Antonio Corbo, giornalista, ha commentato il caso Acerbi-Juan Jesus sulle pagine de La Repubblica: "Se durante e dopo la partita del 17 marzo, vi sono state dichiarazioni discontinue e contraddittorie, la mediazione di Dimarco che mano sulle labbra sembrava implorare Juan Jesus di non rovinare il compagno, se sono seguite rappacificazioni e pentimenti, dichiarazioni buoniste come “tutto comincia e finisce sul campo”, quindi ritrattazioni e nuove denunce della presunta parte lesa, si poteva indagare di più e meglio? Una istruttoria così lacunosa della Procura federale non meritava almeno un confronto all’americana? Rileggendo il diario di questa grave vicenda di razzismo derubricata a farsa, sonoevidenti il disagio di Juan Jesus e l’accorta protezione del manager interista Marotta che va con Acerbi all’interrogatorio? Il Napoli è sembrato defilarsi, forse per non alzare polvere. Ma lunedì 18 quando Juan Jesus indispettito dal cambio di versione di Acerbi ha scritto meglio di come parla un veemente tweet chi lo aiutato? Ha riletto e firmato il suo verbale. Solo. Dovrà da solo ora gestire i disagi del futuro. Credibile quando c’era da sbarcare Acerbi dall’aereo della Nazionale sull’onda del comune sentire, non creduto, ha messo faccia sdegno e firma per una impegnativa denuncia. Una immagine opaca suo malgrado. Magari un boomerang".