Cultura & Gossip
A NAPOLI - "Peter Lindbergh: Untold Stories", la mostra al Madre prorogata fino al 12 luglio 2021
18.06.2021 12:30 di Napoli Magazine

Peter Lindbergh: Untold Stories

 

A cura di Peter Lindbergh

 

Prorogata fino al 12 luglio 2021

 

museo Madre


ingresso per i visitatori da Vico Donnaregina

 

Prorogata fino al 12 luglio 2021 Untold Stories, la prima mostra antologica curata dallo stesso Peter Lindbergh e organizzata dal Kunstpalast Düsseldorf in cooperazione con la Peter Lindbergh Foundation di Parigi.

 

Dopo l'apertura al Kunstpalast Düsseldorf da febbraio a settembre 2020 e le tappe al Museum für Kunst und Gewerbe, Amburgo, da giugno a novembre 2020, e all'Hessisches Landesmuseum, Darmstadt, da novembre 2020 ad aprile 2021, la mostra ha raggiunto il Madre · museo d'arte contemporanea Donnaregina di Napoli. 

 

Il fotografo tedesco, nato nel 1944 e cresciuto a Duisburg, ha trascorso due anni a lavorare su una raccolta di 140 fotografie che offrirà una visione profonda della sua vasta opera, dai primi anni Ottanta ad oggi; la mostra vuole celebrare Peter Lindbergh, scomparso nel settembre 2019, mostrando l'approccio molto personale di questo maestro al suo lavoro.

 

'La prima volta che ho visto le mie fotografie sulle pareti nella simulazione della mostra, sono trasalito, ma in modo positivo. È stato travolgente essere così confrontato con chi sono' ha spiegato Lindbergh in un'intervista del giugno 2019, pubblicata nel catalogo della mostra. 

 

La mostra consacra, attraverso il tempo, immagini che, per loro natura, sono di breve durata, commissionate e pubblicate da riviste mensili come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o il Wall Street Journal. Come sottolinea lo stesso Lindbergh: "La mostra mi ha permesso di reinventare le mie immagini in un contesto diverso da quello della moda. La mostra mira a dare alle fotografie diverse interpretazioni e prospettive".

 

Modelle, attrici, paesaggi e set fotografici emergono dagli scatti in bianco e nero di Lindbergh per raccontare una moda diversa, una fotografia diversa, una storia diversa, una vita diversa, una riflessione diversa. Non la bellezza in sé, ma la bellezza come realtà.

 

La convinzione di Lindbergh sulla fotografia di moda era che essa poteva - e doveva - esistere senza che la moda fosse necessariamente posta al centro dell’attenzione. Le sue immagini trascendono con successo il loro contesto, ridefinendo i parametri della fotografia di moda e della cultura contemporanea nella sua totalità. Nella stessa intervista afferma: “Tuttavia, non cerco di affermare che le mie immagini non sono fotografie di moda, neanche questo sarebbe vero. Insisto sulla definizione ‘fotografia di moda’ perché per me questo termine non significa che si debba ritrarre la moda - la fotografia è molto più grande della moda, fa parte della cultura contemporanea”.

La mostra si svolge in tutte le 17 sale del terzo piano del museo.

 

Si apre con Manifest, la monumentale installazione che presenta alcuni grandi blueback. Serve come introduzione alla personale definizione che Lindbergh dà della fotografia di moda. 

 

Prosegue poi con l'esposizione di più di cento fotografie selezionate dall'artista stesso, che le considerava essenziali per rappresentare il suo lavoro in modo inedito.

 

Sequenze di immagini posizionate in coppia o in gruppo rivelano storie sempre nuove e danno luogo a interpretazioni inaspettate e suggestive. Pur rimanendo fedele al suo linguaggio, rigorosamente in bianco e nero, Lindbergh stupisce con verità ed emozioni che emergono meticolosamente dai volti dei suoi personaggi. Questa sensazione di disinvoltura e schiettezza è esaltata da pose non costrittive.

