Riccardo Calafiori, difensore dell'Arsenal ed ex Bologna, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport: "Ho un rapporto bellissimo con tutti i miei compagni, ma qui è diverso dall'Italia dove si fa gruppo. Subito dopo il primo infortunio ho iniziato a suonare la chitarra, è una cosa che mi è rimasta dentro e mi appassiona sempre di più. Nel mio tempo libero mi dedico molto anche alla lettura. Ho giocato con Bove, che è arrivato al mio secondo anno e oggi è uno dei miei migliori amici nel calcio. Quando si è sentito male ricordo che non stavo guardando la partita. Ho acceso la tv solo per sapere il risultato e ho visto che il gioco era fermo, credevo che l'avessero semplicemente rinviata. Subito dopo mi ha chiamato mia madre in lacrime, lei è tanto amica della mamma di Bove quanto lo siamo io e lui. Non capivo cosa stesse succedendo, è stata una bella botta. A 16 anni, dopo la prima operazione, mi hanno detto che non sarei mai potuto tornare a giocare a calcio. Non volevo sentirla una cosa del genere. Se fosse successo 3-4 anni dopo, non sarei tornato molto probabilmente. Invece l'incoscienza di essere un bambino, quella sfida con me stesso e contro chi la pensava diversamente... Tutto ciò mi ha spinto ad andare avanti. Arsenal? Non penso di aver sbagliato. Un altro dei miei sogni era giocare in Premier, anche come sfida personale vista la reputazione degli italiani in questo campionato. Come fai però a dire di no all'Arsenal? Esordio? Che emozione al Villa Park! Sono entrato molto bene e ho ricordi bellissimi del mio esordio. Arteta mi dice sempre di trasmettere la mia energia ai compagni e di fare quello che so fare. Gol al Manchester City? Contro i citizens mi è venuto a vedere un amico che era presente anche nella gara contro la Croazia. È stato un portafortuna. A livello di prestazioni individuali sono davvero felicissimo per questa stagione".
di Napoli Magazine
02/06/2025 - 17:23
Riccardo Calafiori, difensore dell'Arsenal ed ex Bologna, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport: "Ho un rapporto bellissimo con tutti i miei compagni, ma qui è diverso dall'Italia dove si fa gruppo. Subito dopo il primo infortunio ho iniziato a suonare la chitarra, è una cosa che mi è rimasta dentro e mi appassiona sempre di più. Nel mio tempo libero mi dedico molto anche alla lettura. Ho giocato con Bove, che è arrivato al mio secondo anno e oggi è uno dei miei migliori amici nel calcio. Quando si è sentito male ricordo che non stavo guardando la partita. Ho acceso la tv solo per sapere il risultato e ho visto che il gioco era fermo, credevo che l'avessero semplicemente rinviata. Subito dopo mi ha chiamato mia madre in lacrime, lei è tanto amica della mamma di Bove quanto lo siamo io e lui. Non capivo cosa stesse succedendo, è stata una bella botta. A 16 anni, dopo la prima operazione, mi hanno detto che non sarei mai potuto tornare a giocare a calcio. Non volevo sentirla una cosa del genere. Se fosse successo 3-4 anni dopo, non sarei tornato molto probabilmente. Invece l'incoscienza di essere un bambino, quella sfida con me stesso e contro chi la pensava diversamente... Tutto ciò mi ha spinto ad andare avanti. Arsenal? Non penso di aver sbagliato. Un altro dei miei sogni era giocare in Premier, anche come sfida personale vista la reputazione degli italiani in questo campionato. Come fai però a dire di no all'Arsenal? Esordio? Che emozione al Villa Park! Sono entrato molto bene e ho ricordi bellissimi del mio esordio. Arteta mi dice sempre di trasmettere la mia energia ai compagni e di fare quello che so fare. Gol al Manchester City? Contro i citizens mi è venuto a vedere un amico che era presente anche nella gara contro la Croazia. È stato un portafortuna. A livello di prestazioni individuali sono davvero felicissimo per questa stagione".