L'Inter di Simone Inzaghi sembra essere allergica agli scontri diretti. Il pareggio in extremis del Napoli al Maradona nel big match della 27esima giornata, gara che poteva segnare uno spartiacque importante per la corsa scudetto, conferma il problema e il tecnico piacentino, suo malgrado, deve accettare la sentenza del campo. Un'altra occasione gettata alle ortiche, un altro passo indietro quando se ne potevano fare tre in avanti (e quattro passi lasciati agli azzurri), un dato che allarma. Dei 15 punti a disposizione negli scontri diretti con Napoli, Atalanta e Juventus, quelle che ad oggi sono in lizza per il tricolore, la squadra meneghina ha raccolto un magro bottino di sei punti (40%), troppo poco per chi vuole vincere tutto in stagione.
Lo aveva detto in conferenza: "Dobbiamo stare attenti ai dettagli". Eppure, proprio quando la partita sembrava scivolare nelle tasche nerazzurre... Billing beffa. Un pareggio che sa di storia che si ripete per l'Inter che nei cinque scontri diretti ha raccolto sei punti, frutto di una sola vittoria arrivata ad agosto con l'Atalanta. Poi tre pareggi (Juventus all'andata e il doppio 1-1 contro il Napoli) e una sconfitta, troppo poco per chi vuole lo strappo per scappare via in classifica e puntare a un finale di stagione fatto di gioie e trofei. E l'ennesimo gol subito nel finale (il decimo subito nel quarto d'ora finale in stagione), fa male al tecnico che ha strigliato i suoi nel post partita, sottolineando di avere "un problema che dobbiamo risolvere".
In corsa ancora in Champions League e Coppa Italia, sbrigare la pratica campionato prendendo vantaggio sarebbe stata cosa buona e giusta, per avere meno pensieri e approcciarsi ai match di coppa con meno timori. Ma la storia per l'Inter, al momento, sembra destinata a essere un'altra, con Inzaghi che ammette nelle interviste dopo il pari le proprie colpe: "Negli scontri diretti bisogna essere perfetti, e noi non lo siamo stati".
Ma non è tutto nero, va sottolineato. Perché si tratta comunque di un pari prezioso, di un punto conquistato in piena emergenza sulle fasce con due soli arruolabili effettivi nello scacchiere tattico dei nerazzurri. Potevano essere tre, sì, ma è comunque uno che ha un peso specifico importante. E in campo si è vista tutta la voglia di chi ha studiato nel dettaglio l'avversario, riuscendo ad arginare i pericoli maggiori (leggasi Lukaku, Raspadori e Politano) e si è dovuto arrendere a un lampo di Lobotka e al batti e ribatti di Billing.
Cosa lascia quindi il match del Maradona? Come detto, il campanello d'allarme per quello che appare essere uno "sconforto diretto" per Inzaghi. Ma anche e soprattutto la certezza che sarà un campionato indecifrabile fino all'ultimo, con l'Inter che dovrà cercare di cambiare il trend contro le rivali e dovrà cercare di non sbagliare nei prossimi big match. Senza però sottovalutare le piccole.
di Napoli Magazine
02/03/2025 - 10:54
L'Inter di Simone Inzaghi sembra essere allergica agli scontri diretti. Il pareggio in extremis del Napoli al Maradona nel big match della 27esima giornata, gara che poteva segnare uno spartiacque importante per la corsa scudetto, conferma il problema e il tecnico piacentino, suo malgrado, deve accettare la sentenza del campo. Un'altra occasione gettata alle ortiche, un altro passo indietro quando se ne potevano fare tre in avanti (e quattro passi lasciati agli azzurri), un dato che allarma. Dei 15 punti a disposizione negli scontri diretti con Napoli, Atalanta e Juventus, quelle che ad oggi sono in lizza per il tricolore, la squadra meneghina ha raccolto un magro bottino di sei punti (40%), troppo poco per chi vuole vincere tutto in stagione.
Lo aveva detto in conferenza: "Dobbiamo stare attenti ai dettagli". Eppure, proprio quando la partita sembrava scivolare nelle tasche nerazzurre... Billing beffa. Un pareggio che sa di storia che si ripete per l'Inter che nei cinque scontri diretti ha raccolto sei punti, frutto di una sola vittoria arrivata ad agosto con l'Atalanta. Poi tre pareggi (Juventus all'andata e il doppio 1-1 contro il Napoli) e una sconfitta, troppo poco per chi vuole lo strappo per scappare via in classifica e puntare a un finale di stagione fatto di gioie e trofei. E l'ennesimo gol subito nel finale (il decimo subito nel quarto d'ora finale in stagione), fa male al tecnico che ha strigliato i suoi nel post partita, sottolineando di avere "un problema che dobbiamo risolvere".
In corsa ancora in Champions League e Coppa Italia, sbrigare la pratica campionato prendendo vantaggio sarebbe stata cosa buona e giusta, per avere meno pensieri e approcciarsi ai match di coppa con meno timori. Ma la storia per l'Inter, al momento, sembra destinata a essere un'altra, con Inzaghi che ammette nelle interviste dopo il pari le proprie colpe: "Negli scontri diretti bisogna essere perfetti, e noi non lo siamo stati".
Ma non è tutto nero, va sottolineato. Perché si tratta comunque di un pari prezioso, di un punto conquistato in piena emergenza sulle fasce con due soli arruolabili effettivi nello scacchiere tattico dei nerazzurri. Potevano essere tre, sì, ma è comunque uno che ha un peso specifico importante. E in campo si è vista tutta la voglia di chi ha studiato nel dettaglio l'avversario, riuscendo ad arginare i pericoli maggiori (leggasi Lukaku, Raspadori e Politano) e si è dovuto arrendere a un lampo di Lobotka e al batti e ribatti di Billing.
Cosa lascia quindi il match del Maradona? Come detto, il campanello d'allarme per quello che appare essere uno "sconforto diretto" per Inzaghi. Ma anche e soprattutto la certezza che sarà un campionato indecifrabile fino all'ultimo, con l'Inter che dovrà cercare di cambiare il trend contro le rivali e dovrà cercare di non sbagliare nei prossimi big match. Senza però sottovalutare le piccole.