Fabio Pecchia, allenatore esonerato del Parma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport al margine della consegna della Panchina d'Argento: "Sono due discorsi diversi. Questo premio è sempre molto bello, essere premiati da colleghi e da avversari è bello. Ci vuole tempo per costruire identità e fare un calcio lineare: l’anno scorso l’abbiamo dimostrato e l’abbiamo fatto anche in Serie A, nonostante le difficoltà. Finché ci sono stato, l’idea del Parma, con tanti giovani, era abbastanza chiara. Dispiaciuto per l'esonero? È il gioco delle parti. È giusto, da parte del club, ingiusto per chi lo subisce: sono scelte. Al di sopra di tutto c’è il club. L’obiettivo era chiaro, giocarsela con la squadra più giovane del campionato, la terza più giovane d’Europa, cercando di raggiungere la salvezza. Ovviamente auguro di raggiungere l’obiettivo al club, ai tifosi, ma soprattutto ai ragazzi. Juventus? Mi sento di dire poco di dire sulle situazioni, su quello che c’è dentro. Solo chi è dentro ha le idee chiare, la Juve è un club forte e ha quella pressione. Poi quando si va oltre nelle offese, come diceva Gasperini, penso ci debba essere un limite. Thiago Motta ha fatto un grandissimo lavoro l’anno scorso a Bologna, auguro al mio ex compagno Igor di potersi esprimere e di poter dare la spinta necessaria. La Serie A è un’A1 e un’A2. Nelle parti alte è bello vedere competere così, nelle parti bassi c’è equilibrio: non è dettato da imperfezioni, ma dal livello della Serie A, che è sempre competitivo. Chi avrà continuità penso centrerà l’obiettivo. Cosa ci siamo detti io e Ancelotti? È straordinario, io l’anno scorso ho vissuto a Parma quando gli è stata conferita la laurea ad honorem. È sempre un piacere ascoltarlo, è di grande ispirazione e batte sempre sul fatto che il rapporto con le personale venga prima di ogni cosa. Anche con i calciatori".
di Napoli Magazine
24/03/2025 - 17:15
Fabio Pecchia, allenatore esonerato del Parma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport al margine della consegna della Panchina d'Argento: "Sono due discorsi diversi. Questo premio è sempre molto bello, essere premiati da colleghi e da avversari è bello. Ci vuole tempo per costruire identità e fare un calcio lineare: l’anno scorso l’abbiamo dimostrato e l’abbiamo fatto anche in Serie A, nonostante le difficoltà. Finché ci sono stato, l’idea del Parma, con tanti giovani, era abbastanza chiara. Dispiaciuto per l'esonero? È il gioco delle parti. È giusto, da parte del club, ingiusto per chi lo subisce: sono scelte. Al di sopra di tutto c’è il club. L’obiettivo era chiaro, giocarsela con la squadra più giovane del campionato, la terza più giovane d’Europa, cercando di raggiungere la salvezza. Ovviamente auguro di raggiungere l’obiettivo al club, ai tifosi, ma soprattutto ai ragazzi. Juventus? Mi sento di dire poco di dire sulle situazioni, su quello che c’è dentro. Solo chi è dentro ha le idee chiare, la Juve è un club forte e ha quella pressione. Poi quando si va oltre nelle offese, come diceva Gasperini, penso ci debba essere un limite. Thiago Motta ha fatto un grandissimo lavoro l’anno scorso a Bologna, auguro al mio ex compagno Igor di potersi esprimere e di poter dare la spinta necessaria. La Serie A è un’A1 e un’A2. Nelle parti alte è bello vedere competere così, nelle parti bassi c’è equilibrio: non è dettato da imperfezioni, ma dal livello della Serie A, che è sempre competitivo. Chi avrà continuità penso centrerà l’obiettivo. Cosa ci siamo detti io e Ancelotti? È straordinario, io l’anno scorso ho vissuto a Parma quando gli è stata conferita la laurea ad honorem. È sempre un piacere ascoltarlo, è di grande ispirazione e batte sempre sul fatto che il rapporto con le personale venga prima di ogni cosa. Anche con i calciatori".