 

La mostra è intervallata dall'installazione Testament (2014), in cui grandi fotogrammi colorati riprendono un film di 30 minuti. Quest'opera fa luce su un lato finora sconosciuto della pratica e del carattere del fotografo tedesco. Testament testimonia lo scambio silenzioso tra la macchina fotografica di Lindbergh e Elmer Carroll, un detenuto condannato a morte in Florida, ripreso attraverso uno specchio unidirezionale mentre guarda il suo proprio riflesso.

 

Questa installazione può ora, dopo le precedenti sedi in Germania, essere esposta per la prima volta anche in Italia e aggiunge uno spunto inaspettato alla mostra, aprendo una discussione su temi che furono di centrale importanza per Peter Lindbergh: introspezione, empatia e libertà.

 

In occasione della mostra è stato pubblicato da TASCHEN VERLAG un catalogo per tutte le sedi, con testi in tedesco, francese e inglese e riproduzioni della maggior parte delle fotografie in mostra e ulteriori immagini aggiuntive.

 

La pubblicazione si apre con la prefazione firmata dal direttore generale del Kunstpalast di Dusseldorf, Felix Krämer, dal direttore del Museum fur Kunst und Gewerbe Hambourg, Tulga Beyerle, dal direttore dell'Hessisches Landesmuseum di Darmstadt, Martin Faass e dalla presidente del Madre, Laura Valente. Il catalogo contiene un'ampia intervista di Felix Krämer a Peter Lindbergh e una prefazione dell'acclamato regista Wim Wenders.

 

Chiara Tagliaferri ha ideato e scritto, in occasione della mostra di Napoli, il podcast Peter Lindbergh super maxi hero, che sarà disponibile su Spotify. Non un semplice resoconto della mostra, ma un ritratto della sua personalità di artista: Peter Lindbergh ha continuamente e vigorosamente superato i limiti in tutti gli aspetti del suo lavoro.

 

Peter Lindbergh: Untold Stories è dedicata a Franca Sozzani, compianto caporedattore di Vogue Italia e cara amica di Peter Lindbergh.

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A NAPOLI - "Peter Lindbergh: Untold Stories", la mostra al Madre prorogata fino al 12 luglio 2021

di Napoli Magazine

18/06/2024 - 12:30

Peter Lindbergh: Untold Stories

 

A cura di Peter Lindbergh

 

Prorogata fino al 12 luglio 2021

 

museo Madre


ingresso per i visitatori da Vico Donnaregina

 

Prorogata fino al 12 luglio 2021 Untold Stories, la prima mostra antologica curata dallo stesso Peter Lindbergh e organizzata dal Kunstpalast Düsseldorf in cooperazione con la Peter Lindbergh Foundation di Parigi.

 

Dopo l'apertura al Kunstpalast Düsseldorf da febbraio a settembre 2020 e le tappe al Museum für Kunst und Gewerbe, Amburgo, da giugno a novembre 2020, e all'Hessisches Landesmuseum, Darmstadt, da novembre 2020 ad aprile 2021, la mostra ha raggiunto il Madre · museo d'arte contemporanea Donnaregina di Napoli. 

 

Il fotografo tedesco, nato nel 1944 e cresciuto a Duisburg, ha trascorso due anni a lavorare su una raccolta di 140 fotografie che offrirà una visione profonda della sua vasta opera, dai primi anni Ottanta ad oggi; la mostra vuole celebrare Peter Lindbergh, scomparso nel settembre 2019, mostrando l'approccio molto personale di questo maestro al suo lavoro.

 

'La prima volta che ho visto le mie fotografie sulle pareti nella simulazione della mostra, sono trasalito, ma in modo positivo. È stato travolgente essere così confrontato con chi sono' ha spiegato Lindbergh in un'intervista del giugno 2019, pubblicata nel catalogo della mostra. 

 

La mostra consacra, attraverso il tempo, immagini che, per loro natura, sono di breve durata, commissionate e pubblicate da riviste mensili come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o il Wall Street Journal. Come sottolinea lo stesso Lindbergh: "La mostra mi ha permesso di reinventare le mie immagini in un contesto diverso da quello della moda. La mostra mira a dare alle fotografie diverse interpretazioni e prospettive".

