Dopo aver salutato la Champions e la Coppa Italia, la Juve si aggrappa al campionato per provare a salvare una stagione complicata. E lo fa con un mix di orgoglio, ritmo e intensità. Dopo 73' minuti di dominio totale interrotti solo da un eurogol di Suslov annullato per un fuorigioco di Faraoni, contro il Verona ci hanno pensato un sontuoso Thuram e un ritrovato Koopmeiners a risolvere la pratica, ma il segnale che arriva dalla quinta vittoria consecutiva in Serie A dei bianconeri parte dal gruppo ed è di quelli importanti. Importante perché segue tante critiche, voci di spogliatoio e una dura contestazione dei tifosi e anche perché riaccende incredibilmente qualche piccola speranza di vertice a -6 dall'Inter.

Numeri che consolidano il quarto posto, obiettivo minimo stagionale, e aprono nuovi scenari impensabili dopo i tanti pareggi inanellati in stagione e i tanti dubbi sul progetto di Motta. Certo, viste le difficoltà palesate a più riprese dal gruppo bianconero, l'impressione è sempre che questa Juve viaggi su un crinale molto sottile che separa la svolta dal fallimento, ma con solo un impegno a settimana a questo punto della stagione un po' di continuità, fiducia e cattiveria agonistica potrebbero bastare per risvegliare il gruppo e riservare anche qualche sorpresa. A patto che tutto l'equipaggio bianconero remi nella stessa direzione e segua le indicazioni del timoniere ridando fiducia all'ambiente, qualche certezza in più nella gestione del match e solidità alla posizione di Motta.

Un po' quello che Locatelli e compagni hanno fatto contro il Verona, mettendo in campo lo spirito adatto per rispondere con i fatti alla dura contestazione dei tifosi. Attacchi che evidentemente hanno toccato le corde giuste e compattato una squadra che nella difficoltà ha risposto presente. Presente in campo e in classifica.

Sul piano tecnico-tattico, col Verona si è vista una squadra completamente diversa da quella scesa in campo con l'Empoli. Non ci voleva molto, d'accordo. Ma il rischio di crollare c'era e invece i bianconeri hanno saputo reagire con lucidità, riorganizzare le idee rapidamente e trasformare la delusione in consapevolezza. Tutto a ritmi alti, giocando con più organizzazione, coraggio e qualità dando vita a una delle migliori prestazioni della Juve targata Motta.