Calcio
ON AIR - Di Michele: "Era tutto fatto col Napoli, poi Delio Rossi bloccò l’affare, sull'assenza di Osimhen..."
17.10.2023 19:30 di Napoli Magazine

David Di Michele è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso della trasmissione "Il calcio della sera": "Spalletti mi aspettavo che potesse diventare uno dei migliori al mondo, da quando era a Udine aveva già fatto un salto di livello incredibile. A Roma, poi allo Zenit ed infine al Napoli dove era l'unico che poteva fare la differenza e vincere con quella squadra. In nazionale è in difficoltà perché l'Italia ha poco cambio generazionale, ma lui già sta mettendo mano alla sua impronta e già si vede ciò che vuole dalla squadra. Raspadori intelligente, duttile, sa trovare gli spazi giusti e le giocate giuste. Per me deve giocare libero perché è tra i pochi che sa trovare da solo la posizione migliore, non lo devi ingabbiare in uno schema troppo preciso. Lo ha dimostrato sia al Sassuolo che a Napoli, ed anche quest'anno sta dimostrando che può dire la sua, specialmente in nazionale dove può dare una grande mano in un ruolo dove non siamo molto coperti. La Premier già tredici anni fa era un calcio dieci anni avanti a noi. Sanno valorizzare i giovani dei vivai, questa è la differenza, perché garantiscono quel ricambio generazionale che a noi manca. Noi qui i giovani non li facciamo giocare, abbiamo paura a dargli fiducia. Poi lì ogni partita è uno spettacolo, come andare a teatro. Assenza di Osimhen? Sicuramente il gioco con il nigeriano è diverso che se metti uno tra Raspadori e Simeone. Osimhen attacca la profondità come non fanno gli altri due, forse il Cholito un po' di più, ma senza il nigeriano non riesci ad allungare la squadra avversaria. Magari puoi affidarti ad un gioco più corale, per far salire la squadra e giocare in maniera più organica. Ma al Napoli in questo momento manca soprattutto la serenità dell'ambiente, per tornare a dimostrare di essere la squadra dell'anno scorso, anche se adesso hanno un allenatore diverso che ovviamente ha idee diverse rispetto a Spalletti. Vicino al Napoli? Sì, ho rischiato di vestire la maglia azzurra quando ero a Salerno con Delio Rossi, stagione 1999/2000. Avevo fatto praticamente tutto col Napoli, poi il mister bloccò la cessione dicendomi che ero troppo importante per quel gruppo, ed invece finii in tribuna per otto gare consecutive. Alla fine la Salernitana finì per retrocedere mentre quell'anno il Napoli vinse il campionato di B. Peccato perché sarebbe stata un'esperienza unica, perché la città è meravigliosa, c'è una piazza pazzesca dal punto di vista del tifo e sicuramente gli azzurri hanno fatto la storia del calcio. Mi sarebbe piaciuto poter vestire la maglia del Napoli".

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17/10/2023 - 19:30

David Di Michele è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso della trasmissione "Il calcio della sera": "Spalletti mi aspettavo che potesse diventare uno dei migliori al mondo, da quando era a Udine aveva già fatto un salto di livello incredibile. A Roma, poi allo Zenit ed infine al Napoli dove era l'unico che poteva fare la differenza e vincere con quella squadra. In nazionale è in difficoltà perché l'Italia ha poco cambio generazionale, ma lui già sta mettendo mano alla sua impronta e già si vede ciò che vuole dalla squadra. Raspadori intelligente, duttile, sa trovare gli spazi giusti e le giocate giuste. Per me deve giocare libero perché è tra i pochi che sa trovare da solo la posizione migliore, non lo devi ingabbiare in uno schema troppo preciso. Lo ha dimostrato sia al Sassuolo che a Napoli, ed anche quest'anno sta dimostrando che può dire la sua, specialmente in nazionale dove può dare una grande mano in un ruolo dove non siamo molto coperti. La Premier già tredici anni fa era un calcio dieci anni avanti a noi. Sanno valorizzare i giovani dei vivai, questa è la differenza, perché garantiscono quel ricambio generazionale che a noi manca. Noi qui i giovani non li facciamo giocare, abbiamo paura a dargli fiducia. Poi lì ogni partita è uno spettacolo, come andare a teatro. Assenza di Osimhen? Sicuramente il gioco con il nigeriano è diverso che se metti uno tra Raspadori e Simeone. Osimhen attacca la profondità come non fanno gli altri due, forse il Cholito un po' di più, ma senza il nigeriano non riesci ad allungare la squadra avversaria. Magari puoi affidarti ad un gioco più corale, per far salire la squadra e giocare in maniera più organica. Ma al Napoli in questo momento manca soprattutto la serenità dell'ambiente, per tornare a dimostrare di essere la squadra dell'anno scorso, anche se adesso hanno un allenatore diverso che ovviamente ha idee diverse rispetto a Spalletti. Vicino al Napoli? Sì, ho rischiato di vestire la maglia azzurra quando ero a Salerno con Delio Rossi, stagione 1999/2000. Avevo fatto praticamente tutto col Napoli, poi il mister bloccò la cessione dicendomi che ero troppo importante per quel gruppo, ed invece finii in tribuna per otto gare consecutive. Alla fine la Salernitana finì per retrocedere mentre quell'anno il Napoli vinse il campionato di B. Peccato perché sarebbe stata un'esperienza unica, perché la città è meravigliosa, c'è una piazza pazzesca dal punto di vista del tifo e sicuramente gli azzurri hanno fatto la storia del calcio. Mi sarebbe piaciuto poter vestire la maglia del Napoli".