in tutti i campi, purtroppo oggi abbiamo delle aspirazioni molto più basse".

Patrizio Rispo, attore noto al grande pubblico per il suo ruolo ne "Un posto al sole" ci ha affidato un suo ricordo speciale di Diego regalandoci anche la foto di un quadro del campione argentino che è presente in casa sua: "I ricordi speciali con Diego sono infiniti. Io ho fatto anche un recital, che ancora porto in giro, dedicato a lui uomo che al di là di tutte le chiacchiere che ha fatto nascere per i suoi comportamenti, irrequieti, particolari, è stato un uomo eccezionale e un funambolo, non un semplice calciatore, lui era un uomo di spettacolo, un grandissimo. Il ricordo più bello che ho è legato allo scudetto del Napoli. Io ero a Wolfsburg, facevo con Valeria Morriconi, "Filumena Marturano", la sera che il Napoli vinse lo scudetto io ero in teatro con una commedia di Eduardo, con un pubblico che era prevalentemente di meridionali, napoletani, calabresi, siciliani, che erano fondamentalmente tutti gli operai della Volkswagen la cui fabbrica era lì, fu una festa indimenticabile. Un riscatto per questi nostri compatrioti che stavano all'estero e tra Filumena e lo scudetto fu una festa che si protrasse fino all'alba, per me è un ricordo indimenticabile. Viva Diego!".

Angelo Pisani, avvocato di Maradona che ha difeso il campione argentino nella sua causa contro l'accusa di evasione fiscale in Italia ha ricordato Diego e l'importanza che ha avuto nel nostro paese: "Il 24 novembre sono iniziate le giornate impegnative nel ricordo di Diego Armando Maradona. La prima con il Maraduno all'Edenlandia, la seconda, il 25 con la messa in memoria di Maradona e lo sventolamento delle bandiere al murale. Maradona è stato un grande bambino, con tutti i pregi e i difetti dei bambini. L'entusiasmo, la voglia di vincere, di correre, di andare avanti, ma anche quella grande voglia di lottare contro il male, contro le ingiustizie e di non accettare mai nessun compromesso. Da lui ho imparato che nella vita si può fare sempre tutto. Lui è un esempio di quelli che anche nelle difficoltà, anche nella lotta contro il male ha sempre voluto far vincere il bene. Maradona non è morto, è sempre vivo. Tanto che ogni giorno si parla di lui. È uno che ha fatto guadagnare tantissimi soldi, ha sviluppato economia, sport, turismo, vita. Ancora oggi fa guadagnare allo Stato italiano tasse e introiti. Ha indotto la sua economia, così invece ha subito tanto e in vita non ha mai avuto riconoscenza. Quella riconoscenza che purtroppo spesso non si ha, ma che comunque è un segnale che hai fatto comunque bene".

Ciro Ceruti, comico e attore napoletano ci ha affidato tutto il suo amore per Diego e per Napoli, la sua città, sottolineando quanto sia stato importante il campione argentino nella sua vita: "Diego rappresenta tutta la mia adolescenza, Io penso che nessuno più di Maradona possa rispecchiare la città di Napoli. Entrambi sono identità estreme, uniche nella loro grandiosità e bellezza e nello stesso tempo problematiche. Io amo Diego come amo la mia città. Per lui ho gioito, ho pianto e ho pure litigato con individui cosiddetti intellettuali che non hanno esitato a buttare fango sulla sua immagine. Diego nel bene o nel male aveva parlato, trattato e cenato con capi di stato al contrario di loro che probabilmente non riescono nemmeno ad imporsi nelle riunioni di condominio. Diego non è per noi napoletani solo il giocatore più forte di tutti i tempi, Diego è un pezzo di Napoli". 

Pietro Pignatelli, attore, cantante e conduttore, presente in alcune trasmissioni Rai e Mediaset, conosciuto dai bambini per essere Pietro dell'Albero azzurro ha condiviso con noi il suo ricordo di Maradona: "Era novembre ed era il 1985, avevo 14 anni e per la prima volta i miei cugini più grandi mi portarono allo stadio San Paolo per andare a vedere il Napoli e… Diego. Non vi dico l’emozione. Fino ad allora le partite le ascoltavo in radio. A un certo punto l’estasi: tifosi, abbarbicati ovunque sugli spalti, travolti da una passione viscerale, esplodono in un unico grido di vittoria e di riscatto sociale “goooal”. Un boato che fece tremare la terra e pure i poteri forti. Canti, invocazioni, deliri, pianti… Maradona segnava un gol inimmaginabile su punizione, contro la pluriscudettata Juventus. Diventerà leggenda! Mi ricordo che rimasi per un attimo terrorizzato da cotanta esaltazione, ma durò pochi secondi, il tempo di realizzare che avevo assistito a una delle più belle creazioni dell’uomo. Non era il “Salvator mundi” di Leonardo, ma sono certo che pure il sommo artista da lassù avrà applaudito al divino Dieguito. Il resto è storia da ricordare e raccontare. Grazie Diego!".