 

Modelle, attrici, paesaggi e set fotografici emergono dagli scatti in bianco e nero di Lindbergh per raccontare una moda diversa, una fotografia diversa, una storia diversa, una vita diversa, una riflessione diversa. Non la bellezza in sé, ma la bellezza come realtà.

 

La convinzione di Lindbergh sulla fotografia di moda era che essa poteva - e doveva - esistere senza che la moda fosse necessariamente posta al centro dell’attenzione. Le sue immagini trascendono con successo il loro contesto, ridefinendo i parametri della fotografia di moda e della cultura contemporanea nella sua totalità. Nella stessa intervista afferma: “Tuttavia, non cerco di affermare che le mie immagini non sono fotografie di moda, neanche questo sarebbe vero. Insisto sulla definizione ‘fotografia di moda’ perché per me questo termine non significa che si debba ritrarre la moda - la fotografia è molto più grande della moda, fa parte della cultura contemporanea”.

La mostra si svolge in tutte le 17 sale del terzo piano del museo.

 

Si apre con Manifest, la monumentale installazione che presenta alcuni grandi blueback. Serve come introduzione alla personale definizione che Lindbergh dà della fotografia di moda. 

 

Prosegue poi con l'esposizione di più di cento fotografie selezionate dall'artista stesso, che le considerava essenziali per rappresentare il suo lavoro in modo inedito.

 

Sequenze di immagini posizionate in coppia o in gruppo rivelano storie sempre nuove e danno luogo a interpretazioni inaspettate e suggestive. Pur rimanendo fedele al suo linguaggio, rigorosamente in bianco e nero, Lindbergh stupisce con verità ed emozioni che emergono meticolosamente dai volti dei suoi personaggi. Questa sensazione di disinvoltura e schiettezza è esaltata da pose non costrittive.

 

La mostra è intervallata dall'installazione Testament (2014), in cui grandi fotogrammi colorati riprendono un film di 30 minuti. Quest'opera fa luce su un lato finora sconosciuto della pratica e del carattere del fotografo tedesco. Testament testimonia lo scambio silenzioso tra la macchina fotografica di Lindbergh e Elmer Carroll, un detenuto condannato a morte in Florida, ripreso attraverso uno specchio unidirezionale mentre guarda il suo proprio riflesso.

 

Questa installazione può ora, dopo le precedenti sedi in Germania, essere esposta per la prima volta anche in Italia e aggiunge uno spunto inaspettato alla mostra, aprendo una discussione su temi che furono di centrale importanza per Peter Lindbergh: introspezione, empatia e libertà.

 

In occasione della mostra è stato pubblicato da TASCHEN VERLAG un catalogo per tutte le sedi, con testi in tedesco, francese e inglese e riproduzioni della maggior parte delle fotografie in mostra e ulteriori immagini aggiuntive.

 

La pubblicazione si apre con la prefazione firmata dal direttore generale del Kunstpalast di Dusseldorf, Felix Krämer, dal direttore del Museum fur Kunst und Gewerbe Hambourg, Tulga Beyerle, dal direttore dell'Hessisches Landesmuseum di Darmstadt, Martin Faass e dalla presidente del Madre, Laura Valente. Il catalogo contiene un'ampia intervista di Felix Krämer a Peter Lindbergh e una prefazione dell'acclamato regista Wim Wenders.

 

Chiara Tagliaferri ha ideato e scritto, in occasione della mostra di Napoli, il podcast Peter Lindbergh super maxi hero, che sarà disponibile su Spotify. Non un semplice resoconto della mostra, ma un ritratto della sua personalità di artista: Peter Lindbergh ha continuamente e vigorosamente superato i limiti in tutti gli aspetti del suo lavoro.

 

Peter Lindbergh: Untold Stories è dedicata a Franca Sozzani, compianto caporedattore di Vogue Italia e cara amica di Peter Lindbergh.