Vincenzo Cuomo, politico italiano e sindaco di Portici ci ha raccontato un aneddoto personale su Diego: "19 aprile 1989, Diego inizia il riscaldamento prima della partita contro il Bayern Monaco e sulle note della canzone Live is life degli Opus palleggia con il pallone a ritmo di musica con gli scarpini rigorosamente slacciati. Uno spettacolo. Uno più personale, Lodrone estate 1986, ritiro precampionato del Napoli. Diego palleggiava con un limone. Io ero lì, tifoso malato del Napoli".

Dario Sansone, voce e chitarra del gruppo Foja ha ricordato Maradona svelandoci anche un dettaglio su come è nata la versione in napoletano della canzone La Mano de Dios: "Allora per me è difficile decifrare un unico momento legato a Maradona soprattutto negli ultimi anni. Ma quello che sicuramente ricordo è la sua immagine sulle figurine di quando ero piccolo perché era la figurina più ambita. Poi c'è un altro momento speciale che che è stato quello di vederlo da vicino Maradona quando ha ricevuto la cittadinanza onoraria a Napoli nel 2017. Eravamo a Piazza del Plebiscito suonavamo in onore di Diego e Diego apparì e quindi sì, ho visto Maradona, questo me lo porterò per sempre nel cuore. Invece la canzone è nata come come omaggio molto sincero. Mi sono permesso di adattare quel brano argentino semplicemente perché sentivo che mancasse una nostra narrazione; quello è il racconto della curva del Boca e mancava il racconto della nostra città probabilmente. Quindi questo è stato è stata la scintilla, anche perché quella canzone per quanto nella sua versione originale fosse allegra, fosse ritmata, per me nascondeva un mistero, un mistero che che sono riuscito ad esplorare soltanto mettendoci le mani dentro. Tra l'altro era la canzone di Maradona su Maradona preferita da Diego e lo testimonia il fatto che lui la canta in una maniera commovente nel film di Kusturica nel documentario a lui dedicato".

Nando Paone, attore con all'attivo numerose presente nel cinema e nelle fiction italiane, ma attivo soprattutto in teatro ci ha regalato un suo ricordo di Maradona che si unisce all'amore per Napoli: "Diego è stato il simbolo della rivalsa di noi napoletani verso quel nord che ci considera inferiori, per invidia. Ci hanno da sempre invidiato il mare, il sole, il nostro essere di mentalità aperta e, con lui, ci hanno invidiato anche lo scudetto. Ma Diego, in quanto da tutti i tifosi riconosciuto e naturalizzato napoletano a tutti gli effetti, ha incarnato con i suoi atti sportivi, atletici e umani proprio la città di Napoli, che, come il Pibe de oro, vive da sempre difficoltà e contraddizioni, ma viene altresì considerata universalmente " 'A città cchiù bella d" o munno".

Gino Rivieccio, noto attore e conduttore partenopeo ci ha regalato una bella riflessione su Diego sottolineando quanto fosse un argentino napoletano: "Mi manca tutto di Diego: dal campo alla vita. Gli allenamenti, i riscaldamenti pre partita, le acrobazie in campo, ma mi manca anche il sorriso di Diego, il suo sguardo, le parole trainanti non solo alla squadra ma a un intero popolo. Diego che sul piano comunicativo era imbattibile, lo sapeva fare molto bene, rivendicando i diritti spesso calpestati di quella gente che lo idolatrava. Perché Diego, sotto sotto, era napoletano come noi. E forse più di noi".

Maurizio de Giovanni, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo napoletano autori di romanzi gialli da cui sono nate anche serie televisive ci ha regalato un suo ricordo di Diego: "Oltre ai ricordi mitici straordinari e indimenticabili dell'epoca in cui ci regalava gioia ogni volta che entrava in campo perché a noi bastava vederlo a entrare in campo. Io ho un ricordo personale quando venne a Napoli a fare lo spettacolo con con Alessandro sia nel San Carlo io ero tra quelli che dovevano incontrarlo sul palcoscenico e io ebbi quell'abbraccio che mi fermò letteralmente il cuore perché mi sembrava impossibile che in una parte della mia vita io lo avessi incontrato e avessi potuto abbracciarlo. Soprattutto io guardavo il suo piede sinistro che portava una normale scarpa nera di pelle e io guardavo col piede sinistro e mi sembrava impossibile che fosse un piede normale, cioè che ci fosse questo piede che tutto sommato sembrava uguale a ogni altro piede e questa è una cosa che mi piaceva talmente tanto da commuovermi quasi. Quindi ho questo ricordo".